Una Tentazione Pericolosa – Lisa Kleypas

Sono le 20.44 di un giovedì sera di una giornata piuttosto impegnativa, una giornata non uggiosa ma splendida e calda, una giornata che avrebbe meritato qualcosa di più di una cocente delusione letteraria.
Ma andiamo con ordine.
Avete presente quando andavate a casa della nonna e lei si lamentava sempre delle stesse cose? E voi, giovani virgulte, annuivate e intanto pensavate “Dio che palle! Avrei potuto essere in giro con le mie amiche e invece sono qui ad ascoltare questa vecchina alla quale voglio sì bene, ma che mi sta scartavetrando i coglioni!”.
Ecco, sappiate che se andate avanti a leggere sarà questa la sensazione che proverete, perchè questo libro ha accelerato il mio invecchiamento cerebrale trasformandomi nella vecchina che ho sempre desiderato essere.

La Trama: Lady Merritt Sterling è una giovane vedova dal forte carattere che guida la compagnia navale del defunto marito. La buona società londinese muore dalla voglia di vederla al centro di uno scandalo, ma lei è troppo sveglia per dare loro questa soddisfazione. Fino a quando non incontra Keir MacRae, un rude distillatore di whisky scozzese. Non potrebbero essere più diversi, eppure sono attratti in modo irresistibile. E la loro passione potrebbe mettere entrambi in pericolo…

Ed ora la parola alla giurata

Non è mai bello quando a me viene voglia di saltare righe, paragrafi, pagine, capitoli. Peggio mi sento quando ho voglia di saltare quelli nei quali si tromba. Passino la vecchiaia e la peri-menopausa, tutti sanno che non rinuncio mai ad una sana discussione su orgasmi e clitoridi, che amo leggere di verghe turgide e capezzoli di Vigorsoliana memoria, di guaine bollenti e spadoni sfoderati con audacia. Ebbene, i rapporti sessuali tra i due protagonisti li avrei evitati volentieri. Ok, sono in pre-ciclo, non il momento ideale a livello ormonale ma stavolta non è colpa mia. Stavolta è tutta solo colpa sua. Di Zia Lisa. Questa stronza.

SPOILER – che comunque vi consiglio di leggere pechè tanto il libro fa cagare

Cominciamo immediatamente a recriminare.
Per chi avesse dormito negli ultimi 20 anni faccio un piccolissimo recap della situazione:
in principio furono le zitelle (Wallflowers in inglese), 4 sfigate che chissà come e chissà quando riescono ad accalappiare uomini bellissimi, cazzutissimi, ricchissimi ed alcuni anche titolati. Idde ovviamente si sono riprodotte a nastro, generando una schiera di eredi dei quali oggi ci troviamo costrette a sorbire le gesta (4 volte su 5 completamente inutili o quasi). Prima fu Gabriel, grandissimi figo, figlio del mai dimenticato Sebastian St. Vincent e della dolce Evie, poi fu il turno di Phoebe, primogenita della coppia sopra citata e sorella di Gabriel (trovate le loro storie nella serie Ravenel) ora ci tocca la figlia di Lord Westcliff e Lilian Bowman, e dico “ci tocca” perchè per quanto mi riguarda è stato come avere un attacco di dissenteria.

Riflettendoci a posteriori, credo che Zia Lisa abbia scritto questo libro solo per me. Perchè diciamocelo, è riuscita nella difficile impresa di mettere nella stessa opera tutte le cose che più mi irritano nei romance. TUTTE. Solo su una ho qualche dubbio, ma solo perchè a fine libro ero così incazzata che non mi sono messa, calcolatrice alla mano, a fare i conti.

Partiamo dall’AAAAAAAAAMMMMOOOOORRREEEEEE.
Prima pagina del capitolo 1, ci viene introdotto il personaggio di Merrit, vedova paffutella (leggere Liz Taylor perrchè lo sappiamo tutti che paffutella in gergo romance significa graziosa pulzella minuta, formosa e con culo, cosce e tette di marmo) che gestisce la compagnia navale del defunto marito. Pagina 4 del primo capitolo, entra in scena Keir MacRae, scozzese di una fighezza immane, rude e impregnato di whisky dalla testa ai piedi, molto incazzato. Lei lo vede e si bagna immediatamente come un’adolescente di oggi di fronte a Damiano dei Maneskin mentre, truccato da moderno FrankNFurter, esclama “Fuck Putin” per accalappiarsi voti nella terra degli stereotipi per eccellenza; gli Stati Uniti D’America, che poi è la stessa nazione di Zia Lisa. Un caso? Non credo proprio.

Comunque…
Lo vede, si bagna, lui si eccita….e per una serie di coincidenze al limite del sostenibile lei lo vede nudo e indovinate un po’? Ha il cazzo grosso!
E siamo solo a pagina 10 o roba simile del primo capitolo.
In sequenza ci troviamo a subire una serie di espedienti comodi talmente raffazzonati ed esagerati da avermi fatto sperare che la Kleypas avesse deciso di mandare tutto in vacca e scrivere uno di quei libri sconclusionati, caotici, inverosimili ma genialmente divertenti.
NO.
Assolutamente NO.
Quindi a voi una breve lista degli avvenimenti.
I due idioti si strusciano e si eccitano a vicenda, lei che fino a un giorno prima era la Vergine di Norimberga ora squirta autonomamente e continuamente e di colpo, da moderna donna di fine ottocento, lo invita a casa a cena (leggasi “trombare”) e lui viene prima accoltellato, poi ricucito, poi trombano e la mattina dopo lui viene letteralmente fatto saltare in aria e per salvarsi si lancia da una finestra ma, strano a dirsi sopravvive e lei si finge sua fidanzata per poterlo curare ma lui perde la memoria. Non tutta, solo l’ultima settimana.

Quando finite di ridere ditemelo che vado avanti.
Fatto? Bene.
Sappiate che il peggio deve ancora venire.

Mi sono però dimenticata di dirvi una cosa fondamentale ossia che per un caso fortuito (aridaje) Keir ha incontrato il nostro adorato ex libertino Duca di Kingston il quale è rimasto molto turbato da questa conoscenza. Ora…..io non vorrei proprio fare quella figa di legno pedantona che sa tutto lei, ma lo faccio e vi dico che ho IMMEDIATAMENTE capito dove la nostra Lisetta voleva andare a parare. Zia Lisa vergognati.

Siamo arrivati al momento in cui Keir mezzo sfondato dalla caduta e smemorato giace sul divano di Merrit e chi arriva? Sì, lo Zio Sebastian; un personaggio meraviglioso, costruito con magistrale intelligenza una ventina di anni fa e distrutto nel giro di 200 pagine, perchè sì….cara la mia scrittrice ormai persa nei meandri della senilità, sei riuscita a ridurre un uomo sul quale ho perso ore a fantasticare ad una palla al cazzo galattica.
Hai già ribadito nei libri precedenti che grazie ad Evie l’ex libertino senza scrupoli è diventato un padre amorevole e una persona meravigliosa, non è che adesso me lo devi trasformare in Santo Mario Goretti a tutti i costi. Anche no, che palle!
E solo il fatto che io lo abbia idealizzato a tal punto da creare un monolito di marmo di Carrara ha permesso che resistesse all’attacco continuo del volemose bene, del buonismo, del puccismo e anche di quell’aura di perfezione così fastidiosa della quale ormai il Duca di Kingston è ricoperto dalla testa ai piedi.

Ma fosse solo questo il problema sarebbe anche sorvolabile – per una persona normale, perchè per me sarebbe comunque inaccettabile – purtroppo però i problemi qui sono tantissimi, a partire dai personaggi costruiti con carta riciclata per finire con la storia, che non ha nè capo nè coda, di una banalità sconcertante, che alterna momenti di noia intensa a momenti talmente assurdi da risultare fastidiosi. Per non parlare della sospensione d’incredulità che dovrebbe essere assoluta, al punto di ridurre il cervello del lettore in qualcosa di molto simile ad un’ameba.
Perchè non solo succedono una fracca di cose assurde ma anche i personaggi sono tutti assolutamente privi di qualsiasi logica.

Ad aggravare il tutto la Kleypas ha pensato bene di fare una bella riunione di famiglia, perchè ad un certo punto arrivano sia Lilian che Westcliff; tra l’altro lei trova la figlia mentre monta uno sconosciuto e la sua reazione sarebbe eccessivamente tollerante persino per una hippie convinta che strafatta di peyote si faceva ripassare dall’allegra cumpa. E se non bastasse arrivano Evie, Phoebe, Seraphina ed Ivo. Tutti amici, tutti simpatici, tutti zuccherosi e mielosi. E se questo zucchero e miele erano accettabili e sicuramente comprensibili quando servivano a far sentire a suo agio Pandora, ora appaiono forzati e sin troppo studiati.

Ad irritarmi ulteriormente c’è anche la gravidanza della protagonista che ci starebbe anche se non fosse che per tutto il libro ci è stato ripetuto fino alla nausea che Merrit ha un problema all’utero che le ha impedito di restare incinta con il primo marito, cosa che lo ha fatto molto soffrire quindi ora è una povera donna che è reticente nello sposarsi nuovamente perchè porta con se l’onta della sterilità (da quello che riferisce potrebbe avere avuto l’endometriosi o l’adenomiosi), quindi ci dobbiamo sciroppare un sacco di discorsi sul tema. E non ci sarebbe nulla di male se poi queste donne sterili lo restassero anche dopo essere state inondate ripetutamente dal supersperma. Non perchè io goda dell’infertilità altrui (anzi, mi incazzo proprio perchè se ne abusa a sproposito) ma perchè non comprendo questi cazzo di miracoli continui. Non c’è romance nel quale una donna sterile non resti gravida dopo una ripassata dell’eroe di turno. Cazzo eiaculano, l’acqua di Lourdes?

Sappiate anche che c’è tempo per un finale a dir poco deludente perchè sembra che debba succedere chissà cosa ed invece poi non succede nulla. Semplicemente il libro finisce.
Così.
Come una scoreggia scappata per caso.

Da una parte mi sono sentita sollevata perchè non ne potevo davvero più, dall’altra ho pensato “Figa, con 11 € pranzavo fuori per 3 giorni”.

Le cose che non funzionano sono tante.
Troppe per una scrittrice come la Kleypas dalla quale mi aspetto sempre molto. Sembra uno dei tanti romance senza capo nè coda che vengono pubblicati sempre più spesso. Anche il ricorrere all’espediente comodo di usare Sebastian per tenere incollate alle pagine le vecchie carampane come me ha un po’ rotto le palle, anche perchè di libro in libro quest’uomo assume sempre più un’aura mitologica, poco realistica e alla lunga invece di stimolare l’effetto amarcord viene voglia di dargli una martellata sui denti, anche perchè anche in questo libro non fanno che ripeterci che lui e Evie passano il tempo trombando come due 25enni e nessuno con un pò di raziocinio ci crederebbe mai. Va bene tutto ma questo che alla sua età scopa per 3 ore alla volta, 4 volte a notte si fa fatica solo a leggerlo, figurarsi a farlo.

