Histoire d’O – Pauline Rèage

Sappiate che inizio a soffrire moltissimo per le alte aspettative che dimostrate nei miei confronti.

Sì. Non so bene il perchè, ma pare che il fatto che mi diletti e mi sollazzi leggendo “Harmony” provochi una certa irritazione generale. Come se io dovessi leggere sempre e soltanto libri impegnati e di alto livello e dovessi passare le mie giornate deprimendomi dopo la rilettura del “L’insostenibile leggerezza dell’essere” che ho letto una volta sola ed ancora mi sveglio la notte in preda ad incubi allucinanti e ad uno stato depressivo da manuale.

Ho recentemente letto Anna Karenina ed ho odiato il personaggio di Anna dalla prima comparsa all’ultima. Per carità libro stupendo, scritto divinamente ed appassionante come pochi, ma l’insicurezza di Anna, l’indecisione, gli atteggiamenti da bambolina viziata me l’hanno fatta odiare come raramente mi è capitato di odiare un personaggio per il quale si dovrebbe simpatizzare. Ho amato Levin. Ho adorato Levin. E anche la dolce Kitty. Ma Anna no.

Questo per dirvi che non ho abbandonato la Letteratura con la L maiuscola. Ma ho diversificato la Lettura per permettere al mio cervello di riposarsi un pochino.

Conscia di non dover giustificare oltre i miei guilty pleasures, affronto il tema di oggi: mi sono dedicata alla Letteratura erotica partendo dal classico dei classici. Anzi, forse il secondo classico dei classici, perchè a mio modesto parere il primo è “L’amante di lady Chatterley” che per inciso è un bellissimo libro carico di passione che consiglio vivamente a tutti… uomini e donne.

Histoire

Cmq, dopo un paio di chiacchierate con alcune colleghe che si dilettano il letture erotiche, mi sono decisa a leggere l’”Histoire d’O” cercando di non informarmi troppo, per non togliermi il gusto della lettura e della sorpresa.

Trama

“Forse aveva amato René soltanto per imparare l’amore, per imparare a darsi meglio, schiava e soddisfatta.”

E ora la parola alla giurata…

Mi è piaciuto? Moltissimo.

Sono rimasta turbata? Moltissimo.

Lo consiglierei? Sì, ma non a tutti.

Se avete intenzione di leggere il libro non andate avanti, contiene spoilers!!!

L’Histoire d’O (scritto negli anni cinquanta) narra le vicende di una ragazza che spinta dal voler dimostrare totale devozione al suo amante Renè, accetta di farsi condurre in una ricca dimora per diventare l’oggetto sessuale di chiunque voglia e in qualunque modo desideri possederla. Donne, uomini, giovani o vecchi che siano. Le regole della casa sono semplici. Devi sottostare a qualsiasi richiesta ti facciano, che poi richiesta è eccessivo. Diciamo, per essere onesti, che devi girare nuda, con collare e polsini in modo di poter essere legata ad esigenza, e tenere per ovvi motivi la bocca sempre, costantemente, semiaperta. Non devi parlare se non interpellata e, nel caso avessi l’esigenza di urlare e piangere mentre ti frustano o sodomizzano o facciano entrambe le cose contemporaneamente, puoi farlo. Non farà che eccitare i partecipanti e ti adoreranno per come sopporti in silenzio le torture.

L’Histoire d’O è un libro crudele, ipnotico, sensuale e irresistibile.

Non voglio farne una questione di femminismo/maschilismo/schiavismo e non ho alcuna intenzione di schierarmi con le femministe degli anni settanta, nè tantomeno provare a psicanalizzare O.

L’Histoire è principalmente la descrizione del totale abbandono nella disperata ricerca dell’amore. O ama Renè, lo ama tanto da permettergli di cederla a chiunque e di parlarne come se fosse un oggetto inanimato da vendere al miglior offerente, anzi; O è orgogliosa che lui la trovi talmente importante da volerla condividere, o meglio, da volerla cedere in prova ad altri. Come fosse una bella macchina su cui fare un giro. Al corpo di O non viene risparmiato nulla. Frustate, sodomizzazione, fellatio al limite del tollerabile; tutte pratiche a cui lei è in un certo qual modo, felice di sottostare. Basta che Renè le dica che la ama e lei è felice.

