Dita come farfalle – Rebecca Quasi

Non avevo mai letto nulla di Rebecca Quasi.
Non so perchè, ne parlano tutti bene…anzi, benissimo.
Ma io sono così, i libri mi devono chiamare e alla fine….dopo molto tempo e diversi tentennamenti, questo libro mi ha chiamata ed io ho risposto.

La Trama: Per Lady Caroline Webster, figlia del duca di Clarendon, è naturale sposare per convenienza James Cavendish, duca di Rothsay. E non trova nulla di anormale nemmeno nell’essere del tutto ignorata da lui dopo le nozze. Del resto, unico scopo della loro unione è il mantenimento del casato e il concepimento di un erede, obiettivo che richiede sporadica e taciturna applicazione.
Il tranquillo menage precipita quando, in seguito a un aborto spontaneo, Caroline scopre che suo marito non è l’uomo freddo e posato che si è sforzato di apparire.

Ed ora la parola alla giurata _ SPOILER

Se c’è una cosa che invidio in modo assurdo è la capacità di alcuni autori di avere una scrittura delicata come una piuma. Quelle parole che scorrono soavi una dopo l’altra e che ti fanno pensare che potresti andare avanti a leggere all’infinito. Rebecca Quasi, quantomeno in Dita come farfalle, esercita questo dono in modo esemplare.

E io, in questa leggiadria, ci ho sguazzato alla grande e me la sono goduta virgola dopo virgola. Soprattutto perchè nonostante i toni morbidi ed i colori pastello il libro è di una brutalità disarmante. Dimenticatevi duchi e duchesse che avete letto fino ad ora in queste pagine, scordatevi di trovare quel “ton” sfarzoso e brillante che accompagna balli e cavalcate in riva alla Serpentine, cancellate dalla vostra mente libertini e dissoluti eredi pronti a rinunciare a tutto per una donzella apparentemente docile che in realtà è una manager d’azienda moderna sotto mentite spoglie.

Qui siamo di fronte ad una spietata rappresentazione di quello che erano i rapporti di coppia nell’Inghilterra ottocentesca, Caroline e James si sposano per convenienza, si sposano senza avere alcuna aspettativa da questa unione se non il generare un erede entro tempi brevi. Si sposano senza affetto, senza amore e senza rispetto. Si sposano perchè va fatto e il rispetto delle regole è tutto.

Dal momento della fatidica proposta in poi il libro è pervaso da una sottile e penetrante tristezza che sarebbe in grado di far commuovere una roccia ed è  inutile dirvi che io, afflitta ormai dal gene della commozione spontanea, ho versato qualche timida lacrima. La prima parte della storia si concentra sulla solitudine di una donna che si rende conto di essere completamente indifferente al marito. Sulla lenta ma inesorabile consapevolezza di non valere nulla, di non essere nulla se non un bell’oggetto comprato per decorare ma che non si merita nemmeno l’attenzione di uno sguardo. Da brava futura duchessa, Caroline è tutta compostezza e decoro, impeccabile, altera, posata, controllata, ingabbiata, sola. Ma non sola perchè vuole esserlo, bensì perchè viene costantemente abbandonata.

E questa solitudine, questo abbandono, questa inesorabile tristezza, noi lettori li sentiamo tutti e li viviamo insieme a questa giovane donna alla quale non è mai stato permesso di essere se stessa. Mai. Anzi, alla quale è stato proibito qualsiasi anelito di personalità, tutto deve essere funzionale al ruolo, non devi aspettarti gioia, complicità, amore ma solo doveri, doveri, doveri.

Qualcosa però, ad un certo punto, si incrina e la vera Caroline non riesce più a nascondersi e sboccia dimostrandosi ben poco malleabile, piuttosto risoluta e decisamente cocciuta. Complici di questo cambiamento repentino (ma non eccessivamente, le avvisaglie di questa esplosione vengono seminate per tutto il libro, a partire da piccoli gesti e delicate provocazioni) un aborto spontaneo e la scoperta della doppia vita del marito, che lei credeva un pezzo di ghiaccio incapace di provare sentimenti e che invece scopre essere tutto emozioni e passione.

Il rapporto tra Caroline e James da freddo e asettico si trasforma in un percorso di conoscenza, non sempre facile, non privo di dolore ma che passo dopo passo li porta, nonostante fossero stati educati a reprimere il proprio io, ad uscire allo scoperto con risultati sorprendenti; un inno al seguire se stessi e ad aprirsi al mondo indipendentemente dalle sue regole, anzi…..proprio infrangendole e piegandole al proprio volere.

Ma veniamo ai tasti dolenti…oddio…
Al tasto dolente, che poi non è poi così dolente e non è nemmeno un tasto tanto grosso….facciamo un tastino.
Caroline è quasi priva di difetti: compassionevole, decisa, arguta, forte, bella, sensuale, appassionata, intelligente e chi più ne ha più ne metta. Mi duole ammettere che forse è un pochino troppo. Cocciuta ma in senso positivo, risoluta ma sempre a fin di bene, arpia ma con classe… e che cazzo…solo io sono piena di difetti di vario genere? Uffa.

Ma fossero questi i problemi.
Fossero queste inezie a farmi sbroccare…. no. Non ho sbroccato. Anzi. Mi è proprio piaciuto.
E, mi duole ammetterlo, ho letto forse il più bell’epilogo di sempre.

Tutte voi….e sottolineo tutte, sapete quanto io detesti gli epiloghi e l’interminabile elenco di figli, nipoti, gioie e gaudi vari che hanno riempito la vita dei due stucchevoli sposini….quindi quando arrivata a fine libro ho visto l’epilogo mi sono fatta la Corsica nelle mutande. Già mi preparavo all’ansia generata da puccismi vari, fiorellini rosa, cuoricini rossi e miele grondante dalle pagine ed invece no.

C’è Aaaaaaaaammooooooreeeeeee…. ovviamente eterno e con la A e le altre lettere tutte rigorosamente maiuscole ma c’è anche ironia, c’è l’accenno ad una possibile nuova storia che avrebbe tutte le carte in regola per diventare la mia preferita di sempre e c’è il rammarico che il libro sia finito e il dover lasciare dei personaggi che ti sono rimasti nel cuore.

Per quanto mi riguarda questo libro è promosso e con voti alti. Mi piacerebbe davvero leggere della piccola Emma e del rigido Marchese….chissà, forse….in futuro….magari…..

In poche parole

Avete presente quella pioggerellina impalpabile che sembra non esserci nemmeno e alla fine ti trovi bagnata fradicia? Questo libro è così, comincia in sordina, delicato e fragile e alla fine ti ritrovi pervasa da emozioni ingovernabili che trascendono ogni tuo controllo.

Poschina

Il Diavolo in Primavera – Lisa Kleypas

Essendo notoriamente incapace di aspettare qualsiasi cosa io desideri, avevo già letto questo libro e ne avevo già parlato qui, all’epoca della sua uscita in lingua originale, avevo dato un sette meno, l’avevo definito il libro migliore della serie (al momento) e avevo cercato di non spoilerare troppo. Sostanzialmente non ho cambiato molto il mio parere sull’opera, non è stata massacrata dalla traduzione, non è stata resa eccessivamente pucciosa e non mi ero persa nulla nella comprensione. Solo che in questi mesi sono cambiata io, ho letto altra sbobba e quindi il mio giudizio finale è leggermente cambiato.

La Trama: Londra, 1876. A differenza di tutte le debuttanti londinesi, la bellissima Lady Pandora Ravenel non sogna di frequentare balli e trovarsi un marito. Preferisce di gran lunga dedicarsi ai suoi affari. Ma la sua strada si incrocia con quella di Gabriel, Lord St. Vincent, impenitente libertino, altrettanto determinato a non essere ingabbiato in un matrimonio. E per entrambi sarà la scoperta di un brivido fino allora sconosciuto…

Ed ora la parola alla giurata….SPOILER

Vado un po’ a ruota libera, l’ho appena terminato ed ho una serie di concetti per la testa che turbinano in modo disordinato nella mia testolina e fatico a metterli in un ordine logico….

Prima di tutto vorrei porre l’accento su un personaggio maschile anomalo. Si, ok…è un grandissimo figo che assomiglia molto a suo padre, il mai davvero dimenticato Lord Sebastian St. Vincent, protagonista di uno dei libri che ho amato di più: “Devil in Winter”; libertino, depravato, decadente, disperato e terribilmente solo. Un uomo meraviglioso che mi fa sospirare ancora adesso e che è entrato di diritto nella lista degli uomini fittizi su cui fantastico più spesso. Gabriel lo ricorda fisicamente ma è un uomo completamente diverso, descritto nella sinossi come un libertino, in realtà non lo è per niente. E’ un giovane ventottenne meravigliosamente attraente, che ha un’amante piuttosto disinibita e piuttosto vogliosa, è buono, intelligente, paziente fino all’inverosimile e uno di quelli che cercano sempre di fare la cosa giusta.

In pratica, sulla carta, doveri quantomeno detestarlo. Perchè si sa, a me, quelli che sono tanto buoni e tanto bravi, non fanno sesso. Ma….