E’ il classico libro del quale NESSUNO sentiva il bisogno.
E sorvolo sul grande segreto del libro perchè è veramente quel genere di cazzata che avrei potuto scrivere io a 20 anni.
Non so se il problema sia mio o se sia di Zia Lisa ma sembra un libro scritto di fretta, senza alcun sentimento, un libro comodo per fare cassa, un compitino svolto per prendere la sufficienza. In alcuni passi si scorge qualcosa della vecchia Lisa ma è l’ombra di quello che era. Una scrittrice che ha creato dei personaggi memorabili e che ora non riesce a creare nemmeno un protagonista che si ricordi per caratteristiche proprie (se leggerete il libro capirete cosa intendo), le sue donne erano diverse, particolari, interessanti ed ora sono un’imitazione di quello che fu.

Conoscendomi alla fine comprerò anche il prossimo libro perchè spero sempre di riprovare quelle sensazioni, di sentire quel brivido……di sospirare ancora come quando in “Peccati d’Inverno” Evie si sveglia mentre Sebastian la lecca tutta.
Ecco cosa voglio, voglio la passione, voglio uomini caramella Rossana, voglio restare incollata alle pagine e centellinare le ultime perchè non voglio staccarmi dal libro, dai personaggi, dalla storia.
Di una cosa sono certa, tra vent’anni ricorderò perfettamente ogni sfumatura di St, Vincent e tra un mese non ricorderò nemmeno il nome di MacRae.

In poche parole

Più che un libro sembra una scoreggia scappata per caso.

Poschina

Cosa ho letto in quarantena?

Sottotitolo: Come incazzarsi e deprimersi leggendo.

Abbandonate le remore che mi hanno attanagliata in tempi di emergenza Covid, mi rimetto a scrivere, assillata da un senso di impotenza cosmico nei confronti di una vita letteraria ormai povera di contenuti romance di interesse.

Dopo mesi passati a colpevolizzarmi, in questa giornata petalosamente soleggiata finalmente prendo in mano il mio pc usato negli ultimi mesi solo a scopo lavorativo (quanta tristezza in questa affermazione) e mi accingo a spiegarvi perchè ormai io e il romance siamo ai ferri corti. Mi ero convinta che fosse colpa mia ma poi, ad un certo punto ho detto “basta”.

Sono stufa di attribuirmi colpe che non ho. Sono stanca di dirmi “Su, dai…si vede che non è periodo….sarai tu che non riesci farti andare bene niente, devi cercare di apprezzare ciò che c’è di buono e via dicendo”. E’ un ragionamento sbagliato, un ragionamento figlio dell’appiattimento socio-culturale a cui ormai siamo talmente abituati da farlo in automatico. Apprezziamo ed esaltiamo prodotti spesso mediocri perchè non avendo nulla di meglio ce li facciamo andare bene. Ma è un atteggiamento sbagliato e pericoloso. E’ un atteggiamento che porta ad un abbassamento di livello e tutto ciò che ci porta ad essere meno di quello che siamo, non va bene.
Io mi rifiuto di unirmi al carrozzone di gioia e gaudio per prodotti di bassa caratura, mi rifiuto a costo di sembrare snob, presuntuosa e anche pedante.

Che poi lo sappiamo tutti che sono esattamente così, fondamentalmente snob, presuntuosa e pedante, ma non in questo specifico caso. In questo caso sono solo onesta.

Cominciamo con le occasioni sprecate e sono ben due e di due scrittrici italiane.
Bingo! 
Affilate i coltelli.

Scopro Bianca Marconero per caso, come praticamente il 98% di quello che finisco per leggere e comincio “Le nostre prime sette volte” animata da quell’inspiegabile senso di sfiducia che provo per le autrici italiane. Mi sforzo perchè mi sembra crudele da parte mia avere dei pregiudizi così radicati da farmi escludere a priori, dalla lista dei papabili scrittori, chiunque abbia un nome italiano o un improbabile nome inglese, che nasconde nel 95% dei casi un italiano sotto mentite spoglie. Faccio notare che trattasi di contemporaneo, un’altra categoria che fatico a digerire. Meriterei un premio solo per aver avuto il coraggio di lanciarmi nell’impresa.

Comunque quando inizio mi sorprendo interessata, anzi….sinceramente coinvolta e comincio a fantasticare su una me a fine libro soddisfatta ed emozionata per aver finalmente trovato un romance contemporaneo italiano degno di nota.

E il libro per scorrere, scorre.
E’ brioso, intelligente, divertente al punto giusto, scontato quel tanto che basta per non vivere con il patema d’animo temendo qualcosa di tremendo all’orizzonte ed io ero anche esaltata dall’appassionarmi, dal sentirmi finalmente inserita in quel pezzo di società tutta al femminile che adora il romance contemporaneo; già mi immaginavo seduta ad un tavolo con la mia bella mascherina, circondata da donne che parlavano di imprenditori e segretarie ed io avrei potuto dire la mia.
Dopo anni ed anni di silenzio.

Poi, più o meno intorno al 70% del libro il sogno si infrange; comincio a fiutare l’acre odore di carogna che accompagna le fregature letterarie, tuttavia ero innamorata dell’idea di amare il romance contemporaneo ed ho fatto finta di niente, ho continuato imperterrita la lettura ignorando tutti i segnali e sperando, proprio io, in un finale raffazzonato di 10 righe con tanto di bambini e gravidanze plurigemellari miracolose.

E invece nulla.
Il libro non finisce. 
C’è un altro libro.

Ed è proprio lì, che Cheng-Li “La Furia Pelosa” è esplosa in tutta la sua frustrazione, maledicendo il genere, le scrittrici, gli editori, le recensioni a 15 stelle, i blog letterari in generale e via dicendo, in una spirale di distruzione cosmica di rara ferocia.

Perchè siamo onesti. Onestissimi.
761 pagine sono troppe.
La storia funzionava benissimo e in 300/350 pagine avrebbe dovuto concludersi ed invece va avanti. Non solo va avanti, ma in un nuovo libro che tu devi acquistare se vuoi sapere come andrà a finire. Ci ho anche provato a leggere il seguito ma a metà mi sono annoiata perchè tra una cosa e l’altra, non ultima la rabbia, avevo perso la magia che mi aveva tanto conquistata nel primo libro. Dopo un po’ si comincia ad allungare il brodo, stiamo parlando di una storia lunghissima che già lascia molto spazio alla sospensione di incredulità nel primo tomo, figuriamoci quando dopo 500/550 pagine i due protagonisti hanno fatto di tutto prima per evitarsi e poi per amarsi. Ok, va bene…. tutto bello, divertente, emozionante e via dicendo ma parliamo di 761 pagine.

761 pagine. 
Jane Eyre è più corto.   
E parliamo di un capolavoro.
Orgoglio e Pregiudizio si aggira intorno alle 500 pagine.
Un caso? Non credo proprio.
Ed è a questo punto che io mi chiedo se sia nato prima l’uovo o la gallina. Ossia se la scelta di un secondo volume sia dello scrittore o della casa editrice. Perchè ho sempre più viva l’impressione che si tenda, per fare cassa (ovviamente parlo delle case editrici e non degli scrittori), a battere il ferro finchè è caldo anche a costo di calpestare una buona storia frazionandola e smembrandola fino a renderla sciapa.

E’ un peccato perchè se ci fosse stato un solo libro [e vi assicuro che l’impressione che si ha leggendo il primo è proprio che avrebbe dovuto concludersi salvo poi svoltare inaspettatamente] sarebbe stato davvero un buon libro, piacevole, intelligente, scritto bene.

Per quanto mi riguarda è un’occasione persa. Al primo libro, fino al 70/80 % avrei dato un 8 pieno, ma non avendo concluso il secondo il mio voto rimane lì, sospeso nel limbo di quelle 761 pagine che non sono riuscita a finire di leggere.
Peccato.
Peccato perchè Bianca è brava a scrivere ed è riuscita a dar vita a personaggi di indubbio interesse, sarà per la prossima volta.

Ed ora sveliamo chi è la seconda autrice italiana capitata sotto le mie grinfie….rullo di tamburi….
Pitti Duchamp.…e qui parliamo di romance storico, quindi un po’ quello che amo leggere solitamente. Il primo libro che leggo è Frittelle al miele ed altre dolcezze e resto affascinata da una storia per niente scontata con una protagonista femminile semplicemente adorabile.

Non è che io abbia da ridire su questa storia, anzi. Non c’è praticamente nulla che non vada. Bella la scrittura, belli i protagonisti, originale, divertente quel tanto che basta e romantico senza diventare stucchevole.
E allora, mi direte voi, perchè è tra le occasioni sprecate?
Perchè è un “canovaccio”, non un romanzo/racconto/novella.
E badate bene che non è una critica intesa a sminuire il lavoro solo un’impressione. Penso che questa storia meritasse più spazio, più tempo, più approfondimento.
Penso che l’intento dell’autrice, ma potrei sbagliarmi, fosse proprio quello di creare una storia gustosa come un mignon della più fine pasticceria francese, un macaron al caramello salato che si scioglie in bocca e ti riempie di goduria dalla punta dei capelli alla punta dei piedi e che ti fa solo desiderare di averne altri, di sentire ancora la scioglievolezza della meringa alle mandorle e quel pizzico di sale che evita che il dolce diventi stucchevole.

Si sente però la mancanza di un maggior approfondimento in generale; della storia, dei personaggi, degli eventi intorno a loro. Questa mancanza non toglie il gusto della lettura ma a me sarebbe tanto piaciuto che durasse di più, sapere di più, conoscere di più.
Anche perchè, in un tempo così breve, l’impressione è che si sia puntata moltissimo l’attenzione sull’estetica di entrambi e un po’ meno sui contenuti. Se si abbandona un attimo la buona scrittura e ci si concentra su alcuni comportamenti, viene fuori solo che lui è molto bello e lei molto tonda. Forse sarebbe stato il caso di approfondire un po’ di più perchè si innamorano, cosa li spinge a cercarsi e perchè. 

Per questo avrei voluto che si scavasse un po’ più a fondo, che si ciurlasse un bel po’ nelle ragioni che muovono i personaggi ed è per questo che l’ho definito un “canovaccio”, è come se mancassero le fondamenta delle scelte prese, come se il messaggio “cicciottella è bello” sovrastasse qualsiasi cosa ed è un peccato perchè i personaggi meritavano qualche attenzione in più.

