Una Tentazione Pericolosa – Lisa Kleypas

Sono le 20.44 di un giovedì sera di una giornata piuttosto impegnativa, una giornata non uggiosa ma splendida e calda, una giornata che avrebbe meritato qualcosa di più di una cocente delusione letteraria.
Ma andiamo con ordine.
Avete presente quando andavate a casa della nonna e lei si lamentava sempre delle stesse cose? E voi, giovani virgulte, annuivate e intanto pensavate “Dio che palle! Avrei potuto essere in giro con le mie amiche e invece sono qui ad ascoltare questa vecchina alla quale voglio sì bene, ma che mi sta scartavetrando i coglioni!”.
Ecco, sappiate che se andate avanti a leggere sarà questa la sensazione che proverete, perchè questo libro ha accelerato il mio invecchiamento cerebrale trasformandomi nella vecchina che ho sempre desiderato essere.

La Trama: Lady Merritt Sterling è una giovane vedova dal forte carattere che guida la compagnia navale del defunto marito. La buona società londinese muore dalla voglia di vederla al centro di uno scandalo, ma lei è troppo sveglia per dare loro questa soddisfazione. Fino a quando non incontra Keir MacRae, un rude distillatore di whisky scozzese. Non potrebbero essere più diversi, eppure sono attratti in modo irresistibile. E la loro passione potrebbe mettere entrambi in pericolo…

Ed ora la parola alla giurata

Non è mai bello quando a me viene voglia di saltare righe, paragrafi, pagine, capitoli. Peggio mi sento quando ho voglia di saltare quelli nei quali si tromba. Passino la vecchiaia e la peri-menopausa, tutti sanno che non rinuncio mai ad una sana discussione su orgasmi e clitoridi, che amo leggere di verghe turgide e capezzoli di Vigorsoliana memoria, di guaine bollenti e spadoni sfoderati con audacia. Ebbene, i rapporti sessuali tra i due protagonisti li avrei evitati volentieri. Ok, sono in pre-ciclo, non il momento ideale a livello ormonale ma stavolta non è colpa mia. Stavolta è tutta solo colpa sua. Di Zia Lisa. Questa stronza.

SPOILER – che comunque vi consiglio di leggere pechè tanto il libro fa cagare

Cominciamo immediatamente a recriminare.
Per chi avesse dormito negli ultimi 20 anni faccio un piccolissimo recap della situazione:
in principio furono le zitelle (Wallflowers in inglese), 4 sfigate che chissà come e chissà quando riescono ad accalappiare uomini bellissimi, cazzutissimi, ricchissimi ed alcuni anche titolati. Idde ovviamente si sono riprodotte a nastro, generando una schiera di eredi dei quali oggi ci troviamo costrette a sorbire le gesta (4 volte su 5 completamente inutili o quasi). Prima fu Gabriel, grandissimi figo, figlio del mai dimenticato Sebastian St. Vincent e della dolce Evie, poi fu il turno di Phoebe, primogenita della coppia sopra citata e sorella di Gabriel (trovate le loro storie nella serie Ravenel) ora ci tocca la figlia di Lord Westcliff e Lilian Bowman, e dico “ci tocca” perchè per quanto mi riguarda è stato come avere un attacco di dissenteria.

Riflettendoci a posteriori, credo che Zia Lisa abbia scritto questo libro solo per me. Perchè diciamocelo, è riuscita nella difficile impresa di mettere nella stessa opera tutte le cose che più mi irritano nei romance. TUTTE. Solo su una ho qualche dubbio, ma solo perchè a fine libro ero così incazzata che non mi sono messa, calcolatrice alla mano, a fare i conti.

Partiamo dall’AAAAAAAAAMMMMOOOOORRREEEEEE.
Prima pagina del capitolo 1, ci viene introdotto il personaggio di Merrit, vedova paffutella (leggere Liz Taylor perrchè lo sappiamo tutti che paffutella in gergo romance significa graziosa pulzella minuta, formosa e con culo, cosce e tette di marmo) che gestisce la compagnia navale del defunto marito. Pagina 4 del primo capitolo, entra in scena Keir MacRae, scozzese di una fighezza immane, rude e impregnato di whisky dalla testa ai piedi, molto incazzato. Lei lo vede e si bagna immediatamente come un’adolescente di oggi di fronte a Damiano dei Maneskin mentre, truccato da moderno FrankNFurter, esclama “Fuck Putin” per accalappiarsi voti nella terra degli stereotipi per eccellenza; gli Stati Uniti D’America, che poi è la stessa nazione di Zia Lisa. Un caso? Non credo proprio.