…Zia Lisa è bravissima nel dipingerci il ritratto di un uomo dolcissimo e protettivo che è anche e soprattutto un animale da letto di prima qualità. Quest’uomo favoloso è il prodotto dell’addizione genetica Sebastian + Evie e quindi oltre alla spiccata mascolinità, allo straordinario fascino e alle mirabolanti capacità a letto, ha ereditato la profonda dolcezza della madre e, non essendo stato massacrato dalla vita (in questo libro è Pandora ad avere a tutti gli effetti una Sad Story), gli mancano il cinismo e la freddezza che caratterizzavano suo padre.

Un uomo del genere, posato, coccolato e che cerca sempre di controllarsi per mostrare la sua parte migliore, non poteva non essere fatalmente attratto da una donna come Pandora, una forza della natura, irriverente, refrattaria alle convenzioni, originale, passionale, ribelle.

Una ribellione che nasce dalla consapevolezza di non essere libera. In quanto donna, in effetti, nell’ottocento non si avevano chissà quali libertà personali….e peggio mi sento quando si parla di matrimonio, evento che di fatto passava la proprietà della donna dal padre al marito. Nel 2013 a Mantova ho visitato una mostra incentrata sulla donna nei secoli scorsi che mostrava una serie di documenti nei quali era evidente come la donna fosse soltanto un oggetto usato come mero materiale di scambio.

Le rimostranze di Pandora sono oggettivamente comprensibili anche se alla lunga, soprattutto di fronte alla chiarissima volontà di Gabriel di non interferire nelle sue attività, stancano un pochino perchè, diciamocelo, se avessi un uomo del genere che sbava per me, mi vuole possedere in ogni luogo, mi adora palesemente e per giunta sopporta ogni mia crisi isterica da premestruo…..beh, lo sposerei seduta stante e vaffanculo a femminismo e sessismo. La vita è una e me la voglio godere.

Sappiate che ci viene più o meno velatamente detto che Gabriel ha un bel cazzo grosso. La prima volta Pandora lo paragona ad una mazza da cricket… e qui sotto agevolo con una diapositiva per farvi capire quanto sia lusinghiero il paragone.

E la seconda volta lo confronta con i pistolini dei bambini visti durante la sua breve vita e, ovvio come il fatto che il 25 dicembre è Natale, il paragone non fa che esaltare le doti fisico-sessuali di Gabriel.

Per quanto mi riguarda il libro si divide in tre parti.

La prima, che va dall’inizio alla metà, ed è perfetta. Tutto funziona come gli ingranaggi di un orologio svizzero. La compromissione, totalmente involontaria e assurda, la consapevolezza di non avere scampo al matrimonio, la seduzione…e giuro che sogno i baci di Gabriel, i metri di lingua, le mani, i sospiri, la mazza da cricket…..

La seconda, che va dalla metà ai  tre quarti, nella quale ci viene descritta senza infamia e senza lode la vita coniugale dei due cucciolotti, fatta di sesso, sesso, sesso, sesso, orgasmi, sesso….

La terza, quella che definisco con simpatia, The Big Fail. Inutile, fastidiosa, un mero pretesto per far affrontare a Gabriel il primo vero dramma della sua vita ed utile solo per farci conoscere meglio la dottoressa Gibson (credo, non ricordo con sicurezza il nome), personaggio che sicuramente avrà un ruolo nei prossimi romanzi della serie.

Avevo valutato questo libro 7 meno.

Mi ricredo. Un 7.5 non glielo leva nessuno.

Piacevole, scorrevolissimo, per certi versi originale in quanto non abbiamo di fronte il solito eroe romance tormentato dalla vita, scaltro, refrattario alle nozze, cinico e disperato in cerca di soldi, ma un uomo equilibrato e affezionato alla famiglia che nonostante questa apparente noiosità è uno dei personaggi maschili più interessanti degli ultimi anni. Sarà anche che  con la vecchiaia comincio ad apprezzare un tipo d’uomo meno problematico e più equilibrato, che invece di aver bisogno di una donna madre/moglie/amante, accetta la sua compagna per quello che è senza rinfacciarle continuamente che potrebbe essere diversa, che non è come le altre, che non si è uniformata ai dettami sociali e che rompe sempre il cazzo e bla…..bla…bla

Sì, insomma, Gabriel è un uomo con le palle. Uno che sa quello che vuole, come ottenerlo e come gestirlo.
Gabriel, bell’animalone da letto tutto dolcezza e cazzo grosso, vieni qui da me, apprezza l’infinito mondo delle mie idiosincrasie, e soprattutto fai di me tutto quello che vuoi a letto (e sul divano, in cucina, nella doccia e via dicendo).

Dal canto suo Pandora è una ragazza che ha avuto una vita difficile, che è cresciuta in un’isolamento forzato e che non ha mai saputo cosa vuol dire avere una famiglia amorevole accanto. Originale, rivoluzionaria, cocciutissima ma estremamente fragile, una fragilità che nasconde sotto un’apparente menefreghismo nei confronti di una società che non comprende, si trova costretta ad un matrimonio che non vorrebbe, con un uomo che desidera febbrilmente e che la accetta e la rispetta. Che sfiga, vero?

Sopra a tutti spicca ancora e inesorabilmente la figura di Sebastian St. Vincent. Ex libertino incallito figlio di Satana, ora uomo innamorato della moglie e ineguagliabile padre di famiglia. Nonostante l’età, nonostante quel bendidio  del figlio, ogni volta che Sebastian è comparso sulla pagina scritta, io mi sono sciolta come come il cucchiaino di cioccolato Lindt si scioglie nel caffè, voluttuosamente e goduriosamente.

Ed Evie, così dolce, comprensiva, materna eppure risoluta.

Zia Lisa ha superato se stessa nel rendere omaggio ad una delle coppie più belle che abbia creato, ed è riuscita nel difficile compito di non snaturare i personaggi nonostante siano profondamente diversi da come ci sono stati descritti nella loro giovinezza.

Che dire? Leggetelo e condividete con me le vostre impressioni.

Piccole rimostranze:
– Nonostante nei libri precedenti la volontà di Pandora di diventare imprenditrice di giochi in scatola fosse il perno intorno al quale ruotava tutta la sua vita, inspiegabilmente il libro che la vede protagonista mette il lavoro di Pandora in secondo piano….o meglio, se ne parla tantissimo a livello teorico e pochissimo a livello pratico. Trovo che non sarebbe stato negativo se si fosse approfondito un po’ di più l’argomento.
– Ci sono dei momenti di puccismo spinto che mi sono sembrati un pochino esagerati ma per fortuna non sono così preponderanti da intaccare il giudizio finale sul romanzo.

In poche parole

Usami, Straziami, Strappami l’Anima……….e le mutande, il reggiseno, i collant, i bottoni……..sì, insomma….devastami come preferisci.

Poschina

p.s. Trovo questa cover semplicemente perfetta.

Mani Calde, Cuore Freddo – Miss Black

Ci provo, perchè sono a casa sola con Satana e Lucifero che sono in piena fase Terrible Two e che in questo momento stanno saltando sul mio letto armati di biscotti e di un ombrello pieghevole che hanno rubato chissà dove mentre io, madre degenere, cerco di scrivere una recensione…..

Qualche anno fa, non so come e non so perchè, ho acquistato il mio primo libro di Miss Black che, cita la biografia “… ha lavorato per anni come mistress, in Italia e all’estero. Si è ritirata e vive in Gran Bretagna. Scrivere per lei è un hobby” e vorrei che fosse chiaro che a me questa versione piace, cioè anche se in realtà fosse un’ultrasessantenne di Bollate che ha sempre fatto la casalinga non lo voglio sapere, e non voglio nemmeno sapere se in realtà è un’autrice che detesto che scrive sotto pseudonimo. A me piace così, come si presenta, se poi è davvero una ex mistress ora rilassata scrittrice, meglio ancora.

Tutto questo inizio prolisso solo per dire che una volta trovata, non l’ho più lasciata andare.

La Trama: Si può finire a letto con qualcuno senza averne l’intenzione? È quello che succede a Kerry Arveda, operativa della CIA alla prima missione sul campo. Il suo obbiettivo è scoprire se un’azienda di componentistica meccanica aggira le sanzioni internazionali verso gli “stati canaglia” e per farlo pensava di fare amicizia con Ethan Fairchild, uno dei dirigenti della compagnia. Ma le cose non sono andate come previsto, anche perché Ethan «non pratica il romanticismo» e il loro primo appuntamento si è trasformato in una sessione di sesso torrido. In un certo senso imbastire una relazione con lui è un modo come un altro per farsi portare in Europa con il gruppo incaricato di incontrare i clienti internazionali, in un altro… Ethan è la persona più fredda del mondo, incredibile a letto, ma senza cuore. Oppure no? Forse le cose non stanno proprio come sembrano… in tutti i sensi.