Finita l’abbuffata di dolci al miele mi sposto sul secondo libro della serie e qui siamo in pieno “Fantasy Romance”.

Non ci siamo.
Capiamoci, la storia è anche carina, scritta sicuramente bene e divertente, ma per quanto riguarda l’ambientazione è un Big NoNo.
Dai…siamo nel 1814, non si dicevano in faccia “sei la mia sgualdrina”…non si può sentire. E non una/due volte in 150 pagine ma 300 volte e vale lo stesso per la parola “farabutto”.
Oltretutto lui avrebbe anche le potenzialità per essere il nuovo eroe romance strappamutande ma poco importa a fronte di un lessico a dir poco fuori contesto. Che lui sia anche un gran sleccazzatore di gnagne lo sappiamo e ci può anche andar bene, come tutto il resto, il tormento, il cazzo perennemente sull’attenti e seghe mentali varie.
Tutto ok, tutto bene…ma il resto purtroppo no.
Ed anche qui siamo più in ambito “canovaccio” che di vero e proprio racconto. 
Infatti l’approfondimento psicologico resta sommerso, e anche se le potenzialità sono altissime e i giochi di sguardi funzionano e adoriamo tutti anche la madre ficcanaso del Marchese, è tutto in superficie, come se non si volesse volutamente guardare nelle profondità. 
Ed è un peccato perchè la storia non annoia, i personaggi sono strutturati bene e a me lui piaceva assai. Però è un eroe moderno travestito da uomo dell’ottocento. Il lessico è importante al pari della ricostruzione di ambiente e costume. Perchè affannarsi tanto a descrivere redingote e crinoline per poi far parlare i personaggi come me, donna del 21° secolo?

Che poi piace, sia chiaro.
A me no, ma al resto del pubblico sì.
Piace assai perchè è sicuramente più semplice, più immediato, più “leggibile”.

Penso che Pitti Duchamp sia molto brava a scrivere, abbia delle belle idee, crei dei bei personaggi ma che in questo caso il peso della poca accuratezza lessicale pesi troppo. L’impressione è che sia una scelta consapevole e mirata. Resta la mia perplessità di fronte ad una scelta editoriale minimal e semplicistica.
Ad onor del vero, resta anche un successo di pubblico e critica che da pienamente ragione a scrittrice e casa editrice e questo sicuramente va tenuto in considerazione.

Questo stile, la rapidità nello sviluppo delle storie e la modernizzazione del linguaggio sono ormai carte vincenti in una partita contro un romance storico più accurato, lento, descrittivo.
Bisognerebbe analizzare, ma io non ho nè le capacità nè la voglia di farlo, il perchè di questa corsa alla semplificazione. C’è da dire che comincio ad essere una “vecchia lettrice” non perchè io mi senta vetusta ma perchè ho cominciato a leggere in un’epoca nella quale la lettura per ragazzi erano la Alcott con Piccole Donne e poi  Swift, Verne, a seguire le sorelle Bronte, Agatha Christie e la Austen. Sono abituata ad un certo tipo di lettura e di scrittura. Probabilmente le ragazze giovani trovano noioso quel tipo di scrittura, le descrizioni, l’approfondimento psicologico, una certa lentezza nella narrazione.
E’ forse una mera questione di tempi.

Tuttavia per me il romance storico resta un’altra cosa, forse per questi romance che sono una mistura di genere ci vorrebbe una nomenclatura adatta, magari c’è già…nel caso vi prego di informarmi al più presto possibile.

Ma ora passiamo a quei libri che NON ho nemmeno portato a termine.

Per primo parleremo di  Scandalo – Amanda Quick

Lui dovrebbe essere un bastardo senza cuore che la corteggia solo per vendicarsi del padre di lei che gli ha rubato tutto. Peccato che nel giro di tre pagine lei se lo rigira sul dito mignolo e addio a sogni di bastardaggine e vendetta che tanto agogniamo non lettrici di romance. 

Oltretutto la nostra eroina è ingenua al limite del sopportabile e passa il tempo parlando di amori romantici, citando poesie di dubbio gusto, ammantandoci di paranoie e scartavetrandoci i coglioni con continui riferimenti all’intelligibile, alla sua presunta relazione metafisica e spirituale, filosofica e superiore e via dicendo.

Inutile, l’ho detestata più o meno subito e nulla è cambiato con l’andare avanti della storia. Ho passato il tempo sperando morisse male ed è (come avrebbero detto i Bluvertigo) praticamente ovvio che la mia sopportazione di rabbia e tedio, già fortemente messe alla prova dalla convivenza forzata, abbiano sancito l’abbandono della sbobba a vantaggio di nuovi titoli.

E’ piaciuto praticamente a tutti ma non a me.
Facciamocene una ragione ed andiamo oltre.

Secondo me mi ha fregato la cover. Mi aspettavo chissà cosa e invece questo romanzo di Megan Frampton –  L’avventuroso viaggio di Lady Ida mi ha delusa su tutti i fronti.

Questi i miei pensieri copiati pari pari dal foglietto di appunti preso mentre leggevo:

“Abbandonato tra il 25 e il 30% perchè i due si sono già baciati ed innamorati. Per lui è stato il Best Kiss Ever, per me è stato il primo strato di terra sulla bara appena calata nella tomba. Amen”

Per farvi capire lo stato mentale dopo la Quick e la Frampton, ho acquistato tutta la serie Rohan della Stuart in formato cartaceo, l’ho riletta e ogni 10/15 pagine mi aggiravo per casa mormorando commossa “un capolavoro…CA PO LA VO RO”.
E non è nemmeno la mia serie preferita…..figuratevi voi!

Ed infine approdo ad un altro romance contemporaneo di autrice italiana, questo perchè per anni mi avete chiesto come mai NON leggo romance contemporanei ed io mi sono sempre sentita un pochino in colpa.
Vediamolo insieme:

Leggo la trama e mi sembra carino, non vado a leggere le recensioni perchè temo di farmi influenzare; cerco di eliminare ogni reticenza ed ogni pregiudizio e mi lancio nell’avventura. 
Partiamo bene, se sorvoliamo che stiamo parlando del ménage più sfruttato di sempre ossia la torbida storia “capo/segretaria” dove lui è un 35 multimiliardario, fighissimo con il cazzo grosso, donnaiolo e apparentemente senza cuore e lei è una giovane pulzella che si innamora alla prima annusata.

Dopo 10 pagine scopriamo che la nostra eroina, negli anni in cui ha fatto da segretaria tuttofare, ha passato il tempo annusando i suoi vestiti.
Lo riscrivo, nel caso qualcuno non avesse ben capito: “ANNUSANDO I SUOI VESTITI”.

Che dire?

In realtà ho proseguito la lettura per un altro po’…ma non l’ho finito.
Lei fugge a Parigi e va a lavorare come commessa; lui, guarda caso, capita proprio nel negozio dove lavora lei e viene attanagliato dalle paturnie perchè ovviamente la ama da una vita ma ha troppa paura.

Ciaone!

Poschina

Tagline: LaLeggivora; quando leggere diventa pura frustrazione

Merril & McPhee

No, non è il nome che ho deciso di dare ad un’agenzia investigativa, ma il binomio letterario che mi sono sciroppata nelle ultime settimane e che, parliamoci chiaro, mi ha messa di cattivo umore. Ma siccome settimana scorsa ero piuttosto tranquilla ho atteso l’arrivo del ciclo e che mi assalisse un’ondata di malumore per recensire queste due opere.

Cominciamo con questa roba. Ossia “L’amante del duca” della nostra amicissima Margareth McPhee. Non avevo letto nulla di questa autrice prima e temo che non leggerò mai nulla nemmeno in futuro e vi spiego immediatamente il perchè. (SPOILERISSIMI)

Tutto comincia in un bordello ed io già avevo la bava alla bocca perchè speravo che si ciurlasse un po’ nel torbido. Lei una giovane donna costretta dagli eventi a prostituirsi; lui, il Duca di Arlesford, che arriva proprio in quella casa di piacere per cercare di riempire le sue notti con guaine calde nel vanissimo tentativo di dimenticare la donna di cui era follemente innamorato 6 anni prima. Fatto sta che appena lui entra la nostra eroina comincia a farsi la corsica nelle mutande perchè riconosce in lui proprio quell’uomo che 6 anni prima le ha spezzato il cuore, lasciandola sola dopo averle “rubato” la virtù e con la pagnotta in forno (il tutto sviscerato in 2 pagine e mezzo). Lui la vede, chiaramente NON la riconosce perchè ha una maschera che le copre gli occhi e decide di passare la notte con lei.

Questa è la cosa più interessante che succede in tutto il libro.

Salgono in camera e mentre se la tromba allegramente non fa altro che pensare “Dio, quanto mi ricorda Arabella, gli stessi seni, gli stessi capezzoli, le stesse forme, gli stessi colori, sembra proprio di fare l’amore con quella stronza”. Il tutto mentre lei cerca di resistere al turbinio di piaceri che lui le provoca anche solo guardandola da lontano e intanto gode come quella gran vacca che è.

Finito l’amplesso lui la riconosce e ne rimane sconvolto perchè “cosa ci fa la sua Arabella in un postribolo? Perchè si è ridotta così?” e allora decide di ricattarla prendendosela come amante. Lei prima tentenna poi accetta perchè ormai vive nell’indigenza più totale con il figlio della colpa e la madre che cova per Dominic un rancore ai limiti dell’accettabile.

Il resto del libro è tutto fatto di improbabili situazioni e ricatti, di amplessi che si consumano tra continui sospiri dei due amanti….due coglioni, è tutto un “Dominic…” e lui che risponde “Arabella….” il tutto sussurrato in modo davvero, davvero fastidioso.

Ah…nel mezzo lui scopre di avere un figlio, di amarla ancora, che era stato ordito un piano dal diabolico padre per tenerli separati e che due palle, ma che due palle….che tedio, che noia, che voglia di prendere a badilate qualsiasi cosa.

Le scene di sesso sono anche decenti ma tutto il resto è davvero terribilmente noioso, non ne vale la pena, non compratelo. Nella letteratura romance ci sono Ducaconti e stallieri migliori di Dominic ed eroine ingravidate alla prima botta decisamente meno insostenibili di Arabella.

Per me è NO.

Spoiler anche qui.

Passiamo ora ad un libro che ho preso perchè la trama mi sembrava piuttosto interessante. Lui e lei erano fidanzati poi la giovane pulzella lo ha abbandonato all’altare e dopo qualche mese si trovano costretti nella stessa dimora per una settimana a causa del maltempo. Tutto bene per qualche capitolo. Scopriamo che lei lo aveva mollato perchè aveva scoperto che il buon Duca aveva un’amante, che è presente anche nella magione isolata e che a mio parere è una cretina a cui qualcuno avrebbe dovuto dare un paio di ceffoni quando era piccola.