L’equilibrio si incrina quando Renè la offre a Sir Stephen il quale vuole portarla ad un livello più alto di sottomissione. L’amore di O si trasferisce lentamente e progressivamente su Sir Stephen, che è più vecchio di Renè, più esperto e terribilmente più crudele. O farebbe di tutto per farsi amare da lui, ed arriva al punto di farsi marchiare a fuoco il monogramma del Sir e di farsi agganciare alle labbra della vagina degli anelli di una catena tramite i quali potrà essere portata in giro alla stregua di una schiava.

Il libro si conclude con la descrizione della villa nella quale Sir Stephen porta O perchè vi resti un’intera settimana. Completamente nuda, salvo una maschera e degli zoccoli, viene tenuta alla catena (affrancata alla vagina) e lasciata sola tutta sera alla mercé degli ospiti, i quali la toccano, la guardano stupiti ed alcuni addirittura inorriditi, fino a che “Sir Stephen e il Comandante, svegliata Natalie che dormiva ai piedi di O, fecero alzare O, la condussero al centro del cortile, le tolsero la catena e la maschera, e, rovesciatala su un tavolo, la possedettero a turno.”

Ormai O è soltanto un oggetto. Quello che resta della persona O è un corpo svuotato da ogni personalità, privo di arbitrio, plasmato in ogni sua parte per servire il proprio padrone e per aderirgli al meglio. Il potere di O, sta tutto nella totale ed incondizionata sottomissione che sembra, e sottolineo sembra, rendere Sir Stephen uno schiavo della sua dedizione. In realtà ci sono molti dettagli che ci fanno capire che non è così. E la mente di O, che è stata plasmata ancora più duramente del corpo, non può più sciogliere le catene che la legano a Sir Stephen. Quando lui le fa notare che volendo può liberarsi di lui, rifiutando di essere di sua proprietà, lei lo irride. Non può più vivere senza la sua approvazione.

Le punizioni, le rinunce, la violenza, sono per O la dimostrazione di quanto lui la ami. O ha fatto modo di diventare solo un oggetto, l’oggetto preferito, l’orologio di lusso, l’auto d’epoca, la villa padronale. Non è più una persona. E’ solo un oggetto prezioso.

Devo ammettere che alcune descrizioni mi hanno turbata abbastanza. Per niente volgari, per carità, ma così cariche di implicazioni psicologiche da risultare quasi fastidiose. Non è uno di quei libri Master&Servant che tanto vanno di moda adesso, perchè in tutti i libri moderni, la donna è parte integrante/attiva del gioco di dominazione/sottomissione. E’ una sottomessa eroticamente consapevole, partecipe, complice di un gioco, mentre O è semplicemente una schiava.

Una donna che in nome dell’Amore, quello con la A maiuscola, idealizzato fino all’inverosimile, accetta l’annullamento totale, l’abbandono di qualsiasi interiorità, fino a restare un corpo aperto e disponibile. E’ schiava, isolata dal mondo, la sua esistenza è possibile solo all’interno delle mura di una casa, in un giardino privato e inaccessibile, per poter esistere deve essere sola.

E’ questo che faccio fatica ad accettare. Il totale abbandono per un altro essere umano. Il prendere quello che sono e lasciare che qualcun altro lo plasmi, lo modifichi, lo mortifichi per renderlo più piacevole ai suoi occhi.

Quello che prova O, è devozione.
Il suo Dio è prima Renè, poi Sir Stephen.
Un Dio che ha il potere di distruggerla e di donarle il massimo piacere.
Un Dio al quale lei si affida completamente.
Non sappiamo che fine farà O. Ci sono un paio di alternative mostrate alla fine del libro.
Io scommetto in una parabola tragica. Ma si sa, a me i lieto fine lasciano l’amaro in bocca.

In poche parole

Tutto quello che avreste voluto sapere sul Master&Servant ma non avete mai osato chiedere.

Poschina

2 pensieri su “Histoire d’O – Pauline Rèage

  1. Cara Leggivora, sai che ti ammiriamo.
    Ci è stato utile rivedere (ricordarci di) Historie d’O con gli occhi di una persona come te.
    Perchè a noi HdO dà (ha sempre dato) invece fastidio?
    Gli eccessi cui viene sottoposta sono, appunto, eccessi: e possono esserlo solo in quanto ideologici, non sentimentali; l’eccesso sentimentale si perdona ed ammira, perchè è tale; quello ideal-descri-ricostruttivo è penoso e bolso: serve al prurito degli altri non alla gioia, pur dolorosa, del sesso.
    Quando uscì il film (e che bagarre audiovisiva…) non si liberò-evolse-divertì nessuna donna: e nessuna coppia come noi.
    Baci

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