Ed ora la parola alla giurata – ovviamente spoiler…

Allora, più che una recensione su questo libro nello specifico, che a me è piaciuto moltissimo, come mi piacevano da impazzire i primi….vogliamo parlare di “Comprami” e “Iniziazione al piacere”…de “La Rondine Rossa” e “I Divorziati”? è più che altro una nota di apprezzamento per questa scrittrice perchè come non innamorarsi di questa donna, che scrive di sesso usando termini come cazzo, vagina, squirting, orgasmo e non eufemismi del cazzo che non fanno altro che portarmi ad un passo dall’attacco isterico e, diciamocelo, mettersi a gridare in treno alle 7.45 del mattino “si chiamano capezzoli, non nodini!!!!!!!” potrebbe farmi passare per una squilibrata, invece che per una donna tutto sommato normale che chiama vulva la vulva e cazzo il cazzo.

Cmq. oltre a scrivere bene in modo scorrevole storie che spaziano dal Crime (tra le mie preferite perchè ovviamente crescendo a Quarto Oggiaro non potevo che sviluppare una certa malatissima predilezione per i criminali disadattati) al Romance, passando per il BDSM, per il Fantasy e per lo Sci-fi, ha una capacità non indifferente di rendere ogni cazzo di ambientazione interessante ed ogni storia riesce ad essere plausibile nonostante ci siano sparatorie, aborti praticati in un treno in corsa e roba come trasfigurazioni magiche. C’è un po’ troppa carne al fuoco? No, quantomeno secondo me. Poi ok, ogni tanto ho pensato che non ci fosse un unico scrittore ma almeno tre, poi me ne sono altamente sbattuta le palle perchè è un dettaglio che, onestamente, non mi interessa.

A me interessa il modo in cui Miss Black riesce a presentarci dei personaggi estremamente umani; tutti hanno delle debolezze più o meno evidenti e più o meno invalidanti che li rendono imperfetti e bellissimi, capaci di entrarti nel cuore (alcuni anche nelle mutande) e non uscirne più.

Chiaramente non ho amato tutti i libri nello stesso modo, alcuni [pochissimi in realtà], non mi sono nemmeno piaciuti più di tanto, e meno male….perchè io detesto la fandom spinta, quei fan che non riescono più ad avere un senso critico ma che amano incondizionatamente tutto quello che fa il loro idolo. No, io alcuni li ho trovati mediocri, altri belli, altri ancora stupendi, pochi mi hanno lasciata indifferente. Nessuno mi ha fatto schifo.

A parte rarissimi casi, sia fisicamente che psicologicamente i personaggi presentati non sono perfetti, hanno paure, insicurezze e timori che li rendono simili a noi comuni mortali….poi ok, le donne hanno degli orgasmi pazzeschi e tutti gli uomini hanno dei cazzi di ragguardevoli dimensioni, hanno straordinarie capacità di usare lingua e mani e ti fanno sempre come minimo venire almeno un paio di volte a scopata. Però qui siamo nel territorio del libro erotico e nessuno vorrebbe leggere di uomini con un minipene che non sanno nemmeno come usare.

Nello specifico in questo libro abbiamo una donna insicura del suo aspetto (forse la prima nell’universo di Miss Black che solitamente, grazie a dio, ci presenta donne sicure di se e consapevoli delle proprie qualità) che si trova inaspettatamente a farsi scopare dal suo capo, che non le piace nemmeno più di tanto, è anaffettivo e la tratta come un oggetto sessuale e nient’altro. Tra l’altro la nostra eroina si “sacrifica” per la patria, solo che poi ci prende gusto perchè Ethan, oltre a saper scopare come dio comanda, ha anche qualcosa di indefinibile che la tiene legata e che le fa desiderare di non perderlo. E così, con questa descrizione merdosissima ho banalizzato il tutto.

Ma pazienza.
Per fortuna c’è lei che riesce con libri piuttosto corti (un gran pregio per evitare di diventare ripetitivi ed annoiare) ad approfondire la psicologia dei suoi personaggi che spesso sono malinconici e sofferti, basti pensare a Eve e John in “Comprami”, lui tormentato dalla morte della moglie e lei distrutta da quella del figlio. Come cazzo fai Miss ha riuscire a trasmetterci tutto il loro dolore senza diventare patetica e senza concentrare l’intero racconto su questo tema? Come  fai? Sono gelossissima di questa capacità. Io quando ci provo mi ritrovo con decine di pagine pallosissime che non portano a nulla e annoiano me che le scrivo, figurarsi chi dovrebbe leggerle….

I suoi personaggi maschili non sono quasi mai dei fighi da paura ma spessissimo uomini over 40 interessanti ed estremamente sensuali, con un passato non brillante per quanto riguarda l’amore (matrimoni falliti, perdite, disillusioni) e le sue donne sono spesso decise, in carriera, perfettamente a loro agio con il proprio corpo e la propria sessualità (nota di demerito sono quasi tutte fighe) e forse non lo sanno ancora, ma cercano quello che tutte le donne vogliono: un uomo con il cazzo grosso che le faccia orgasmare in continuazione.

E, ovviamente, l’amore.

In breve, quando esce un libro lo compro a tempo zero e lo leggo nel giro di mezza giornata, poi finisce subito nella cartella “Erotic” del mio kindle, pronto per essere riletto nei momenti di noia letteraria.
Non riesco a spiegare bene perchè mi piacciono tanto, ma credo che sia quel mix di erotismo mai patetico e mai volgare, quell’introspezione sottile che non manca mai, la mancanza di veri e propri stereotipi, l’elasticità mentale delle sue donne e la sensibilità non scontata degli uomini. I criminali poi sono fa-vo-lo-si!!!!!!!!!!!

Persino i lieto fine non mi fanno bestemmiare, giuro.
Riesce ad essere romantica ma non Pucci-Pucci….evita con accuratezza il “SoleCuoreAmorettismo” e non ho ancora trovato tracce di Santamariagorettismo spinto. Perchè, come dico sempre, non mi irrita la felicità altrui, ma come questa viene molestamente, o meno, spiattellata.

Che dire?
Leggete, leggete, leggete.

In poche parole

Un’intera varietà di uomini dai quali mi farei sbatacchiare più che volentieri.

Poschina

 

 

 

Le età di Lulù – Almudena Grandes

C’è sempre quel libro che avresti voluto leggere e che non hai mai letto, non sai bene perchè ma è rimasto lì, anni ed anni, passando di Wishlist in Wishlist finchè un giorno, senza alcuna ragione apparente, hai deciso di acquistarlo e cominciare a leggerlo.
Di solito diventerà il Libro illuminante della tua personalissima stagione letteraria perchè per quanto mi riguarda, i libri sono come l’Anello di Sauron, hanno un proprio volere ed esercitano il loro potere a piacimento.

La Trama: Per Lulù, protagonista di questa storia, l’erotismo ha i caratteri di un’ossessione, di un richiamo ineludibile che induce a sperimentare le più estreme forme di trasgressione: conseguenza paradossale di una prima, violenta e tenera esperienza avuta a quindici anni con Pablo, amico di famiglia di dodici anni più vecchio di lei, e del loro rapporto, coltivato nella lontananza fino a ritrovarsi e a sposarsi. Ma è, il loro, un rapporto fondato sul libertinaggio: scelta eversiva per Pablo, intellettuale d’opposizione nella Spagna franchista, condanna irredimibile per la sua moglie bambina, costretta nel ruolo di «agnellino bianco con il fiocco rosa».

Ed ora la parola alla giurata

Trascinante.
Se dovessi descrivere questo libro con una sola parola userei trascinante. Una scrittura scorrevolissima, intelligente, bella. Una scrittura che deprime la mia parte più intima, quella che vorrebbe ma non può, che si rende conto che nonostante gli sforzi non potrà mai scrivere così, essere in grado di trasmettere le emozioni in modo tanto deciso e chiaro da portare il lettore a vivere le pagine e non solo a leggerle.

Ed oltre alla scrittura, mi mancherebbe comunque la Storia da scrivere. In questo caso la discesa agli inferi di Lulù, ragazzina sgraziata e un po’ perversa che viene iniziata al sesso dall’unico vero amore della sua vita e poi lasciata allo sbando di una ricerca ossessiva dell’eros, dei corpi, del sentire, dell’appartenere a qualcuno, qualcosa. Figlia di una famiglia talmente numerosa da non avere tempo da dedicarle (“Tu sei forte, te la poi cavare da sola” le dice una colpevolissima madre), ha come unico punto saldo dell’esistenza Pablo, amico del fratello, attivista politico, poeta.

Lulù è giovane, bella, attratta dal sesso come una falena dalla luce di una candela. E Pablo non resiste, non può resistere all’adolescente Lulù, a quella bambina appena cresciuta che lo eccita e sulla quale ha fantasticato da sempre, una quasi sorella erotica e tentatrice, pronta per essere colta dall’albero dell’innocenza.

Pablo non chiede, pretende.
Pablo è la tentazione, l’amore idealizzato, il perno di una bussola impazzita che non indica la strada da seguire ma un crocevia di esperienze, di perversioni, di esperienze che spesso lasciano Lulù disorientata e con un senso di vuoto incolmabile. Quel vuoto che ha da sempre, poco importa se sia dovuto all’assenza di una famiglia troppo numerosa e troppo poco attenta o se dipende soltanto da lei, è un vuoto che solo Pablo, certe volte, può colmare.

