C’è sempre un momento determinante nella vita di ognuno di noi.
Per quanto mi riguarda lo spartiacque della scorsa settimana è stato seguire l’impulsività e acquistare un libro del quale non sapevo nulla, di un’autrice della quale non sapevo nulla e convincermi con tutte le forze che la trama era intrigante e quindi anche il libro lo sarebbe stato.
Grave errore.
Ho abbassato la guardia ed ora ne pago le conseguenze.
Amarissime.
La Trama: Inghilterra, 1817 – Venetia Stratham ha una missione: salvare sua sorella dalle attenzioni inappropriate di Quinn Wilde, Conte di Traherne e noto libertino. Caduta in disgrazia agli occhi della famiglia e del ton dopo avere abbandonato all’altare il fidanzato, che si era presentato in chiesa con i chiari segni di una notte di bagordi insieme a un’altra donna, Venetia è disposta a tutto pur di evitare a Ophelia una sorte simile alla sua. Anche a recarsi mascherata in un bordello per ottenere prove del comportamento licenzioso di Quinn. Peccato che si ritrovi invece coinvolta in un attentato alla vita del conte e, a causa di un terribile malinteso, subito dopo intrappolata in un matrimonio di facciata proprio con l’arrogante, sensuale e irresistibile Quinn. Così, ora ha una nuova missione: domare l’indomabile marito.
Ed ora la parola alla giurata – spoiler un po’ ovunque
Da dove comincio?
Dalla noia delle prime pagine o dalla noia di quelle dopo?
Oppure dalla noia dei personaggi?
O forse sarebbe meglio focalizzarsi su Venetia, ribattezzata dopo una decina di pagine “La Figa di Legno” e successivamente, passatemi il francesismo, “Il Palo in Culo”?
Ma no, dai…..parliamo del libertino bellissimo, sexyssimo, e qualsiasi altra cosa vogliate ….issima che dovrebbe essere l’uomo che non deve chiedere MAI ed invece dopo 3 minuti è Sentimentalmente Genuflesso* ai piedi della reticente pulzella? E che poi scopriamo essere genuflesso da tempo immemorabile?
Ma bando alle ciance e concretizziamo.
In un bordello si scontrano e si incontrano Venetia e Quinn. Lei vuole convincerlo a non sedurre la dolce, svampita e rimbambita sorellina, lui in realtà è libertino cinico di fama e buono come una palletta Lindt dentro perchè si sta interessando alla piccola Ophelia per rimediare ad una specie di torto fatto due anni prima a Venetia. E già qui mi parte il tedio.
Se poi aggiungiamo che si capisce immediatamente che lui la brama e che lei lo brama, capirete quanto poco sorprendente siano il bacio che si scambiano, e anche la ciucciata di capezzoli perchè tutto è già stato fatto intuire, peggio….tutto è stato detto dai protagonisti che non fanno altro che segarsi mentalmente sul tema “mi piace ma quanto mi piace ma non voglio farglielo sapere”. Qui mancano le basi che muovono il romance, manca il dubbio, manca il pathos, mancano sale e pepe e ci resta un minestrone sciapo e cotto male.
Ma non preoccupatevi, può peggiorare.
Ed infatti qualcuno cerca di uccidere Quinn ma purtroppo non schiatta perchè lei lo soccorre, poi cercano di ucciderlo di nuovo un paio di volte e non so come i due idioti si trovano fidanzati e sposati nel giro di mezza pagina, fastidiosamente convinti che sia un matrimonio solo di facciata, senza sesso, senza amore, senza, punto e basta.
Ma certooooooooooooo!!!!! Ed io sono nata ieri….
Mavaffanculova!!!!!!!
Due pagine dopo lui la fa orgasmare prima con le dita e poi con la lingua e poco ci manca che raggiunga lo scopo anche con lo sguardo, allora lei pensa di poter ricambiare facendogli una sega, sì….avete capito bene, glielo prende letteralmente in mano ma Riccardo Cuor di Leone si nega, perchè a lui così non piace, lui la vuole coinvolta, vogliosa e sbavosa. Si tiene la sua granitica erezione (in realtà è sempre, perennemente in tiro, perche lei si fa smarmellare, slinguare, sditalinare e sgodazzare ma non sia mai che smolli lo scrigno segreto…dio quanto la odio!) e continua a recitare il ruolo di marito poco coinvolto sentimentalmente.
Come direbbe Califano “Tutto il resto è noia….no, non ho detto gioia, ma NOIA, NOIA, NOIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
E sono solo a metà libro.
Ebbene sì, l’ho finito.
E mentre chiudevo, finalmente, il mattone, questo è quello che ho sentito esplodere in ogni molecola del mio corpo.
Vi riassumo in poche parole quello che succede da metà libro in poi: due palle.
Succede di tutto ma in pratica non succede niente. Ovvio che i due si scoprano innamorati, un po’ meno ovvi sono il rapimento di Venetia e la sua insostenibile insicurezza mista a pucciosità mista a gattamnortismo e santamariagorettismo che l’hanno fatta diventare, a tutti gli effetti, in personaggio femminile più detestato di questo 2018. E non era così semplice, perchè conosco donne che eviscererei volentieri [come potete notare in questo periodo sprizzo bontà da ogni poro].
Il problema di questa donna è che vogliono presentarcela come una donna con i controcoglioni quando in pratica è la classica donnina media che frigna ogni due per tre, perennemente alla ricerca di approvazione e sempre in odore di santità. Ok, forse sto esagerando un po’, ma mi sta pesantemente sulle palle e non riesco a trovarle dei lati positivi.
Non aiuta la scena, che dovrebbe essere il perno della seconda parte del libro, della seduzione in camera da letto. In pratica lei si scopre innamorata di Quinn (ma dai? non ce ne eravamo mica accorti) e decide di farlo innamorare pensando bene che l’unico modo sia sedurlo in camera da letto. E come fa? chiederete voi donne moderne che cercate da anni di asservire il vostro uomo.
Ve lo dico io.
Cerca goffamente e fastidiosamente di comandarlo, usando male il gioco del concedersi e negarsi e risultando esclusivamente fastidiosa e molesta, antipatica e anche mezza cogliona e lui glielo permette diventando ai miei occhi sessualmente intrigante come un pezzo di sedano dimenticato per mesi in frigorifero. Ah, già che ci siamo lei gli fa un pessimo pompino che cmq lui apprezza tantissimo perchè l’inesperienza lo eccita da morire. Bah.
Seguono il famoso rapimento, le confessioni di amore reciproco e tantissimo sesso.
Che dire?
Io l’ho odiato.
La colpa più grande di un libro non è la bruttezza della storia e nemmeno una brutta scrittura, il peccato mortale è la noia. Un libro noioso, prevedibile, non necessario. Un libro che non lascia nulla se non l’amaro in bocca per una storia che avrebbe potuto essere gestita meglio.
Sarà colpa del mio umore, della mia crescente sfiducia nel genere umano, della mia avversione per la donna piagnina…..non so.
So solo che ho fatto una fatica boia a finirlo e non lo consiglierei nemmeno a chi mi sta particolarmente sul cazzo.
In poche parole
E’ il quarto libro della serie “Amori da Leggenda” ma di leggendario c’è solo il mio accanimento nel finirlo.
Poschina
*Si ringrazia la straordinaria Franca Leosini per questa meravigliosa locuzione.