Scopriamo anche che in realtà il nostro adorabile, austero e ignavo Duca, non è affatto l’amante della cretina ma le regge il gioco fingendosi il suo cicisbeo perchè lei è lesbica e quando ha voglia di fare quattro salti tra le lenzuola con la fighetta di turno i due complici fingono di andare ad appartarsi ed in realtà lei va a trombare con un’altra e lui pare che si legga un libro tranquillo….o si sega. Non è dato sapere con precisione.

Sorvolando sull’assurdità generale, a nessuno era venuto in mente di spiegarlo alla pulzella scelta in sposa la quale si è trovata ad essere lo zimbello dell’intero ton ed avendo un minimo di amor proprio aveva fanculizzato tutti.

Però lei lo ama…e anche lui la ama

E noi siamo costretti a sciropparci 200 pagine di incomprensioni e fraintendimenti al limite della ridicolaggine e dell’insulsaggine prima che si convoli a giuste nozze.

Segnalo anche che i due innamorati si infrattano in ogni stanza vuota ogni 5/10 minuti facendo le porcherie e che lei riesce a venire in tempo record appena lui le mastruzza i capezzoli per 5 secondi. Brava, beata te e anche vaffanculo perchè così non è proprio giusto.

Che dire? Tutto è bene quel che finisce bene  e della noia che mi ha attanagliato se ne fottono tutti.

Ma.

Ma io continuavo a chiedermi perchè il nome dell’autrice mi ricordasse qualcosa….cerca che ti ricerca scopro che tempo fa avevo letto un altro suo libro: “La sorella Sbagliata” che mi era anche piaciuto abbastanza, quindi se volete testare questa autrice vi prego di non leggere la noiosa ed improbabile storia di Danforth ma di gettarvi a capofitto su quella delle sorelle Summoner.

p.s. qualcuno sa quando pubblicheranno in italiano il 5° libro della serie Ravenel della Kleypas? Non trovo notizie in giro 😦

Poschina

Recensioni Lampo

Ebbene eccoci di nuovo qui.
Mentre la mia vita si evolve anche troppo velocemente e mi smarrisco, trovo un punto fermo nella lettura. Il romance storico ha raggiunto livelli di premorte intollerabili. O non hanno nulla di storico e nemmeno nulla di divertente/sessuale/pruriginoso che ti faccia dimenticare il vuoto cosmico nella veridicità, o sono talmente pietosi da farmi venire voglia di passare al romance contemporaneo, che mi provoca la gastrite 9 volte su 10.
Oggi, per correttezza, è il 14 Maggio 2019, e le recensioni lampo partono da questo libro:

L’ho comprato tempo fa, probabilmente in uno di quei momenti in cui mi sento particolarmente buona e voglio dare fiducia al prossimo. Perchè le millemila inculate prese nella vita non mi hanno del tutto convinta a fidarmi solo del mio istinto e allora insisto nel fare cazzate come questa. Comprare questo libro e leggerlo anche, tutto.

Le prime 12/13 righe funzionano.
Le altre no.

Ho passato il tempo sacramentando in due/tre lingue e posso racchiudere questa inutilissima, vuotissima, poverissima, noiosissima, fastidiosissima lettura con un’affermazione: MaVaffanculoVa!

La delusione è cocente e allora mi lancio su un altro libro comprato in uno di quei momenti lì, quelli di estrema fiducia nell’umanità e in chi scrive le recensioni su Amazon.

Al momento mi sto sforzando di andare avanti. Anche qui eravamo partiti benissimo, le prime due pagine mi avevano conquistata….le altre NO. Troppo tutto. Ma mi do ancora il viaggio di ritorno in treno per decidere, poi vi faccio sapere.

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Mollato dopo che è venuto fuori che la tizia piena di idiosincrasie (ossessivo compulsiva grave) è una figa spaziale. Non bellina, carina, simpatica o chissà cosa. No. Proprio una gran figa.

E mi va bene tutto o quasi ma la strafigaggine mi sembra troppo, in un libro che già di suo non mi stava appassionando più di tanto.

Big NoNoNo

Ed ora rilanciamoci sul tanto amato romance storico e affrontiamo l’ultima fatica di Kasey Michaels: “Il Giuramento del Visconte”

Tutto molto bello all’inizio. Siamo in guerra, il nostro eroe è ferito e in un momento di bontà estrema promette al medico che lo sta curando che si prenderà cura della figlia nel caso dovesse succedergli qualcosa. Puntualmente quel qualcosa succede e il carissimo medico schiatta. Piombano in casa del Visconte la figlioletta che avrei preso a schiaffoni sonori dopo mezzo minuto e la zia bella e scontrosa (anche a lei un calcio in culo non avrebbe fatto male). C’è di mezzo un mistero, c’è qualche segreto e c’è tanta attrazione.

Dov’è il problema? Vi chiederete giustamente.

E io ve lo spiego.
La scrittura. Dovete sapere che i bambini ogni tanto pongono domande piuttosto particolari tipo “Cos’è l’arcobaleno? Perchè lo vediamo solo quando piove? Perchè dura poco?” e siccome vogliono risposte sensate, noi adulti cerchiamo, lambiccandoci il cervello, di usare, per spiegare un fenomeno complesso, parole semplici e frasi non eccessivamente lunghe per permettere ai piccoli di comprendere la sostanza senza confonderli con parolone come “rifrazione della luce”.

Kasey Michaels, evidentemente, pensa che io, alla soglia dei 40 anni, non abbia facoltà intellettive sufficienti a comprendere parole forbite e frasi più lunghe di una riga. Ecco cosa non va in questo libro. E’ un libro che si rivolge al lettore come se si trattasse di un minorato mentale e quindi è tutto semplice, semplice, semplice.

Mi piace il romance, non sono cretina.

Ci fosse almeno una trama della madonna con un bel maschio strappamutande…e invece nemmeno questo. Il Visconte è sì bello e via dicendo. Ma anche in lui predomina una certa semplicità….una specie di mollezza generale che proprio non mi piace. Cioè…io leggo questa sbobba per sognare la carnazza.,…non per trovarmi un uomo che è la versione maschile di Santa Maria Goretti. Chiariamolo subito.

Quindi mollo tutto e chissenefrega se creperò senza sapere da cosa stavano scappando la bambina odiosa e quella cretina di sua zia.

Giudizio complessivo: Il libro di Roal Dahl che sto leggendo ai miei figli usa parole più complesse ed ha una costruzione delle frasi più articolata. E con questo ho detto tutto.

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Per la serie “Benino ma non Bene” vi racconto la mia esperienza con questo romanzo/racconto/cosa/libro.

Qui abbiamo un lui orribilmente sfigurato da un razzo amico che invece di essere sparato in avanti è stato sparato indietro, lo ha centrato in pieno e gli ha letteralmente spappolato metà faccia e metà corpo; esattamente come ogni anno della mia adolescenza a capodanno, un quartoggiarese perdeva parti fondamentali del corpo per accedere “Bombe di Maradona” prive di miccia dimostrando la sua inettitudine intellettuale all’universo intero.

Lei invece è la figlia di un vicario rigido e bigotto che da giovane l’ha data al primo pirla imbellettato che le ha detto che era carina, salvo poi essere sputtanata davanti a tutti e costretta a fuggire da un padre che le ha tirato dietro una serie di epiteti irripetibili. Capita così a Londra dove diventa sarta.

E fino a qui tutto ok.

Cioè….è tutto un po’ all’acqua di rose per i miei gusti ma onestamente, ogni tanto, ci sta anche un po’ di cazzeggio vero e quindi pensavo mi sarei finalmente rilassata. E invece no. Perchè lei si dimostra essere una specie di Santamariagoretti affamata di cazzo (e tenete presente che l’essere affamata di cazzo è l’unica caratteristica che me l’ha resa simpatica) che lo AMA immediatamente e che, supportata dalla servitù, cerca di spingerlo a ricambiare il sentimento.

Esattamente come state pensando tutte in questo momento, finirà presto a vergate in vagina, orgasmi di ogni genere (tranne quelli anali perchè pare brutto parlarne), lui si innamora, lei si innamora, i servi sono innamorati dell’amore dei loro padroni, le amiche strambe sono innamorate dell’idea dell’innamoramento dell’amore…… e via dicendo.

Ho detto AMORE? No, perchè non siamo finiti nel patetismo più sfrenato…. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

E cmq. la cosa più irritante è la visita che il nostro eroe sfigurato fa al padre di lei fingendosi un demone infernale….. Livello intellettual/culturale sotto zero.

Voto: 5 perchè c’è molto peggio in giro e sono sicura che tutto questo amore così rosa, zuccheroso e profumoso a qualcuna piaccia assai.

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Avete presente l’ideale dell’ostrica Verdiano? Ecco, io ci credo. Credo che lasciare la via vecchia per quella nuova non sia sempre una grande idea e nel romance, spesso, questa legge  è confermata. Ieri pomeriggio (ormai siamo a giugno) mi sono lanciata con l’entusiasmo di un bambino in un negozio di caramelle, su questo libro:

Non chiedetemi come mai, sarà la pelliccia, la barba, il capello lungo o sa il cazzo, ma mi attirava tantissimo. Poi le recensioni entusiastiche di Amazon mi hanno fatto dire…. Ma sì, dai…. smettila di essere pedante e buttati.

Mi butto.

E mi faccio male.
L’inizio ci può anche stare, lei giovane erede del “ducato” o come minchia si chiama (siamo nella Norvegia del IX secolo d.c.), ed è innamorata di Ossian, un guerriero figlio di uno scultore, bellissimo, fisicatissimo, ombrosissimo, sexyssimo e che non la caga di pezza. Allora lei oltre a dichiararsi e ad essere rimbalzata su base giornaliera, mette in giro voci contorte sulla sua presunta vaccaggine solo per farlo ingelosire. Spoiler: non ci riesce. E la prima parte del libro è tutta così. Lei che si dispera, ci prova, viene rimbalzata e si dispera….mentre lui viene descritto come un tizio riflessivo che non indulge in futili piaceri (una specie di palla al cazzo, ma molto sexy).

Lei, tesorina della mamma, ha l’abitudine di spiare le orge che si tengono nella magione dello zio per acculturarsi su quanto concerne i rapporti sessuali.

Ora, io sono l’ultima persona che può aprire bocca visto che guardo i porno e che da quando Tumblr ha rimosso tutti i profili hard che seguivo sono entrata in una depressione nera e ancora ricordo con amore le gif erotiche in bianco e nero di cui mi nutrivo, ma qui siamo in Norvegia, nell’800. Non 1800. 800.