E’ un vuoto che accompagna quasi tutte le sue esperienze sessuali, quasi fosse una colpa avere delle fantasie e cercare di realizzarle, spingersi verso il limite, sfiorarlo e poi tirarsi indietro.

E’ un rapporto strano quello tra Lulù e Pablo, due organi saprofiti che dipendono l’uno dall’altra senza mai avere il coraggio di ammetterlo, ma spingendosi a vicenda verso il baratro, verso la ricerca di qualcosa che metta a tacere quella smania di sesso e di gioco perverso che è parte della loro natura.

Indubbiamente è un libro erotico, crudo, passionale e terribilmente realistico, ambientato in una Spagna tardo franchista poco sfavillante e piuttosto deprimente, con il degrado in bella vista e costellata di personaggi ambigui e immorali, vittime dell’avidità o di se stessi. Non ultimo Ely, il transessuale che accompagna Lulù in alcune sue avventure, un personaggio intenso e interessante, parte di una fauna che spesso si preferisce nascondere che mostrare. Un racconto con bagagli psicologici pesantissimi e complessi, che non si possono analizzare in poche righe e che sarebbe superficiale accennare soltanto.

Questo splendido libro prende la polvere che di solito si nasconde sotto il tappeto e la analizza; ricerca di piacere, di estremo, di limiti, di passione. La ricerca di Lulù per un piacere sempre diverso, sempre più estremo, sempre più pericoloso appaga la nostra voglia di trasgressione, per questo seguiamo passo passo questa ragazzina farsi donna e lasciarsi andare alle esperienze più variegate, a volte degradanti, altre profondamente appaganti.

Una ricerca che diventa sempre più ossessiva, morbosa, fino a quando il limite non viene superato, fino a quando ormai è troppo tardi e non resta altro se non la consapevolezza di non poter più tornare indietro; fino al rendersi conto che in fondo l’unica cosa che conta è un abbraccio carico di tenerezza straziante.

Due parole sul sesso.
Questo libro gronda sesso da ogni angolo, sesso sporco, grezzo, a volte violento, altre anestetizzato, sesso parlato, fatto, idealizzato, fantasticato. Sesso in ogni salsa e le descrizioni sono dettagliate e particolareggiate, non c’è nulla di edulcorato, nulla che riporti la mente ad un romanticismo spiccio. Ci sono corpi che sudano, che si aprono, che si feriscono, che si bagnano. Il tutto mostrato senza ostentazione nè vergogna. Ma anche senza alcuna clemenza.

Su tutto, ma soprattutto su Pablo e Lulù, una dolcezza triste e consapevole, una sorta di malinconia per qualcosa che avrebbe potuto essere e non sarà mai. Un’inquietudine fatta di sentimenti repressi, di incesti, di non detti, di amore brutalizzato, incompreso, abortito.

Un amore distorto, analfabeta, che parla attraverso il martirio dei corpi; un Pablo dominante e decadente più per ideologia che per indole ed una Lulù eterna bambina bisognosa di affidarsi ad un uomo che è sì compagno, ma anche padre, per non finire vittima di se stessa. Una storia d’amore malata, brutta, fastidiosa e assolutamente irresistibile.

Che dire?
Chapeau!

In poche parole

Bello….. bello in modo assurdo.

Poschina

Da leggere a quindici anni, per viverlo in spensieratezza e a 35 per godere appieno il bagaglio psicologico dei personaggi. Ma soprattutto da regalare ad una donna alla quale volete davvero tanto bene.

Per Vendetta o per Amore – Madeline Hunter

E’ un Romanzo Introvabile, o almeno così recita la copertina e allora io vi dico “Alzate il vostro culone flaccido dal divano e trovatelo perchè merita”.
Volevo scrivere una recensione di getto, ma ho preferito lasciar decantare un pochino le emozioni e poi la dura e cruda verità è che ho avuto un weekend impegnatissimo nel quale sono anche riuscita ad andare al mare dopo due anni e mezzo di assenza e dopo chili di focaccia e inalazioni di iodio ho le idee decisamente più chiare.

La Trama: Daniel St John ha un terribile passato alle spalle. Colpevole del disastro che ha distrutto la sua famiglia è Andrew Tyndale, di cui Daniel intende vendicarsi. Ma nella sua vita irrompe la giovane Diane, figlia di uno dei complici di Tyndale, che Daniel si era trovato a dover gestire fin da bambina, affidandola a un collegio. Adesso Diane è cresciuta e gli chiede aiuto per farsi strada nel mondo. Così lui la accoglie in casa sua, deciso a presentarla in società come una lontana cugina e a servirsi della sua bellezza per attirare Tyndale. Ma Daniel non ha fatto i conti con l’irresistibile fascino della ragazza…

Ed ora la parola alla giurata

Cercherò di non spoilerare più di quanto non faccia la trama, che secondo me dice un filino troppo.

Comunque ci troviamo di fronte ad un vero eroe tormentato e per gran parte del libro conosceremo solo l’odio profondo che cova e non la causa di tutta questa rabbia. Ed è per questo che a me è piaciuto assai, perchè non viene sviscerato immediatamente il busillisi, ma l’autrice ci tiene in sospeso dalla prima alla quart’ultima pagina (più o meno) in una specie di limbo dal quale intravediamo piccoli scorci di sole ma per lo più brancoliamo nel buio delle ipotesi.

Vi ricorda qualcuno?

Oltretutto Daniel è anche quello che da noi si definisce “un gran figo” e sappiamo per certo che parte dei suoi soldi li ha fatti donando la sua enorme verga a donne abbienti in cambio di finanziamenti di vario genere. E tutte noi sappiamo di poter riassumere questo passato nel mantra “Uno che Scopa Bene” e già questo basterebbe a farmelo amare, sognare, desiderare.

E questo è solo l’inizio perchè, finalmente, abbiamo di fronte un personaggio maschile complesso e interessante, che combatte in ogni modo l’attrazione per la giovane a lui affidata ma che non riesce a resisterle. Un uomo che vorrebbe non provare nulla perchè sarebbe più semplice mettere in pratica il piano di vendetta (sia chiaro che nonostante l’AMMMORE, il Sesso e tutto il resto lui vuole sempre e comunque vendicarsi; ad ogni costo).

Diane, dal canto suo è una giovane donzella che non sa niente del suo passato, pura di cuore senza essere Santamariagorettiana, ha come unico desiderio quello di ritrovare il suo passato per sentirsi parte di qualcosa.
Ovviamente è attratta da Daniel e altrettanto ovviamente gli si concederà senza alcuna remora ed è qui, proprio nella loro prima volta, che si vede quanto l’autrice sia brava perchè contrariamente al 500% dei romance in circolazione, non ci sono multiorgasmi e dichiarazioni svenevoli ma quello scontro tra volontà, sentimento e ragione che impediscono a Daniel e di conseguenza a Diane di “godere” del momento.

Daniel non vuole assolutamente perdere di vista il suo unico obiettivo: La Vendetta (e diosantissimo ha perfettamente ragione), mentre Diane che lo ama a prescindere, vuole solo donargli il suo amore. E non aspettatevi la solita prima volta con lui che di colpo apprende il “miracolo della vita” grazie a lei oppure i fuochi d’artificio rosa con confetti malva e quintali di frosting al burro ma piuttosto una bella, improvvisa doccia gelida.

Nonostante tutto però, quanto Daniel cova rabbia, frustrazione e sete di vendetta, tanto in Diane prosperano l’amore e l’accettazione dell’altro.

Ma che tenerezza e che puccismo direte voi.
Ed infatti per quanto mi riguarda l’unica nota dolente sono le ultime pagine un filino troppo “sole – cuore – amore”.
Ma gliele perdono tutte senza alcun problema e senza pentimenti, perchè il resto del libro funziona; funziona l’introspezione, funzionano le motivazioni di ciascun personaggio, funziona anche una certa lentezza narrativa. E tutto ciò solo grazie alla bravura dell’autrice che ci accompagna in una traversata nelle debolezze umane, con delicatezza e tatto e con tanta passione, che sia per la vendetta, per il sesso, per l’amore o, cosa più importante, per l’accettazione di un passato che nulla può cambiare.

Che poi è la stessa sensibilità che avevo già notato qui e che avevo amato con ogni atomo del mio corpo.

In poche parole

Un eroe romantico che scopa bene. Di più non si poteva chiedere.

Poschina

p.s. Ho già acquistato il cartaceo del resto della serie….ebbene sì, ce ne sono altri 4 che attendono le mie attenzioni.

Qui sotto la copertina della vecchia edizione. E mi sovviene l’antico mantra “più la copertina è merdosa, più il libro è bello”. Stavolta funziona.

Tentare di non amarti – Amabile Giusti

Io guardo The Walking Dead.
Lo guardo perchè il Pilot mi aveva folgorata.
Poi la serie è svaccata, ma non è di questo che vi voglio parlare. Parlo di TWD solo perchè qualche mese fa, mentre chiacchieravo con un amico e gli vomitavo addosso tutte quelle assurdità che ormai ci propinano in ogni puntata lui mi ha fatta riflettere sul fatto che se durante un episodio passo il tempo a smadonnare perchè trovo assurdo che durante un’apocalisse zombie le protagoniste abbiano le sopracciglia sempre perfettamente a posto, i capelli pettinatissimi, i vestiti non sgualciti e non abbiano problemi a gestire il mestruo; significa che ormai la storia non riesce più a prenderti e a farti sorvolare tutti gli anacronismi che contiene.