Comunque…
Lo vede, si bagna, lui si eccita….e per una serie di coincidenze al limite del sostenibile lei lo vede nudo e indovinate un po’? Ha il cazzo grosso!
E siamo solo a pagina 10 o roba simile del primo capitolo.
In sequenza ci troviamo a subire una serie di espedienti comodi talmente raffazzonati ed esagerati da avermi fatto sperare che la Kleypas avesse deciso di mandare tutto in vacca e scrivere uno di quei libri sconclusionati, caotici, inverosimili ma genialmente divertenti.
NO.
Assolutamente NO.
Quindi a voi una breve lista degli avvenimenti.
I due idioti si strusciano e si eccitano a vicenda, lei che fino a un giorno prima era la Vergine di Norimberga ora squirta autonomamente e continuamente e di colpo, da moderna donna di fine ottocento, lo invita a casa a cena (leggasi “trombare”) e lui viene prima accoltellato, poi ricucito, poi trombano e la mattina dopo lui viene letteralmente fatto saltare in aria e per salvarsi si lancia da una finestra ma, strano a dirsi sopravvive e lei si finge sua fidanzata per poterlo curare ma lui perde la memoria. Non tutta, solo l’ultima settimana.

Quando finite di ridere ditemelo che vado avanti.
Fatto? Bene.
Sappiate che il peggio deve ancora venire.

Mi sono però dimenticata di dirvi una cosa fondamentale ossia che per un caso fortuito (aridaje) Keir ha incontrato il nostro adorato ex libertino Duca di Kingston il quale è rimasto molto turbato da questa conoscenza. Ora…..io non vorrei proprio fare quella figa di legno pedantona che sa tutto lei, ma lo faccio e vi dico che ho IMMEDIATAMENTE capito dove la nostra Lisetta voleva andare a parare. Zia Lisa vergognati.

Siamo arrivati al momento in cui Keir mezzo sfondato dalla caduta e smemorato giace sul divano di Merrit e chi arriva? Sì, lo Zio Sebastian; un personaggio meraviglioso, costruito con magistrale intelligenza una ventina di anni fa e distrutto nel giro di 200 pagine, perchè sì….cara la mia scrittrice ormai persa nei meandri della senilità, sei riuscita a ridurre un uomo sul quale ho perso ore a fantasticare ad una palla al cazzo galattica.
Hai già ribadito nei libri precedenti che grazie ad Evie l’ex libertino senza scrupoli è diventato un padre amorevole e una persona meravigliosa, non è che adesso me lo devi trasformare in Santo Mario Goretti a tutti i costi. Anche no, che palle!
E solo il fatto che io lo abbia idealizzato a tal punto da creare un monolito di marmo di Carrara ha permesso che resistesse all’attacco continuo del volemose bene, del buonismo, del puccismo e anche di quell’aura di perfezione così fastidiosa della quale ormai il Duca di Kingston è ricoperto dalla testa ai piedi.

Ma fosse solo questo il problema sarebbe anche sorvolabile – per una persona normale, perchè per me sarebbe comunque inaccettabile – purtroppo però i problemi qui sono tantissimi, a partire dai personaggi costruiti con carta riciclata per finire con la storia, che non ha nè capo nè coda, di una banalità sconcertante, che alterna momenti di noia intensa a momenti talmente assurdi da risultare fastidiosi. Per non parlare della sospensione d’incredulità che dovrebbe essere assoluta, al punto di ridurre il cervello del lettore in qualcosa di molto simile ad un’ameba.
Perchè non solo succedono una fracca di cose assurde ma anche i personaggi sono tutti assolutamente privi di qualsiasi logica.

Ad aggravare il tutto la Kleypas ha pensato bene di fare una bella riunione di famiglia, perchè ad un certo punto arrivano sia Lilian che Westcliff; tra l’altro lei trova la figlia mentre monta uno sconosciuto e la sua reazione sarebbe eccessivamente tollerante persino per una hippie convinta che strafatta di peyote si faceva ripassare dall’allegra cumpa. E se non bastasse arrivano Evie, Phoebe, Seraphina ed Ivo. Tutti amici, tutti simpatici, tutti zuccherosi e mielosi. E se questo zucchero e miele erano accettabili e sicuramente comprensibili quando servivano a far sentire a suo agio Pandora, ora appaiono forzati e sin troppo studiati.