Ma siccome io delle abitudini dei norvegesi non so nulla, non mi concentro tanto sul voyeurismo della nostra Liv ma quanto sul linguaggio estremamente moderno utilizzato dai protagonisti. Dubito che nell’antica Norvegia si dicesse “Ti metto la lingua in bocca”. Così, per fare un esempio. E anche che ci si parlasse con il gergo usato nel 2020 in Piazza Duomo a Milano. Come in ogni epoca ci saranno state delle “regole” da rispettare, fossero esse scritte o semplicemente dettate dall’abitudine.

Se poi aggiungiamo il fatto che Ossian passa dall’essere irremovibile nella sua decisione di ignorarla e dopo due pagine la sta sverginando pesantemente capirete in fretta che non è il libo per me; e’ un cambiamento un po’ troppo repentino e mi ha lasciata piuttosto freddina.

Lessico sbagliato + stravolgimento delle convinzioni in 3 righe = una me medesima in versione Cheng Li la Furia Pelosa……quindi ora sono qui a chiedermi se andare avanti o sfanculizzare tutti e cambiare romance.

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Allora, per amore del romance io ci ho riprovato, mi sono detta “ma su, non star lì a rompere il cazzo con questa inutile storia che i personaggi dei romance storici devono appartenere all’epoca nella quale è ambientato il racconto, non essere la solita pedantona”.

Niente, ho resistito altre 3/4 pagine e poi ho abbandonato. Purtroppo un po’ la velocità con la quale avvengono i diversi accadimenti, un po’ il linguaggio ed i comportamenti eccessivamente moderni, hanno tolto mordente alla lettura. Peccato perchè sia Liv che Ossian erano sulla carta due personaggi piuttosto interessanti e anche il mistero della bimba tutto sommato ci stava.

Peccato che alla fine lo abbia abbandonato al millesimo battibecco dei due amanti….ce ne faremo una ragione. Ah, se qualcuna di voi lo ha letto mi può gentilmente dire cosa succede dopo e qual’è il mistero legato alla voglia sotto al piede? Grazie.

Per ingannare il tempo nell’attesa che mi arrivino i libri che ho ordinato, rileggo la Kleypas e il primo libro della serie “Ravenel”, quello che avevo trattato malissimo, perchè sono una brutta persona e anche cattiva, ma soprattutto perchè evidentemente ero abituata a leggere “bella roba” e potevo permettermi di fare la schizzinosa. Ad oggi confermo il mio primo pensiero, ossia che sia stata un’occasione sprecata e che Devon e Kate non mi smuovono alcun ormone…. ma

ma avercene di libri scritti così….sulla scrittura davvero nulla da dire e anche la storia presa da sola era interessante.

Purtroppo però i romance con i controcoglioni sono sempre più rari, si cerca di semplificare, di facilitare la lettura, di raggiungere il maggior numero di persone e di piacere a tutto l’universo mondo, quindi si tenta disperatamente di non prendere posizioni che possano dar fastidio a qualcuno, di usare un lessico che non urti i nervi e sia comprensibile agli adulti ed ai bambini, di dar vita a personaggi che siano stronzi ma non troppo, libertini ma non eccessivamente, ribelli ma rispettando le convenzioni, antipatici ma in fondo nemmeno più di tanto, cattivi ma con il cuore d’oro.

Morale?

LA NOOOOOIIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAAA

E alcuno sono pure scritti male.

Ma Basta!!!!!

Poschina

Bene….ora che mi sono un po’ sfogata sto meglio.
Mi raccomando consigliatemi qualcosa di decente da leggere….ne ho davvero, tanto bisogno.

p.s. Non ho tempo di rileggere quindi troverete un po’ di tutto…errori, sviste, sintassi orribile……cercate di soprassedere, se potete 😉

 

L’Amore è sempre in ritardo – Anna Premoli

Le mie orchidee stanno schiattando. Non so perchè, non so come, non so più nulla; solo che, inesorabilmente, stanno passando a miglior vita. Prima una, poi l’altra, poi ancora un altra…. Ed io resto lì inerme, fermamente convinta che se hanno deciso di smettere di abbellire la mia sala, forse hanno le loro buone ragioni.
Allo stesso modo mi sono arresa all’idea che settembre non fosse un mese da Romance. Complice l’aria estiva che permeava la Big City, complici una decina di libri oggettivamente di merda, complice la mia parte polemica e supponente che ogni tanto preme per saltar fuori, ho fatto quello che non facevo da tempo.
Ho commentato uno stato FB andando  controcorrente a testa alta. Ed ho perso. Cioè…alla fine mi sono arresa, e non ci ho messo nemmeno poi tanto. Segno inequivocabile che sto invecchiando.

Il punto era, e lo ha scritto Amabile Giusti (lo dico perchè altrimenti sembra che mi inventi le cose) che chi scrive una recensione negativa senza aver completato il libro è, in poche parole, un cafone e compie una specie di peccato indicibile che lo rende a tutti gli effetti una bruttissima persona.
Essendo nota per non finire i libri che mi fanno cagare e parlandone pure male, mi sono sentita chiamata in causa ed ho cercato di difendere le mie opinioni…ossia che se non riesco nemmeno ad andare avanti con la lettura, evidentemente il libro non mi piace e non posso certo parlarne bene e mi sento in diritto di dire che non mi è piaciuto.
NO.
Non si può fare.
Lo devi finire perchè poi, magari, al 90% svolta e diventa il libro della vita e cmq anche se persiste nel far cagare, per rispetto all’autore lo devi finire, altrimenti non hai il diritto di parlarne male.
Secondo me anche se svolta al 90% resta cmq. un libro di merda perchè per la maggior parte del libro ha fatto schifo, ma le mie motivazioni sono state smontate pezzettino dopo pezzettino continuando a ripetere che non c’è peggior cafoneria del parlar male di un libro che non si è finito.
Vedete, per me il libro è come qualsiasi altra cosa…. se non mi prende più vado avanti e peggio mi sento, come quando non ti piace un piatto di pasta con le acciughe ma ti costringono a finirlo e alla fine gli ultimi bocconi li mandi giù con una nausea imperante al punto di rischiare di sboccare ogni 2 secondi.
E poi mi chiedo….ma se io ho pagato 4,99€ avrò anche il cazzo di diritto di dire che un libro è di una noia mortale e che non mi è piaciuto? E poi….vogliamo parlare di quelle recensioni a 5 stelle di gente che scrive “Non l’ho ancora finito ma è splendido?” Di quelle però non si lamenta nessuno….ovviamente ( e con questa ultima frase non mi riferisco nello specifico alla Giusti ma più in generale alla polemica al momento in corso).
Ora che vi ho frantumato i testicoli posso confessarvi che per una frazione di secondo mi sono sentita in colpa ed ho giurato che il prossimo libro, noioso o meno, lo avrei finito.

Ecco; appunto.

La Trama: I primi amori sono di solito un dolce ricordo, capace di far sorridere. Non per Alexandra Tyler: Norman Morrison, il migliore amico di suo fratello Aidan, l’ha rifiutata senza tante cerimonie dopo che lei ha trascorso l’adolescenza a corteggiarlo e a comporre per lui terribili lettere d’amore in rima. Ogni volta che lo vede – anche ora che è una donna adulta e sta finendo un dottorato in Geologia alla Columbia – non riesce proprio a controllare il malumore. Le sue storie sentimentali sono state tutte un fallimento. E la colpa, secondo Alex, è proprio di Norman. Quando, stanca di incontri poco entusiasmanti, decide di prendersi una sacrosanta pausa dal complicato mondo degli appuntamenti, Norman, altrettanto stufo di pranzi tesi in casa Tyler, le propone una tregua: lasciarsi il passato alle spalle e provare a comportarsi in modo almeno amichevole. Alex non può tirarsi indietro di fronte a quella che per lei suona quasi come una sfida: trattarlo in modo cordiale in fondo non dovrebbe essere così difficile. O almeno, questo è quello che crede…

Ed ora la parola alla giurata – Spoiler Alert

Se non mi fossi sentita chiamata in causa come “cafona”, mi sarei limitata a interrompere questo libro più o meno al 50% e a definirlo, sulla mia pagina Facebook, “Trascurabile”. E invece no. Siccome definirlo trascurabile senza averlo finito sarebbe stato scortese nei confronti dell’autrice, l’ho finito.
Sono arrivata al tanto agognato 100% ed ora posso parlarne con cognizione di causa senza sentirmi in colpa nei confronti di nessuno. Avendolo letto tutto ora posso recensirlo ed essere considerata dalle scrittrici italiane emergenti una persona estremamente corretta ed educata.

Morale?
Trascurabile, dimenticabile, non necessario.

Contente?
Io no.
Io no perchè non volevo parlarne male, perchè a me Anna Premoli sta simpatica, perchè il suo primo libro mi è piaciuto, l’ho letto tutto d’un fiato una sera di qualche anno fa e lo ricordo con affetto, con rispetto e con tanta nostalgia. Ed invece ora mi tocca smembrare questo nuovo libro e dire tutto quello che penso, perchè io sono fatta così, una grandissima cagacazzo che se per caso si sente chiamata in causa se la prende a morte, si arrovella, si incancrenisce e finchè non fa scoppiare il bubbone non supererà la cosa.

Di Anna ho comprato quasi tutti i libri ma, essendo rimasta all’epoca un po’ delusa da “Come inciampare nel principe azzurro”, alla fine ho sempre comprato e mai letto….fino ad oggi. Fino a quando qualcuno che nemmeno mi conosce mi ha dato indirettamente della cafona. A me, che sono uno zuccherino. A me, che cerco sempre di motivare le mie critiche senza buttarle lì alla cazzo….
Sì, quando il mio compagno mi accusa di prendere tutto un po’ troppo sul personale….ha ragione da vendere (ma questo in sua presenza non lo ammetterò mai).

Ma torniamo a noi.
Norman e Alex si conoscono da una vita e lei lo ama da quando aveva più o meno 9 anni e lui 18. Arrivata alla maggiore età e dopo una serie di imbarazzanti lettere scritte in rima, decide di infilarsi nel letto di Norman e di saltargli addosso, ficcargli la lingua in bocca e farsi sverginare.