Ecco, appunto.
Lo stesso vale per i libri.
Se durante la lettura mi ritrovo ad alzare continuamente gli occhi al cielo, sbuffare, arzigogolare pensieri sull’assurdità e improbabilità di certe situazioni, vuol dire che il libro è scritto proprio di merda e non riesce ad appassionarmi al punto di sorvolare su tutto e perderti integralmente nella storia. E quello che cerco in modo ossessivo è proprio quel dimenticare dove sei, con chi e perchè, presa esclusivamente dalla fotta di leggere, leggere, leggere, fino ad arrivare al tanto agognato finale per poi pentirmi di aver divorato le pagine ed essere assalita dal triste e disperato lutto da fine libro.

E dopo mesi e mesi, finalmente, ho trovato un libro che mi ha tenuta incollata alle pagine, ora dopo ora, pappa alla tapioca dopo pappa alla crema di riso, pannolino dopo pannolino, dalla mattina a notte inoltrata, perchè dovevo sapere come sarebbe andata a finire [ho iniziato alle 10.30 e concluso alle 23.45].

Tentare di non amarti amabile giusti

La Trama: Penelope ha ventidue anni ed è una ragazza romantica e coraggiosa con una ciocca di capelli rosa e le unghie decorate con disegni bizzarri. Orfana, vive con la nonna malata nella misera periferia di una città americana, e ha rinunciato al college per starle vicina. Di notte prepara cocktail in un locale e di giorno lavora in biblioteca. Aspetta l’amore da sempre, quello con la A maiuscola. Un giorno Marcus, il nuovo vicino, entra nella vita di Penny come un ciclone. È tutt’altro che l’eroe sognato: ha venticinque anni, è rude, coperto di tatuaggi, ha gli occhi grigio ghiaccio e un piglio minaccioso. È in libertà vigilata e fa il buttafuori in un club. Tra i due nasce subito ostilità e sospetto ma, conoscendosi meglio, scopriranno di avere entrambi un passato doloroso e violento, ricordi da cancellare e segreti da nascondere.

Ed ora la parola alla giurata – cercherò di non spoilerare ma qualcosa mi scapperà di sicuro.

Capiamoci.
Non è il mio genere. Post-adolescenti. Sad Story. Nuovo millennio. Lieto fine.
Però a scrivere è Amabile Giusti. Non una qualsiasi. Non una di quelle che sono tutte cicci bucci – sole cuore amore, ma una che ha scritto un libro che mi è entrato dentro ed ha scavato fino alle ossa, ed altri libri che ho letto, apprezzato e consigliato. Quindi sapevo che non mi sarei trovata invischiata in una storia piena di americanate con la classicissima ragazza acqua e sapone che aspira alla santità ed al classico bello da copertina tutto muscoli, cazzo grosso e interiorità zero. E così è stato.

Penelope è una ragazza per certi versi ingenua e inesperta che detesta mostrarsi debole e che vive con la nonna in un posto di merda che non ha nemmeno la luce sulle scale. E’ la classica ragazza normale che la prima volta che viene cagata dal figo di turno ne è talmente lusingata da fidarsi immediatamente salvo poi scoprire che il figaccione è uno stalker del cazzo che non le dà tregua. Quando torna a casa dal lavoro si caga sotto dalla paura di trovarselo di fronte e si aggira terrorizzata per i cunicoli del palazzo fino a che, una sera, non scopre di essere seguita da un tizio con una torcia, che si rivelerà essere il suo nuovo vicino di casa; un figo da paura, grande, grosso, con un membro di notevoli dimensioni (al momento non lo sappiamo ma lo scopriremo presto) che sa ovviamente usare come dio comanda, ex galeotto e rude come un guerriero scozzese d’altri tempi. In pratica: l’uomo che ogni donna sogna, sia per farsi ripassare come ogni donna dovrebbe essere ripassata almeno una volta nella vita, sia per vederlo capitolare in preda all’amore più puro ed adolescenziale.

Si incontrano così, per caso, una sera qualsiasi, e da qui parte una storia d’amore tenera e passionale, fatta di incomprensioni, rivelazioni, silenzi e tanto altro che non voglio spoilerare perchè toglierei il gusto della lettura.
Non aspettatevi però quel romanticismo stucchevole e noioso che alberga nella maggior parte dei libri che si aggirano tra i 2,99 e i 5,99 €. E nemmeno un dominatore che nel giro di due pagine la fa sua a furia di orgasmi multipli provocati da frustate e fustigate (grazie a dio perchè ne ho proprio piene le palle).

Una delle cose che ho apprezzato di più è la calma con cui la storia d’amore si dipana. Non accade tutto in un paio di sguardi ma, nonostante non passino decine di mesi, c’è un’evoluzione del rapporto che è realistica nonostante di realistico e plausibile nella storia ci sia ben poco. Se analizzassi il plot con il cinismo che mi contraddistingue e che mi domina quando trovo un libro scritto di merda che vomita banalità a destra e a sinistra, potrei affermare senza paura di essere smentita, che poco di quello che accade nel libro è compatibile con la realtà. Alcune situazioni sono oggettivamente al limite del plausibile, ed altre assolutamente eccessive, ma la verità è che mentre leggevo di tutto ciò non me ne fregava una beneamata.
L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era leggere subito il prossimo capitolo per capire come si sarebbe evoluta la storia. Ho macinato voracemente ciascuna pagina, gustandomi ogni gesto, sguardo, silenzio in spasmodica attesa.
E cazzarola se Amabile è capace di creare questa fotta di sapere cosa succederà dopo….

Così, mordendomi le mani ogni volta che mi trovavo costretta ad interrompere la lettura, sono arrivata alla fine, che per quanto mi riguarda è troppo rapida. Che poi, detto da me che detesto il perdersi in finali lunghi con profusione di “mi ami? ma quanto mi ami?” sembra pure un controsenso…. ma non avrei voluto che finisse, egoisticamente avrei preferito leggere altre cento pagine di Penny e Marcus, dei loro dialoghi, dei loro silenzi.

Quindi è tutto oro quello che luccica?

No.
Alcune cose non mi sono piaciute.
I capitoli relativi a Marcus mi sono sembrati eccessivamente sbrigativi. Capisco la necessità di sottolineare con lo stile di scrittura la personalità di Marcus, tuttavia penso che una maggior introspezione, meno frettolosa e più riflessiva avrebbe giovato al romanzo e avrebbe potuto sviscerare meglio la sfaccettata personalità del nostro eroe, o quantomeno mostrare il cambiamento interiore avvenuto da quando incontra Penny la prima volta a quando si frequentano assiduamente.
Alla fine tutto scorre così velocemente da lasciare un po’ l’amaro in bocca.
Avrei preferito un maggior approfondimento sia sulla vita di Penny che di Marcus perchè se è vero che l’amore è amore e può superare barriere ed anni di lontananza, è anche vero che gli anni e la lontananza cambiano le persone. La Miss Marple che alberga in me avrebbe voluto una finestra aperta sui cambiamenti che il tempo ha inflitto ai piccioncini.

Detto questo, mi sento di consigliare vivamente questo romanzo. Avrei fatto alcune cose in modo diverso ma quanto appena scritto non va ad intaccare l’ottima impressione che questo libro mi ha lasciato (al punto che ho già messo la versione cartacea nel carrello di Amazon per il prossimo ordine). E’ sempre più raro trovare libri scritti bene, che scorrono come freschi torrenti altoatesini e lasciano addosso una spensieratezza ed una soddisfazione che fanno dimenticare la massa di alberi massacrati per pubblicare 50 sfumature in edizione economica e non.

E non pensate che io prenda una mazzetta dalla Giusti per parlar bene dei suoi libri perchè non è certo colpa mia se è capace di scrivere, e poi onestamente a “L’Orgoglio dei Richmond” ho dato 5, perchè sul romance storico ho le mie incrollabili fisime che nemmeno la scrittura di Amabile è riuscita a infrangere.

Bene care amiche/cari amici, ora vi abbandono.
Sgattaiolo a farmi una camomillona e a leggere “Peccato Originale: L’Innocenza” della Reisz che purtroppo oggi alle 17.30 circa ha cominciato a svaccare alla grande. Peccato perchè la prima metà del libro mi aveva davvero coinvolta. Le do altre 20/30 pagine poi se va avanti così la defenestro senza sensi di colpa.

Fuck The Police !!!!

Poschina

P.s. Ogni qualvolta mi ritrovavo a leggere la parola Marcus il mio cuore tornava a lui: Marcus Fenix…dio quanto mi manca giocare a Gears of War. Marcus, ti amerò per sempre.