Ad irritarmi ulteriormente c’è anche la gravidanza della protagonista che ci starebbe anche se non fosse che per tutto il libro ci è stato ripetuto fino alla nausea che Merrit ha un problema all’utero che le ha impedito di restare incinta con il primo marito, cosa che lo ha fatto molto soffrire quindi ora è una povera donna che è reticente nello sposarsi nuovamente perchè porta con se l’onta della sterilità (da quello che riferisce potrebbe avere avuto l’endometriosi o l’adenomiosi), quindi ci dobbiamo sciroppare un sacco di discorsi sul tema. E non ci sarebbe nulla di male se poi queste donne sterili lo restassero anche dopo essere state inondate ripetutamente dal supersperma. Non perchè io goda dell’infertilità altrui (anzi, mi incazzo proprio perchè se ne abusa a sproposito) ma perchè non comprendo questi cazzo di miracoli continui. Non c’è romance nel quale una donna sterile non resti gravida dopo una ripassata dell’eroe di turno. Cazzo eiaculano, l’acqua di Lourdes?

Sappiate anche che c’è tempo per un finale a dir poco deludente perchè sembra che debba succedere chissà cosa ed invece poi non succede nulla. Semplicemente il libro finisce.
Così.
Come una scoreggia scappata per caso.

Da una parte mi sono sentita sollevata perchè non ne potevo davvero più, dall’altra ho pensato “Figa, con 11 € pranzavo fuori per 3 giorni”.

Le cose che non funzionano sono tante.
Troppe per una scrittrice come la Kleypas dalla quale mi aspetto sempre molto. Sembra uno dei tanti romance senza capo nè coda che vengono pubblicati sempre più spesso. Anche il ricorrere all’espediente comodo di usare Sebastian per tenere incollate alle pagine le vecchie carampane come me ha un po’ rotto le palle, anche perchè di libro in libro quest’uomo assume sempre più un’aura mitologica, poco realistica e alla lunga invece di stimolare l’effetto amarcord viene voglia di dargli una martellata sui denti, anche perchè anche in questo libro non fanno che ripeterci che lui e Evie passano il tempo trombando come due 25enni e nessuno con un pò di raziocinio ci crederebbe mai. Va bene tutto ma questo che alla sua età scopa per 3 ore alla volta, 4 volte a notte si fa fatica solo a leggerlo, figurarsi a farlo.

E’ il classico libro del quale NESSUNO sentiva il bisogno.
E sorvolo sul grande segreto del libro perchè è veramente quel genere di cazzata che avrei potuto scrivere io a 20 anni.
Non so se il problema sia mio o se sia di Zia Lisa ma sembra un libro scritto di fretta, senza alcun sentimento, un libro comodo per fare cassa, un compitino svolto per prendere la sufficienza. In alcuni passi si scorge qualcosa della vecchia Lisa ma è l’ombra di quello che era. Una scrittrice che ha creato dei personaggi memorabili e che ora non riesce a creare nemmeno un protagonista che si ricordi per caratteristiche proprie (se leggerete il libro capirete cosa intendo), le sue donne erano diverse, particolari, interessanti ed ora sono un’imitazione di quello che fu.

Conoscendomi alla fine comprerò anche il prossimo libro perchè spero sempre di riprovare quelle sensazioni, di sentire quel brivido……di sospirare ancora come quando in “Peccati d’Inverno” Evie si sveglia mentre Sebastian la lecca tutta.
Ecco cosa voglio, voglio la passione, voglio uomini caramella Rossana, voglio restare incollata alle pagine e centellinare le ultime perchè non voglio staccarmi dal libro, dai personaggi, dalla storia.
Di una cosa sono certa, tra vent’anni ricorderò perfettamente ogni sfumatura di St, Vincent e tra un mese non ricorderò nemmeno il nome di MacRae.

In poche parole

Più che un libro sembra una scoreggia scappata per caso.

Poschina

4 pensieri su “Una Tentazione Pericolosa – Lisa Kleypas

  1. Confermo quanto hai scritto, purtroppo. Ma questo mese di maggio mi ha regalato i nuovi romanzi di Sherry Thomas, Courtney Milan, e a breve arriverà il nuovo di Evie Dunmore!

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  2. Condivido pienamente…per me è stato deludente, adoro la Kleypas, ho sempre letto i suoi libri tutto d’un fiato, qsto nn vedevo l’ora di arrivare all’ultima pagina…insomma un flop.

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