Ovviamente lui la rimbalza.
La rimbalza perchè, udite udite, abbiamo di fronte un rarissimo caso di “Uomo con il mestruo”.
E giuro che non c’è nulla che mi faccia cadere le braccia più dell’uomo sega mentale, in questo caso poi siamo alla follia. Si parla di anni, ed anni, ed anni, ed anni di tentennamenti amorosi tra due tizi che si amano, si piacciono, si trovano attraenti ma che non fanno nulla perchè lui ha le remore. L’ansia, l’angoscia esistenziale di ritrovarsi come suo padre, logorato dall’amore per l’ex moglie e ridotto all’abuso di alcool e pillole fino ad uccidersi. Eh sì, detta così sembra pure triste ma dal libro non traspare tutta la disperazione di questo ragazzo, sembra solo un tizio senza coglioni che non ha il coraggio di fare nulla se non restare a guardare la donna che ama da lontano segandosi sui vecchi ed orribili poemi in rima che ha scritto per lui.

Norman viene descritto come prevedibile, noioso, intelligentissimo, scostante, freddino e pure con un pessimo gusto nel vestire. Mentre Alexandra è una specie di dea in terra. Bella, estroversa, simpatica, intelligente, brillante, amante degli sport, realizzata sul lavoro…insomma praticamente la donna perfetta. Ha l’unica pecca di essere ancora follemente innamorata del suo primo amore che non la caga di pezza ma Santiddio…..un difetto dovrà pur averlo anche lei.

Cmq per farla breve i due pistoloni sono costretti a passare due giorni bloccati in una baita a 3600 metri di altezza causa tempesta di neve e ovviamente io mi aspettavo un sacco di sesso sporco e orgasmico ed invece col cazzo. Solo un miliardo di seghe mentali che definire noiose è riduttivo. Perché capite, un conto è la sega mentale una, due, tre, quattro volte….ma una sega mentale che va avanti 100 pagine non la regge nessuno. Poi…..il libro è scritto in prima persona da entrambi i protagonisti. Norman e Alex.

Basta.

Bello le prime volte che lo leggi, poi o sei davvero bravo a scrivere (roba che mi devi necessariamente far empatizzare con entrambi, mi devi far sentire cosa sentono, vivere quello che stanno vivendo, trovare uno stile di scrittura diverso a seconda di chi in quel momento sta narrando e via dicendo) oppure dopo un po’ non ha senso. Meglio un unico narratore e via….la semplicità al potere.

Che poi lo faccio anch’io, cosa pensate? Ho almeno 2 racconti con l’alternanza dei punti di vista dei protagonisti, ma il fatto che lo faccia anch’io non significa che debba per forza funzionare ed in questo caso l’ho trovato un po’ inutile.

Se cercate quelle emozioni strappamutande, strappalacrime o strappaqualsiasicosa, questo libro non fa per voi. E nemmeno per me. La storia si dipana lentamente, e la sensazione che lascia è quella di essere stati fermi 4 ore a guardare un lago in una giornata nebbiosa. Nemmeno una fottuta increspatura. Niente. Tutto tace.
Non aiuta di certo l’eccessiva imbranataggine di Norman. C’è da augurarsi che abbia una verga di dimensioni ragguardevoli e che sappia usarla ad arte, altrimenti quest’uomo avrebbe bisogno di essere rottamato in funzione di qualcuno più brioso.

Nelle ultime imperdibili 10 pagine viene fuori che tutti, ma proprio tutti, sapevano che Norman e Alex si amavano e che da ANNI attendevano che finalmente scopassero….e che poi, ovviamente, convolassero a giuste nozze perchè lui non ha passato tutto il libro sostenendo che non si sarebbe mai sposato. NO, non ci ha fatto due coglioni come due meloni sostenendo di essere incompatibile con il matrimonio. NO!!!!!!! Vero?

Coerenza, coerenza, coerenza.
Va bene l’AMMMMOREEEEE ma almeno spendiamo 10 pagine a capire come quest’uomo abbia improvvisamente cambiato l’intera sua galassia interiore nel giro di 2 giorni e sia chiaro che la visita lampo della madre a me non basta.

MA.

Ma il libro è scritto bene, in italiano corretto e scorrevole.
E’ un libro piacevole che sono certissima incontrerà il favore di un miliardo di donne diverse, quelle che hanno come unico scopo nella vita la fede nuziale, quelle che vogliono l’uomo che le ama da lontanissimo e che si dichiara in modo plateale, quelle  che sognano di sposarsi e mettere su famiglia con il loro amore dell’asilo e soprattutto le Romanticone, ma quelle pure, quelle che amano il romanticismo tutto fiorellini, cuoricini e #noidueunsolocuore. A loro piacerà moltissimo.
Per me invece è un no.

Un no tranquillo e placido come lo è il libro.
Un no tutto sommato trascurabile.

Però l’ho finito, tutto, fino all’ultima pagina. TUTTO. Senza nemmeno saltare qualche riga. TUTTO, ma proprio TUTTO.

Ed è qui che vi dico che no, non lo faccio più.
Sarò cafona, sarò stronza, mancherò di rispetto agli autori ma io non mi costringerò più a finire un libro che non mi appassiona più di tanto. Non lo farò perchè ho 38 anni e ormai so cosa mi piace e cosa no. So che se al 60% del libro mi sto annoiando, arrabbiando, schifando, non cambierò opinione. So che se trovo i personaggi noiosi continuerò a trovarli noiosi, se non mi piace lo stile con cui un libro è scritto, non è andando avanti nella lettura che imparerò ad apprezzarlo. E non è certo finendo il libro che porterò più rispetto all’autore. Gli porterò rispetto con l’onestà intellettuale di non criticare per partito preso così come eviterò di lodare solo perchè un’autrice mi sta più simpatica di un’altra.

E soprattutto gli porterò rispetto essendo conscia di essere una voce tra un milione di altre voci, di essere semplicemente una persona che legge e che può apprezzare o non apprezzare il lavoro di uno scrittore, di non fregiarmi di titoli che non possiedo, di non impedire, con il mio parere, che gli altri ne abbiano uno completamente diverso. D’altronde io conosco gente che definisce “Il Signore degli Anelli” un libro PALLOSISSIMO, che si è fermata a pagina 50 e che nemmeno lo vuole sentire nominare, e parliamo di uno dei capolavori assoluti della letteratura. Non credo che queste persone manchino di rispetto a Tolkien, ma che semplicemente non apprezzino quel genere di letteratura e quel genere di scrittura (e parliamo di una Signora Scrittura)…pazienza, non penso che Tolkien ci perderebbe il sonno, probabilmente, forte della consapevolezza della sua innegabile maestria narrativa, ci farebbe sopra una bella risata.

Lo so, sono stata davvero prolissa e pallosa. Ma sono fatta così, quando non comprendo qualcosa ci rimugino sopra, non ne esco, mi metto in dubbio, penso immediatamente che se 100 persone mi ripetono una cosa devo necessariamente essere in torto io e allora mi metto alla prova, cerco di cambiare, di adeguarmi, di corrispondere all’idea di giustizia che queste persone mi hanno messo in testa.

Poi rinsavisco e rompo il cazzo a tutti con le mie fissazioni.
Potrete perdonarmi?

In poche parole

Niente di trascendentale, niente di speciale. No batticuore, no strappamutande, no uomini caramelle Rossana tutti da scartare.
Uffa.

Poschina

Un Libertino da Domare – Nicole Jordan

C’è sempre un momento determinante nella vita di ognuno di noi.
Per quanto mi riguarda lo spartiacque della scorsa settimana è stato seguire l’impulsività e acquistare un libro del quale non sapevo nulla, di un’autrice della quale non sapevo nulla e convincermi con tutte le forze che la trama era intrigante e quindi anche il libro lo sarebbe stato.
Grave errore.
Ho abbassato la guardia ed ora ne pago le conseguenze.
Amarissime.

La Trama: Inghilterra, 1817 – Venetia Stratham ha una missione: salvare sua sorella dalle attenzioni inappropriate di Quinn Wilde, Conte di Traherne e noto libertino. Caduta in disgrazia agli occhi della famiglia e del ton dopo avere abbandonato all’altare il fidanzato, che si era presentato in chiesa con i chiari segni di una notte di bagordi insieme a un’altra donna, Venetia è disposta a tutto pur di evitare a Ophelia una sorte simile alla sua. Anche a recarsi mascherata in un bordello per ottenere prove del comportamento licenzioso di Quinn. Peccato che si ritrovi invece coinvolta in un attentato alla vita del conte e, a causa di un terribile malinteso, subito dopo intrappolata in un matrimonio di facciata proprio con l’arrogante, sensuale e irresistibile Quinn. Così, ora ha una nuova missione: domare l’indomabile marito.

Ed ora la parola alla giurata – spoiler un po’ ovunque

Da dove comincio?
Dalla noia delle prime pagine o dalla noia di quelle dopo?
Oppure dalla noia dei personaggi?
O forse sarebbe meglio focalizzarsi su Venetia, ribattezzata dopo una decina di pagine “La Figa di Legno” e successivamente, passatemi il francesismo, “Il Palo in Culo”?
Ma no, dai…..parliamo del libertino bellissimo, sexyssimo, e qualsiasi altra cosa vogliate ….issima che dovrebbe essere l’uomo che non deve chiedere MAI ed invece dopo 3 minuti è Sentimentalmente Genuflesso* ai piedi della reticente pulzella? E che poi scopriamo essere genuflesso da tempo immemorabile?

Ma bando alle ciance e concretizziamo.
In un bordello si scontrano e si incontrano Venetia e Quinn. Lei vuole convincerlo a non sedurre la dolce, svampita e rimbambita sorellina, lui in realtà è libertino cinico di fama e buono come una palletta Lindt dentro perchè si sta interessando alla piccola Ophelia per rimediare ad una specie di torto fatto due anni prima a Venetia. E già qui mi parte il tedio.
Se poi aggiungiamo che si capisce immediatamente che lui la brama e che lei lo brama, capirete quanto poco sorprendente siano il bacio che si scambiano, e anche la ciucciata di capezzoli perchè tutto è già stato fatto intuire, peggio….tutto è stato detto dai protagonisti che non fanno altro che segarsi mentalmente sul tema “mi piace ma quanto mi piace ma non voglio farglielo sapere”. Qui mancano le basi che muovono il romance, manca il dubbio, manca il pathos, mancano sale e pepe e ci resta un minestrone sciapo e cotto male.

Ma non preoccupatevi, può peggiorare.
Ed infatti qualcuno cerca di uccidere Quinn ma purtroppo non schiatta perchè lei lo soccorre, poi cercano di ucciderlo di nuovo un paio di volte e non so come i due idioti si trovano fidanzati e sposati nel giro di mezza pagina, fastidiosamente convinti che sia un matrimonio solo di facciata, senza sesso, senza amore, senza, punto e basta.
Ma certooooooooooooo!!!!! Ed io sono nata ieri….
Mavaffanculova!!!!!!!