Piacevole Sbaglio – Karen Hawkins

Nope….Nope….Nope….Nope
No, ragazzi, così non va. Il mese era partito bene e poi….che succede? Incappo prima nel mostro/Calibano/Apollo e via dicendo e poi nel Coito Interrotto dei Coiti Interrotti. Mi ero dimenticata di aver letto in precedenza altri libri di questa autrice a due dei quali avevo dato un bel 5 pieno, ho scoperto solo ora che appartenevano ad una trilogia che comincia proprio con “Piacevole Sbaglio”.
Questo nuovo tentativo è un gradino sopra ma è e resterà sempre un cazzo di coito interrotto.
Porca Merda !!!!

piacevole

La Trama: Come deve comportarsi una rispettabile giovane donna rapita per errore dal nobiluomo che sta per sposare sua cugina? Può cogliere l’occasione al volo! Tanto più che Julia Frant è da anni segretamente innamorata dell’affascinante Alec MacLean, visconte di Hunterston. Accortosi dello sbaglio, Alec non ha possibilità di rimediare: deve sposarsi entro la mezzanotte o perderà l’eredità del nonno. Tuttavia accoglie di buon grado lo scambio della sposa scoprendo che, a differenza della sua gelida e calcolatrice fidanzata, Julia è piena di passione e di bontà. Senza contare che, quando la prende tra le braccia per baciarla, improvvisamente l’eredità diventa l’ultimo dei suoi pensieri.

Ed ora la parola alla giurata

Siamo onesti, il libro non è mica brutto. E non è nemmeno scritto male…. anzi. Per certi versi devo ammettere che ha un suo perchè.
L’inizio è folgorante.
Siamo nel regno del Superclassicone: lui deve sposarsi entro un tot di ore per prendersi una fracca di soldi ed ha organizzato la fuitina con una stronza civetta interessata solo ai soldi ed invece in carrozza si ritrova la cugina americana di lei che è, oggettivamente, un cesso.

Viene descritta come una specie di topo occhialuto, scialbo e pedante quindi ci immaginiamo che NESSUNO se la voglia scopare, come capita nella vita reale nella quale sguazziamo tutte noi donne normali.
Ma.
Ma qui siamo nel Deep Throat Romance (a seguire DTR) e quindi il cesso di turno è in realtà una gran figa sotto mentite spoglie.
Come scoprire che è una gran figa?
Mettendole 6 metri di lingua in bocca e scoprendo che questo contatto intimo genera un’erezione imponente. La locuzione più usata è “Appena le sue labbra incontrarono quelle dischiuse di lei, intuì che c’era qualcosa di diverso da tutti gli altri baci” o roba moooooooooooolto simile.

Ma quando cazzo mai?
Quando slinguazzai per la prima volta con l’attuale occupante di casa mia, non ho sentito nessun “brivido diverso” ma semplicemente il classico picco di eccitazione, ovvio che se mi avesse fatto schifo non avrei prolungato la cosa. Ma questo “Bacio diverso da tutti gli altri”….cos’è? dov’è? com’è? Ma soprattutto…. Perchè?!?!

In questo specifico caso ovviamente era diverso da quello che il nostro meraviglioso Alec si aspettava, lui credeva di baciare Therese e invece era il MOSTRO. Solo che il suddetto mostro, invece di essere tutta moine e controllo è uno zoccolone che aspetta solo di essere posseduto. E pare, dico pare perchè sono voci di corridoio Romance, che questo faccia sbroccare gli uomini. Quelli belli, titolati e superdotati. Quindi ricordatevi che dovete sembrare un cesso e poi, quando lui vi bacerà (sul come farsi baciare sembrando un cesso lavoreremo un’altra volta) dovete “aprirvi a lui come un ranuncolo ad aprile”, si insomma spiattellatevi addosso al suo statuario corpo, strusciatevi, sospirate, ciucciategli la lingua manco fosse un lecca lecca alla coca-cola e fate scintillare gli occhi.

Questo è sufficiente ad attirare la sua attenzione e contemporaneamente, ostentando sempre un’aria da innocentina (se lo siete davvero avete fatto il botto, cominciate a preparare le partecipazioni), guardatelo con un misto di eccitazione e fastidio. In questo modo lui vorrà possedervi seduta stante, ma si tratterrà per rispettare la vostra verginità.

E qui siamo al 4% del libro.

Il resto procede con un matrimonio non consumato e lo scoprire di Alec che il CESSO è intelligente, caparbia, sexyssima e anche una fanatica dell’impegno sociale e lei i soldi non li vuole per comprarsi il Clarisonic completo di tutte le spazzoline, ma per fare del bene. Per operare a favore dei diritti delle donne disadattate, dei bambini poveri, dei cani abbandonati e via dicendo. Non come me, che per prima cosa comprerei l’intera fornitura dei prodotti “La Prairie” dimostrandomi interessata solo a me medesima. No, lei aspira alla santità e lui è perso. La ama ma ancora non se ne rende conto e lo dimostra evitando di portarsela a letto perchè il loro è un matrimonio di facciata. Sì, avete capito bene, pochissime scene di sesso. Ripeto: pochissime scene di sesso.

Però si indugia sui baci e tutto quello che riguarda la seduzione e la crescente attrazione tra i due funziona a meraviglia. Anzi, alcune situazioni sono davvero intriganti… strusciamenti, sguardi, slinguazzatone……Tutto quello che ci si aspetta da un DTR.

Ma allora, cosa rende questo libro un “coito interrotto”?

Semplice.
Il fatto che lentamente, dalla seduzione e dalla pruriginosità, si passi ad una profusione di zucchero e miele. Di buoni sentimenti (più buoni della bontà di lei ed è tutto dire) e ci si riduca al classico Sole _ Cuore _ Ammmmmore che io, onestamente, un po’ detesto. O meglio, lo detesto quando è troppo marcato, o manca l’ironia, oppure semplicemente quando mi aspettavo la passione e mi ritrovo “quel che resta di un libertino” assoggettato ai più nobili sentimenti.

Per capirci meglio è l’equivalente di essere sull’orlo dell’orgasmo e non raggiungerlo mai, oppure, se preferite metafore meno spinte, essere ad un passo dallo starnuto ed essere impossibilitati a farlo. Due cose che fanno incazzare in egual misura.

E poi c’è un orripilante epilogo ed io l’epilogo di merda non riesco a perdonarlo.

In poche parole

Oh sì !!! Sì…. ancora, ti prego…. così…. ancora….sto venen……. Hei  !!! Ma dove cazzo stai andando? Mi lasci così? Con l’orgasmo interrotto?

Poschina

Postilla

Mi sono appena riletta due libri (a cui avevo affibbiato un 5) della stessa autrice per scoprire che il Coito Interrotto Style è il suo marchio di fabbrica. Facciamocene una ragione….

Cime Tempestose – Emily Bronte

Stavo facendo una recensione di Venetia di Georgette Heyer ma mi sono bloccata. Leggo poche cose nuove (mi sono appena riletta TUTTA Miss Black) e in questo particolare periodo ho dei cazzi per la testa che mi impediscono di concentrarmi pienamente sulla lettura. Bei cazzi, per carità. Avercene di cazzi così. Ben proporzionati, belli da vedere, nuovi da sperimentare….
Si beh. Non che ve ne freghi qualcosa.
Ma tra un pensiero e l’altro sono incappata nel lato oscuro del Romance, ossia uno dei libri con un concentrato di cattiveria e barbarie impressionante. Lui; il semplicemente adorabile “Cime Tempestose”.

cime_tempestose-400x300

La Trama: Il romanzo di Emily Brontë narra la storia di Heathcliff, del suo amore per Catherine, e di come questa passione alla fine li distrugga entrambi.

Ed ora la parola alla giurata

Se Jane Eyre è l’antesignano di tutti gli Harmony, Cime Tempestose è il lato oscuro del Romance. E quando dico oscuro, intendo quelle passioni malate, distorte, insalubri che portano solo morte e distruzione. Dio…. quanto amo questo libro.

La prima volta che mi approccio all’impronunciabile Wuthering Heights, ho circa quindici anni e sto uscendo a fatica dall’infatuazione per Edward Rochester. Potete immaginarvi senza fatica lo shock emotivo nel trovarmi di fronte ad un eroe che è l’antieroe di se stesso, un uomo brutale, vendicativo, cattivo fino al midollo, capace di passioni violente e inarrestabili e di gesti ingiustificabili che non hanno fatto altro che alimentare le mie fantasie adolescenziali, spingendomi, per il resto della vita, a cercare un bagliore Heathcliffiano negli uomini che ho conosciuto.

E’ difatti noto all’umanità che se devo scegliere tra l’eroe senza macchia  e senza paura ed un bastardo che, quasi sicuramente, maltratterà la nostra eroina prima di arrendersi all’Ammmore, io sceglierò sempre e comunque il secondo, senza ombra di dubbio. Altrimenti come spieghereste la mia passione per gentaglia come Christopher o Guy? Sì, è solo colpa di quel grandissimo infame di Heathcliff e della sua fottutissima cattiveria non poi così gratuita se con me il bastardo ha sempre avuto vita facile.

Ma passiamo a noi.

Primo: se proprio dovete guardare una trasposizione cinematografica scegliete quella attempata con Laurence Olivier. Per dio; evitate come la peste l’imbarazzante versione Rai caratterizzata da Alessio Boni con un castoro morto in testa e saltate a piè pari quella con Ralph Finnes e nonricordopiùchialtro perchè a me è partito il fottone dopo dieci minuti.

Secondo: Alla tizia che nelle recensioni Amazon ha scritto “libro noioso, lento….” e via dicendo farei leggere a ripetizione “I Malavoglia” rigorosamente in ginocchio sui ceci.

Ma passiamo a noi (e due)…

Nella sperduta campagna inglese vive una famiglia composta da mamma, papà e due figli viziatissimi. Un giorno il padre va in viaggio e al ritorno si trascina dietro un sudicio bambino (e NESSUNO riesce a togliermi dalla testa che sia il suo figlio bastardo avuto da quale prostituta di origine mediterranea). Fatto sta che il bimbo in questione si dimostra abituato agli abusi e piuttosto coriaceo nel carattere. Paparino ha una spiccatissima predilezione per il bastardello e la giovane, viziata, insopportabile Catherine, comincia a nutrite un affetto sospetto per il moro trovatello.

Quando il vecchio schiatta, il figlio Hindley diventa proprietario della tenuta e comincia a tiranneggiare il povero, bello, sicuramente superdotato Heathcliff, mandandolo a fare i peggio lavori ed inasprendo così un carattere già ai limiti del sociopatico.

Una sera mentre il bastradello e la viziatona stanno spiando i ricchi vicini di casa (notare che viene specificato come ridano di loro), vengono scoperti e a seguito dell’aizzamento dei cani contro gli intrusi, la viziatella viene ferita. Quando si rendono conto di chi hanno tra le mani, cominciano a trattarla da “little Princess” mentre scacciano il povero Heathcliff manco fosse il figlio del figlio della serva.

Da questo momento in poi assisteremo alla lenta ed inesorabile discesa negli inferi.

Catherine non farà altro che esaltare quei pappamolle dei Linton facendo morire dentro Heathcliff, ed essendo sempre stata vittima di vanità e aspirazione alla ricchezza, comincerà a comportarsi da piccola puttanella altolocata. Il bastardello verrà lasciato da parte sempre più spesso fino al giorno in cui, origliando, sentirà Catherine dire alla domestica che “non potrà mai stare con un buzzurro come Heathcliff e che si vergogna di lui”.

Ed ecco il BM di tutta la storia.

Heathcliff, ascoltate queste parole poco lusinghiere fugge e non rimane a sufficienza ad origliare per sentire la puttanella cosmica dichiarare “Io lo amo, siamo affini, mi conosce meglio di chiunque altro, non posso pensare ad un’esistenza senza di lui” ed altre smielate del genere.
Dopo aver fatto outing con la domestica, si scopre la fuga di Heathcliff e Catherine ne rimane talmente sconvolta da sposare il giovane, noioso, molle, antipatico erede dei Linton.

Tre anni dopo (Minchia 3 anni !!!) un gran figo si affaccia in quel della landa desolata. E’ lui. Il vendicativo Heathcliff che ha passato il tempo acculturandosi, ripulendosi, infighendosi e accumulando denaro [scommetto la mia tetta sinistra che ha fatto il tutto in modo illegale]. Torna a casa, sottrae l’antica magione all’odiatissimo Hindley che ormai è uno sbevazzone dedito al gioco e poi si presenta a casa Linton per dimostrare quanto sia notevolmente figo. Catherine per poco non ci rimane secca e quella cretina, superficiale, stupida della sorella di Edgar: Isabella, si invaghisce del bel tenebroso al punto di convincersi che lui la ami…. ahahahahhahahahaha… mio dio Isabella, sei la vergogna del nostro sesso. Ma non lo sai che uomini come Heathcliff amano una sola volta ed è per sempre? Ma dico io !!!! E’ l’ABC delle relazioni con un sociopatico.

Cmq. Catherine insiste nel cercare di convincere Isabella che il figaccione non la ama proprio per un cazzo e anzi, che le fa la corte solo per indispettire Edgar e per far soffrire lei. Purtroppo Catherine non conosceva la sottile arte della psicologia inversa e con il suo maniacale impegno nel dissuadere la cognata, non fa altro che spingerla tra le braccia e nel letto dell’amato Heathcliff. Una volta sposati, lui la maltratta psico-fisicamente e voi donnicciuole che leggete di uomini dominanti e brutali, finchè non avete letto questo libro non potete avere idea di cosa significhi la parola prevaricazione.

A questo punto Catherine è praticamente sull’orlo dell’esaurimento nervoso, oltre ad essere, ovviamente, gravida. Ama ancora appassionatamente e visceralmente il bastardello e lui è sempre più crudele con tutti, cosa che la fa soffrire perchè vogliono farci credere che, in fondo, lei sia una pura di cuore. Mentre giace quasi sul letto di morte, con il pancione al nono mese, Heathcliff corre da lei ed in una scena straziantissima i due ex fratellastri, ex amanti, ex rivali, si dichiarano eterno amore. Poi lei mette al mondo una splendida bambina e schiatta.

Se possibile, Heathcliff peggiora sensibilmente e schiavizza chiunque. Sua moglie, il figlio, il figlio di Hindley e la figlia di Catherine e anche i cani. Tutti vittime della profonda infelicità di quest’uomo. Ed il fatto che io provi per lui una certa compassione e che lo reputi a tutti gli effetti l’Eroe degli Antieroi, la dice lunga su quanto abbia bisogno di un aiuto psicologico.

Poi certo, qui siamo solo a metà libro e di cose ne devono succedere un botto, ma riguardano la storia tra Hareton (figlio di Hindley) e Catherine Jr., è un pappone atto a dimostrarci come le cose tra Heathcliff e Catherine avrebbero potuto essere se il destino non fosse stato avverso e a noi, della versione edulcorata della storia, non frega assolutamente niente.

Finirà bene?
NO, cazzo !!!! E’ uno dei motivi che mi fa amare questo libro oltre ogni immaginazione.
Finisce con Heathcliff che ossessionato dal fantasma di Catherine, fugge di casa disperato, va al cimitero, dissotterra quel che resta della sua amata e poi viene trovato defunto nel suo letto, così decidono di seppellirlo vicino alla sua adorata zoccoletta.

Ah, che bella storia d’amore.
Triste, disperata, avvilente, degradante, mortificante…. eppure così perfetta. Nell’immaginario collettivo, infatti, questa storia dominata da passioni violente, gelosie estreme, atti di egoismo al limite del tollerabile, prevaricazioni di ogni tipo e soprattutto da testardaggine infinita, è considerata una Grande Storia d’Amore.
E non sia mai che io mi discosti dall’immaginario collettivo.

Io ci sguazzo nell’immaginario collettivo.

Ma non voglio chiudere senza dirvi che io considero Catherine una donna insopportabile. Vanitosa, vittima dell’idolatria della ricchezza, superficiale, accentratrice e soprattutto la causa di tutti i mali del mio povero, sensibile Heathcliff.

In poche parole

Out on the winding, windy moors we’d roll and fall in green. You had a temper, like my jealousy too hot, too greedy. How could you leave me? When I needed to possess you?
I hated you, I loved you too (K. Bush)

Poschina

Una Paziente Conquista _ Sherry Thomas

Sherry Thomas è una scrittrice che non ho ancora ben inquadrato. Intime Promesse mi aveva piacevolemente stupita, poi però purtroppo, ero rimasta abbastaza delusa da Tentazioni deliziose. Ho deciso di ritentare la fortuna con Una paziente conquista e oggettivamente, trovarmi quasi a piangere dalla commozione sul treno delle 18.32 in un freddo venerdì sera, deve essere considerato un successone. Certo, se escludiamo il violentissimo imbarazzo nel rendermi conto di essere stata abbandonata dal mio proverbiale cinismo.

ROMANZI_1102La Trama: I genitori di Millie, borghesi arricchiti, vogliono per la figlia diciassettenne un marito titolato. Il giovane lord Fitzhugh, che ha ereditato una proprietà diroccata e molti debiti, è lo sposo perfetto. Ma se per Millie scatta il colpo di fulmine, Fitz invece prova per lei solo avversione, dato che sarà costretto a rinunciare a una fidanzata bellissima. Viene quindi stipulato un patto: la consumazione del matrimonio verrà rinviata di otto anni e, generato un erede, i due coniugi condurranno vite separate. Tuttavia, all’approssimarsi della scadenza, quando l’amicizia nata fra loro fa sperare a Millie di poter infine conquistare il marito, inaspettatamente ricompare la vecchia fidanzata…

Ed ora la parola alla giurata – piccoli spoiler semi innocui

Una delle caratteristiche che amo di più di questa autrice, è la sua capacità di entrare nei personaggi e far sentire al lettore tutto il loro mondo interiore. E se da una parte, avrei preso a calci Millie per la sua incredibile capacità di annullarsi in funzione dell’uomo che ama, dall’altra, ho ammirato la forza di volontà di questa ragazza, profondamente e irrimediabilmente innamorata del suo futuro marito, il quale, a pochi giorni dalle nozze, le dice apertamente che è stato costretto al matrimonio e che non la amerà mai in quanto il suo cuore appartiene ad un’altra.