Due pagine dopo lui la fa orgasmare prima con le dita e poi con la lingua e poco ci manca che raggiunga lo scopo anche con lo sguardo, allora lei pensa di poter ricambiare facendogli una sega, sì….avete capito bene, glielo prende letteralmente in mano ma Riccardo Cuor di Leone si nega, perchè a lui così non piace, lui la vuole coinvolta, vogliosa e sbavosa. Si tiene la sua granitica erezione (in realtà è sempre, perennemente in tiro, perche lei si fa smarmellare, slinguare, sditalinare e sgodazzare ma non sia mai che smolli lo scrigno segreto…dio quanto la odio!) e continua a recitare il ruolo di marito poco coinvolto sentimentalmente.

Come direbbe Califano “Tutto il resto è noia….no, non ho detto gioia, ma NOIA, NOIA, NOIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
E sono solo a metà libro.


Ebbene sì, l’ho finito.
E mentre chiudevo, finalmente, il mattone, questo è quello che ho sentito esplodere in ogni molecola del mio corpo.

Vi riassumo in poche parole quello che succede da metà libro in poi: due palle.

Succede di tutto ma in pratica non succede niente. Ovvio che i due si scoprano innamorati, un po’ meno ovvi sono il rapimento di Venetia e la sua insostenibile insicurezza mista a pucciosità mista a gattamnortismo e santamariagorettismo che l’hanno fatta diventare, a tutti gli effetti, in personaggio femminile più detestato di questo 2018. E non era così semplice, perchè conosco donne che eviscererei volentieri [come potete notare in questo periodo sprizzo bontà da ogni poro].

Il problema di questa donna è che vogliono presentarcela come una  donna con i controcoglioni quando in pratica è la classica donnina media che frigna ogni due per tre, perennemente alla ricerca di approvazione e sempre in odore di santità. Ok, forse sto esagerando un po’, ma mi sta pesantemente sulle palle e non riesco a trovarle dei lati positivi.

Non aiuta la scena, che dovrebbe essere il perno della seconda parte del libro, della seduzione in camera da letto. In pratica lei si scopre innamorata di Quinn (ma dai? non ce ne eravamo mica accorti) e decide di farlo innamorare pensando bene che l’unico modo sia sedurlo in camera da letto. E come fa? chiederete voi donne moderne che cercate da anni di asservire il vostro uomo.
Ve lo dico io.
Cerca goffamente e fastidiosamente di comandarlo, usando male il gioco del concedersi e negarsi e risultando esclusivamente fastidiosa e molesta, antipatica e anche mezza cogliona e lui glielo permette diventando ai miei occhi sessualmente intrigante come un pezzo di sedano dimenticato per mesi in frigorifero. Ah, già che ci siamo lei gli fa un pessimo pompino che cmq lui apprezza tantissimo perchè l’inesperienza lo eccita da morire. Bah.

Seguono il famoso rapimento, le confessioni di amore reciproco e tantissimo sesso.

Che dire?
Io l’ho odiato.
La colpa più grande di un libro non è la bruttezza della storia e nemmeno una brutta scrittura, il peccato mortale è la noia. Un libro noioso, prevedibile, non necessario. Un libro che non lascia nulla se non l’amaro in bocca per una storia che avrebbe potuto essere gestita meglio.

Sarà colpa del mio umore, della mia crescente sfiducia nel genere umano, della mia avversione per la donna piagnina…..non so.
So solo che ho fatto una fatica boia a finirlo e non lo consiglierei nemmeno a chi mi sta particolarmente sul cazzo.

In poche parole

E’ il quarto libro della serie “Amori da Leggenda” ma di leggendario c’è solo il mio accanimento nel finirlo.

Poschina

*Si ringrazia la straordinaria Franca Leosini per questa meravigliosa locuzione.

Il Patto dello Scandalo – Diane Gaston

In un momento di compulsività dettata dal panico di un freddo ed umido sabato pomeriggio in edicola, mi ero accaparrata questo libro con poca convinzione, dopo 30 pagine ero contenta e appagata, ora appenderei Diana Gaston ad un palo per i piedi e poi la costringerei a rileggere questo libro fino alla fine dei suoi giorni, mentre io le faccio il solletico sotto i piedi e la insulto pesantemente ad intervalli regolari.
Ma analizziamo cosa non ha funzionato.

La Trama: Ross paventa il giorno in cui diventerà Duca di Kessington e sarà gravato dei doveri verso quello stesso titolo che lo ha privato dei genitori felici conosciuti nell’infanzia. Per questo motivo, da anni rimanda la necessaria ricerca di una compagna destinata a essere la sua duchessa. Genna Summerfield, una deliziosa e vivace giovane incontrata durante una cavalcata, è di certo la meno adatta a ricoprire quel ruolo, tuttavia sembra anche l’unica capace di vedere oltre il suo nome e di trattarlo con disarmante spontaneità. Quando Ross scopre che lei sta tentando di sfuggire al cognato, deciso a darla in moglie a qualche vecchio e danaroso nobile, le propone un finto fidanzamento che permetterà a entrambi di trascorrere la Stagione senza pressioni. Non ha però tenuto conto che la tenera complicità che da subito li ha legati potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto più profondo.

Ed ora la parola alla giurata – SuperMegaSpoiler

Stupida io che avrei dovuto accorgermi che questo è un libro per educande. Un libro che si potrebbe tranquillamente far leggere alle allieve di una scuola cattoconservatrice gestita da gendarmi travestiti da suore. Una di quelle scuole nelle quali si legge “Sposati e sii sottomessa” e poi si fanno le prove pratiche per testare se si è davvero appresa la lezione. Avrei comunque dovuto capirlo dalla questa descrizione: “deliziosa e vivace giovane” perchè è tutto raccolto in questi termini. Un po’ come Gioia e Gaudio, solo che io lo uso in senso ironico mentre qui no. Qui parliamo davvero di un libro pieno di momenti Deliziosi e Vivaci ma nel quale manca completamente la componente sessuale. Sia quella repressa che quella manifesta. Ergo è un libro completamente inutile, fastidioso, patetico, che donerò a mia nipote di 8 anni perchè penso che alla sua età si possa ancora apprezzare tutta questa platonicità.

L’inizio non è male.
Genna sta dipingendo quando vede sopraggiungere un cavaliere, che si rivelerà essere un bellissimo giovine preoccupato per la di lei incolumità visto che sta per venire a nevicare o altre insulsità simili. Lui è simpatico, alla mano, intelligente, brillante e via dicendo ed è anche destinato a diventare duca una volta che il padre si deciderà a schiattare. Lei invece è una Summerfield, famiglia nota in tutta l’Inghilterra per la propensione allo scandalo. E ridiamoci sopra. Come fa lei, che in dieci minuti racconta vita, morte e miracoli della sua famiglia a quello che è, a tutti gli effetti, un illustre sconosciuto.

Si capisce immediatamente che tra i due c’è intesa. E questo funziona…..cioè…funziona bene finchè dura poco. Purtroppo invece questa intesa (rigorosissimamente platonica per dio, non sia mai che lui le tocchi una tetta) va avanti per pagine e pagine, intere dissertazioni sulla reciproca simpatia e su quanto si trovino bene l’uno con l’altra che però non portano a nulla. E non solo sul piano sessuale….proprio a nulla. Un po’ come quando passate il tempo ad immaginare cosa potrebbe succedere se….. e poi non succede mai un cazzo.

In mezzo ci sono: Lorene, sorella di Genna sposata con un vecchio stronzo e il cugino Dell, depresso per la dipartita dell’intera famiglia, chiaramente attratto dalla sposa sfigata e perennemente ai limiti della scortesia.

Non è che il libro sia scritto male o noioso, no…proprio per niente. Ma ritengo che 300 pagine nelle quali succede poco e niente siano troppe. Troppe riflessioni (sempre le stesse e sempre senza conclusione), troppi tentennamenti, troppa teorica carne al fuoco e troppa poca carne che alla fine arriva bella sugosa nel piatto. Basti pensare che la nostra Genna vorrebbe mantenersi dipingendo e questo mi va bene, ma a parte parlarne per pagine e pagine e pagine, non viene affrontata la questione ad un livello più profondo, ossia rapportata all’epoca in cui il libro è ambientato. Ogni tanto si accenna al fatto che non sarebbe una scelta rispettabile e poi stop. Quindi tutto questo parlarne è fine a se stesso e mi da fastidio.

Almeno si scopasse.

No.
A pagina 279 e sottolineo 279!!!!!! finalmente i due stronzi si fanno prendere dalla passione e lui puccia la regale verga nella vagina inviolata di Genna salvo poi ritrarsi dopo due mezze spinte perchè lui è un uomo d’onore e non vorrebbe mai approfittarsi della sua Genna in questo modo. Cioè lei gli si struscia contro implorandolo di prenderla e di shakerarla come un caffè freddo il 15 d’agosto e lui si ritrae con il cazzo grondante….
Non Si Può Sentire!!!!!

Approfittatene, sbattila contro il muro, sul divano, in carrozza…….falle sentire il bel cazzone che ti ritrovi e poi ridaglielo finchè non grida come un’ossessa. No, lui è puro di cuore e non vuole rovinarla.

MAVAFFANCULOVA!!!!!!

300 pagine e nemmeno una scopata come dio comanda.
Ma cara la mia Diane, perchè credi che la donna media di fine  2017 compri i tuoi libri? Per leggere di uomini che si tirano indietro sul più bello? Ovviamente direi proprio di no. La donna emancipata di fine 2017 vuole orgasmi multipli come se piovesse, vuole verghe incontrollabili e sventrapassere orgasmici, vuole sesso, carnazza, libbre esposte, rollè di manzo. Ecco quello che vuole.

Gli Harmony che leggevo a 12 anni erano decisamente più spinti.

Mi dispiace tanto ma per me è NO.

In poche parole

279 pagine per una pucciatina nella gnagna per poi tirarsi indietro come un adolescente alla prima vulva? No, grazie.
E tieniti pure il tuo ducato di merda.

Poschina

 

 

 

 

 

Nella Trappola del Duca – Anne Barton / L’Abito Scarlatto – Sarah Mallory

Oggi parliamo di due libri che non so bene come, ma ho trovato tutto sommato piacevoli. Piacevoli, badate bene, non belli e nemmeno consigliabili, ma piacevoli. Che è una parola che tendenzialmente uso pochissimo perchè a me le mezze misure danno un po’ fastidio quindi solitamente un libro o mi fa sburrare o mi fa cagare.

Partiamo da quello che mi ha dato maggiori soddisfazioni. E per maggiori soddisfazioni intendo la voglia di massacrare qualcuno.