Sono distante anni luce da questa eroina.
Mi mancano completamente la propensione al sacrificio, l’altruismo incondizionato, il votarsi al bene altrui.
Ma so benissimo cosa voglia dire stamparsi in faccia un bel sorriso, fare conversazione, intrattenere, compiacere, mentre l’infelicità ti stritola l’anima. E’ forse per questo che mi sono ritrovata profondamente commossa dalle vicissitudini di questa ragazza, che vede il suo sogno d’amore sgretolarsi davanti ai suoi occhi senza poter fare nulla per impedirlo e soprattutto essendo pienamente conscia di dover convivere per il resto della vita con un uomo che per lei non prova nulla, se non, quantomeno all’inizio, un odio viscerale essendo la sua futura moglie la principale causa della profonda infelicità che lo attanaglia.

Al contrario di quanto potrebbe sembrare all’inizio, Millie è una ragazza prima ed una donna poi, dotata di una forza straordinaria. Sensibile, caparbia, intelligente e sagace, fa di tutto per smettere di sperare che prima o poi il marito si accorga di lei e nonostante gli sforzi, ogni volta che lui le dedica attenzioni, lei ricasca nell’assurda speranza adolescenziale di poter essere per lui qualcosa di più dell’autera, perfetta, composta consorte.

La vita della coppia comincia con la peggior luna di miele della storia, dalla quale possiamo evincere nel giro di pochissime pagine quanto Fitz sia debole e immaturo e quanto Millie invece  sia pragmatica e lucida. La vita matrimoniale scorre negli anni intervallata dalle crisi di insofferenza di Fitz e da una costante dimostrazione di stoicismo da parte della moglie che non solo è sempre pronta ad essere l’ancora nella quale aggrapparsi nei momenti bui, ma soprattutto che gli lascia una libertà di azione extraconiugale ai limiti dell’umano. Fitz infatti passa la sua vita da un’amante all’altra senza che questo, apparentemente, turbi la sua placida mogliettina.

Certo, le cose cambiano quando Fitz le dice serenamente che la donna che ha sempre amato è tornata a Londra e che lui ha intenzione di intraprendere con lei la relazione che non ha potuto avere otto anni prima proprio a causa del matrimonio. Tuttavia, per onorare il patto fattole anni prima, afferma che prima di tornare tra le braccia della zoccolissima Isabelle ha intenzione di consumare finalmente il matrimonio e di mettere al mondo un erede.
A quel punto il cieco, ottuso, adolescenziale Fitz, si accorge che la moglie ha dei comportamenti che solitamente non le appartengono e comincia a ragionare su quella che è stata la sua compagna per otto anni e sulla strana richiesta che lei gli a pochi giorni dalle nozze: avere un matrimonio bianco per i successivi otto lunghissimi anni.

Questo è il BM della storia.

Fitz pensa che lei non voglia andare a letto con lui in quanto non innamorata nè interessata, mentre lei fa questa richiesta apparentemente folle perchè sa benissimo che se ci andasse a letto perderebbe completamente la testa e non riuscirebbe più ad accettare una vita coniugale costellata di amanti ed avventure frivole.

Inutile sottolineare che l’unico ciula che non si è reso conto di quanto sua moglie sia innamorata di lui, è proprio il nostro bellissimo, dotatissimo Fitz; sorelle, amici e parenti le ripetono continuamente che prima o poi lui aprirà gli occhi e si accorgerà della fortuna che ha avuto a sposarla mentre lui continua, ostinatamente, a pensare alla sua fiamma adolescenziale; la procace, esuberante, futile Isabelle.

Alla fine l’idiota, si renderà conto di quale tra le due è la donna che veramente ama?

Al solito il libro è strutturato con un costante alternarsi tra il passato e il presente. Splendidi tutti i flascback e accattivante la second story tra la sorella di lui Helena e l’amico di famiglia Hastings.

Mi è piaciuto al punto che non sono riuscita a chiudere il kindle fino a che non ho letto la parola fine ed erano più o meno le 4.20 del mattino. Una roba che non mi capitava da non so quanto tempo.
Brava Sherry, brava davvero.
Sei persino riuscita a strapparmi una lacrimuccia e ti sei meritata tutta la mia ammirazione tirando fuori una delle frasi più belle sull’infelicità che abbia letto negli ultimi anni: “L’infelicità era davvero tanto invisibile? O la gente preferiva semplicemente girarsi dall’altra parte, come con i lebbrosi?”

In poche parole

Quando si dice “rimanere ancorati al passato”……

Poschina

Intime Promesse – Sherry Thomas

Ho acquistato questo libro il primo settembre e l’ho impunemente lasciato in giacenza tra i libri da leggere in un futuro non determinato perchè ogni tanto ho dei picchi di coglionaggine immensi.
Pensavo fosse noioso.
Pensavo che fosse un pappone pallosissimo su una coppia di età avanzata che resta separata per anni, poi lei chiede il divorzio e lui decide di rendergliela difficile perchè è uno stronzo.
La realtà però si è rivelata profondamente diversa.

_opIntimePromesse1_1299106388

La Trama: Da oltre dieci anni sono separati dall’oceano: lei a Londra, lui a New York. Il matrimonio tra lord e lady Tremaine è perfetto, basato sul rispetto, la cortesia e… la distanza. Difficile trovare un compromesso migliore per la società vittoriana. Nessuno si spiega, però, cosa possa aver messo fine a una passione così intensa. Uno scomodo segreto, l’orgoglio dettato da parole troppo a lungo taciute e un’ambizione spregiudicata hanno deciso per loro. Ma adesso una richiesta di divorzio sconvolge l’equilibrio finora mantenuto. Un accordo privato e una scadenza che rimanda tutto all’anno seguente decideranno se la coppia più invidiata di Londra sarà in grado di ricucire gli strappi del tempo oppure se dovrà separarsi per sempre.

Ed ora la parola alla giurata

Se escludiamo le ultime 5/6 pagine, questo libro è semplicemente delizioso.
Non voglio spoilerare troppo perchè davvero vi toglierei il gusto di una lettura leggera, per niente stupida, spesso realistica nel descrivere le spesso folli dinamiche di coppia, che congiunge il gisuto mix di erotismo e approfondimento dei personaggi che permette di non restare delusi da ogni punto di vista.
Ma passiamo a noi.

Gigi è una ragazza pragmatica che è stata cresciuta da una madre che le ha insegnato come unico mantra della vita che deve sposare un titolato.
Camden è povero in canna ma eredita un titolo il che lo rende perfetto per Gigi.

Si incontrano più o meno per caso e anche se fondamentalmente nessuno dei due lo vuole, si innamorano. Sono giovani, inesperti, impreparati a gestire i sentimenti e la fortissima attrazione che permea ogni loro incontro, e lei fa un errore strategico che le costerà i successivi dieci lunghi anni di vita.

Agisce scorrettamente pur di ottenere il suo scopo, viene scoperta e punita brutalmente.
Camden la sposa e la mattina dopo la lascia per trasferirsi negli Stati Uniti, fino ad oggi, giorno in cui decide di tornare a Londra per capire se sia il caso o meno di concedere il divorzio a quella puttana di sua moglie.

Il libro intelligentemente e senza annoiare saltella nei dieci anni, dal loro incontro all’oggi, per spiegarci nel dettaglio cosa è successo e perchè oggi siamo al punto di rottura.
Lo fa delicatamente, con momenti di spiccata ironia intervallati ad altri di riflessione.
Il torto di Gigi era poi così imperdonabile?
La rezione di Camden non è forse eccessiva?
E i sentimenti che provavano, che fine hanno fatto?

Il prezzo che Gigi paga per la sua menzogna è altissimo, e se da una parte è comprensibile l’iniziale reazione del futuro marito, la sua vendetta risulta per certi versi agghiacciante e spietata.

L’orgoglio maschile ferito è una bestia difficile da addomesticare e una volta che certe dinamiche si sono insinuate in una coppia diventa quasi impossibile scardinarle in funzione di un dialogo o anche solo di una riflessione “a freddo” sugli avvenimenti accaduti.

Non posso andare oltre, ma posso consigliarvi questo romanzo.
E’ scritto bene, si legge senza fatica, noia o sbuffate varie.
Avidità, sentimento, paura, orgoglio, innocenza, inesperienza, fiducia, cattiveria, pianificazione.
Tutto questo e molto altro.

Ho apprezzato soprattutto il personaggio di Gigi, completamente diversa dalle millemila eroine romance tutte uguali. Lei è diversa, intelligente, cinica, spietata, fragile e contemporaneamente estremamente forte; non si lascia abbattere da nulla. Cade, si rialza e lotta.
Brava Gigi.

Certo, io le ultime pagine le avrei strutturate in modo diverso, troppo frettolose e anche un filino mielose rispetto al resto del libro….ma oggi non ho intenzione di rompere i coglioni all’universo mondo, ed onestamente non hanno intaccato l’alta opinione che mi ero costruita nelle precedenti 250 pagine.

In poche parole

Un romance originale, interessante, per certi versi profondo. Sicuramente meritevole di attenzioni e sospetto anche di una seconda lettura.

Poschina