La Trama: Londra, 1815 – Sarta nel negozio più esclusivo di Londra, Miss Anabelle Honeycote viene a conoscenza dei piccanti segreti del ton e – occasionalmente – li usa a suo vantaggio. Non è certo fiera di simili azioni, ma la riluttante ricattatrice è alla disperata ricerca di denaro per aiutare la sua famiglia, in grave difficoltà. Per tenersi al riparo da misfatti più gravi, Anabelle ha stabilito alcune regole a cui si attiene scrupolosamente, fino a quando commette un errore fatale: ricatta l’uomo sbagliato.

Ed ora la parola alla giurata – Spoilerissimi

Ci sono romance di diverso tipo. Il Romance Classico, Il Romance Erotico, Il Romance Brillante, Il Deep Throat Romance (il mio preferito ed evidentemente animale in via d’estinzione) e il Romance Fiaba, che è quello che mi piace meno ma che sicuramente descrive in modo accurato la sbobba appena letta.

Lei è una sartina con sorella al seguito e mamma malaterrima da mantenere. Lui un Gran Figo con due sorelle minori da mantenere, una madre troia che è fuggita non si sa dove e un padre morto suicida un paio d’anni prima. Si incontrano perchè lei lo ricatta e iddu, invece di consegnarla alle autorità, prova una certa compassione mista a durello che lo convincono a portarsela a casa come sarta personale per le sorelle e a mantenere la di lei sfigatissima famiglia.

Da qui allo sditalinarla nell’ex nursery il passo è brevissimo. Dal ditalino alla leccata di gnagna è un attimo e da tutto ciò al sesso selvaggio con sborratona nella appena violata vagina sono un manciata di pagine.

E fin qui, nonostante il libro grondi buonismo tanto quanto io grondo sudore in questi giorni afosi, si lascia leggere. Certo…..nessunissima voglia di scartare il Duca come una caramella Rossana tutta da succhiare, ma pazienza….non si può avere tutto dalla vita.

I problemi giungono tutti nelle ultime 10 pagine del libro, nelle quali si concentra una dose buonismo fiabesco talmente alta da farmi credere che da un momento all’altro potesse comparire la Fata Madrina d’azzurro vestita, tanto erano assurdi pretesti e situazioni. Per sopravvivere a tutto questo buonismo ai limiti del realistico mi sono sdoppiata e il mio doppelganger ha sbriciolato il kindle a colpi d’ascia.

Però dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare e sottolineare che ci vengono risparmiate inutili e stucchevoli gravidanze indesiderate, anche se sono certa che in futuro ci faranno sapere quanti pargoli ha sfornato la coppia nei primi 2 anni di matrimonio. Io scommetto almeno 5.

Per correttezza vi informo essere il primo libro di una serie.

Leggerò gli altri? Sì, certo. Sono autolesionista.
Lo consiglio? Solo se siete delle donne “Cuore di panna” che si commuovono con la pubblicità degli omogeneizzati.
Si può evitare? Senza sensi di colpa.
Lui è scopabile? Sì, ma senza infamia e senza lode.
Voto? 5
Livello Marshmallow? 10

Ed ora lui, il libro che potrebbe essere definito con due semplici parole:
Il Plagio

La Trama: Inghilterra, 1811 – Quella del Barone di Adversane è senz’altro una bizzarra proposta, ma Lucy Halbrook, costretta a lavorare per vivere, non può permettersi di rifiutare il generoso compenso che il gentiluomo le offre, e così accetta di raggiungerlo nel Derbyshire e di fingersi la sua fidanzata. Solo quando giunge nella dimora del nobile vedovo, però, la situazione si rivela in tutta la sua inquietante stranezza: non solo Lucy assomiglia come una goccia d’acqua alla defunta baronessa, ma alla festa di mezza estate dovrà sfoggiare un abito scarlatto, identico a quello che la gentildonna indossa nel suo ritratto.

Ed ora la parola alla giurata

Questo libro è la scopiazzatura senza infamia e senza lode di un libro bellissimo che vi consiglio con tutto il cuore: Rebecca – La prima moglie di Daphne du Maurier e se non mi credete vi posto qui sotto la trama.

“A Montecarlo una giovane dama di compagnia conosce e sposa il ricco vedovo Maxim De Winter. 
Ma nella sua magione a Manderley, in Cornovaglia, il ricordo ossessionante della prima moglie Rebecca, alimentato da un’eccentrica governante, porta la ragazza sull’orlo della follia finché il mare non restituisce il cadavere di Rebecca.
Maxim è accusato di omicidio ma nel corso delle indagini si viene a sapere che Rebecca era malata terminale di cancro, e viene ipotizzato il suicidio e quindi scagionato Maxim. Il lieto fine è garantito: Maxim e sua moglie possono finalmente vivere tranquilli.”

Con alcune piccole differenze siamo di fronte a quello che si può solo definire “Plagio”. Era impossibile riprodurre le atmosfere inquietanti, i sospetti, il fine approfondimento psicologico del romanzo della Du Maurier….ed infatti la Mallory butta tutto sul romance spiccio e lo fa con una certa delicatezza che ho apprezzato, con una scrittura che non annoia e senza pretendere troppo da se stessa.

Immagino che per quelle che non hanno letto Rebecca, la parte mistery possa essere intrigante, io l’ho trovata poco soddisfacente ma anche qui, pazienza…arriveranno momenti migliori.

Resta il dubbio su come sia possibile fare i soldi scopiazzando a piene mani il lavoro, nemmeno troppo oscuro, di qualcun altro senza che nessuno alzi un dito per impedire lo scempio, ma se facessimo finta di non sapere che il suddetto scritto è in realtà una copia, il libro sarebbe sicuramente leggibile, adatto ad una domenica afosa in spiaggia oppure ad una nottata di insonnia dovuta alla calura.

Per onestà intellettuale insisto con il consiglio di leggere il libro della Du Maurier e anche di vedere il bellissimo film di  Alfred Hitchcock con Laurence Olivier e Joan Fontaine.

Detto questo…

Lo consiglio? Solo se non avete letto l’originale
Si può evitare? Senza sensi di colpa.
Lui è scopabile? Sì, ma senza infamia e senza lode.
Voto? 5
Livello Mistery? 4

In poche parole

“Un buon libro dovrebbe lasciare decisamente esausti al termine. Si vivono diverse vite durante la lettura”. (William Styron)
Beh….non è questo il caso….purtroppo

Poschina

Irresistibile Sconosciuto – Lisa Kleypas

Per me, Nostra Signora del Romance Lisa, è una specie di istituzione. Cerco sempre e costantemente di difenderla e quando non riesco a farlo è solo ed esclusivamente colpa sua che non mi ha dato nulla a cui appigliarmi per fare l’avvocato del diavolo.
E ve lo dico subito, questa recensione è tutta uno spoilerone che avercene.

La Trama: “Lady Hawksworth, vostro marito non è morto” queste le parole che sconvolgono Lara. Infatti, dopo essere stato dato per disperso in mare liberandola da un matrimonio senza amore, Hunter conte di Hawksworth sta facendo ritorno per reclamare il proprio titolo e la propria moglie. Però Lara stenterà a riconoscere quell’uomo potente e virile, in grado tuttavia di rivelarle segreti che solo un consorte può conoscere e così ansioso di rinnovarle il proprio amore. Certo, la somiglianza è innegabile, ma mai Hunter si era dimostrato tanto attento e passionale. Eppure, ben presto l’unico desiderio di Lara sarà che quello straniero sia davvero suo marito.

Ed ora la parola alla giurata

Mi approccio a questo libro mentre attendo che arrivi l’ultimo Spin-Off della serie “Seducers” della Hunter pensando che Zia Lisa non delude mai e che quindi andrà tutto davvero bene.
Poi, tempo una ventina di pagine, lo spirito della Maionchi si impossessa di me ed io lo lascio fare perchè per me questo libro “è No”. Ma analizziamolo con ordine che altrimenti non si capisce nulla.

Lei, Larissa detta Lara.
Per due anni è stata sposata con Hunter,  il quale non solo non l’ha mai amata, ma abusava anche di lei. Arrivava la sera, se la scopava rigorosamente al buio e senza nessuna gentilezza e poi se ne andava. Nonostante queste ripetute inondazioni di sperma in vagina, lei non è mai rimasta gravida e si è quindi convinta di essere sterile.
Schiattato il marito diventa una sorta di beniamina degli orfani e degli oppressi, generando in me quell’astio e quella insofferenza che non mi abbandoneranno mai, nemmeno a libro finito.

Lui, Hunter, conte di Hawksworth.
Praticamente un coglione. Marito pessimo, con pessime amicizie, un’amante che tutti sanno esistere, e una considerazione della moglie pari a zero (l’ha anche definita una medusa). Va per mare e non torna. Poi torna e parte il trip “è lui o non è lui?”.
Si capisce immediatamente che NON può essere lui.
Primo gli somiglia ma non poi così tanto, secondo è l’esatto opposto del conte scomparso.
Buono, dolce, sessualmente attento, innamorato….tanto da annoiarmi a morte. Cioè…ma chi lo vuole uno così stucchevolmente devoto? Devoto al punto che lei decide tutto ma proprio tutto e lui zitto. E non se la scopa nemmeno perchè lei c’ha il trauma. E lui aspetta pazientemente.                  – Poschina preda della noia –

Fatto stà che ad un certo punto cominciano a sorgere dei dubbi sull’identità di quest’uomo che sembra il conte ma non sembra il conte, che è uguale ma non è uguale e il libro si trascina fino a quando, finalmente, lui non se la scopa con tutti i sacri crismi e lei si trasforma da “c’ho il trauma” a “dammi il tuo cazzo gigante”.

Poi però viene fuori che lui non è davvero lui e allora la nostra SantaMariaGorettiDiStaMinchiaLarissa vede bene di denunciarlo alle autorità. E lo denuncia nonostante lui si sia appena rivelato un “Fertilizer” della madonna perchè lei è ovviamente e incontestabilmente Gravida.
La Vacca è Gravida alla prima botta.
Cioè due anni con il marito e niente, una volta con lo sconosciuto e BOMBA!!!!!!

Lisa Zio Caro, che cazzo ti eri calata….il Peyote?

Poi spendiamo due minutini sulle incongruenze.
Prima mi fai due palle come due meloni con la storia che Hunter considerava la moglie una sorta di soprammobile fastidioso e poi viene fuori che lui ha scritto 450 diari particolareggiatissimi con ogni dettaglio della di lei vita e che teneva le sue lettere e la sua miniatura sul comodino…ma allora la detestava o non la detestava? Parliamone.

E vogliamo parlare anche della delirante spiegazione di come il nostro eroe è passato dall’essere un mercenario a fingersi conte?
Ecco…. una sera va a trovare il fratellastro per vedere com’è e scopre che è sposato, guarda la miniatura della moglie e se ne innamora, allora legge anche tutte le sue lettere e se ne innamora sempre di più al punto da voler prendere il posto del fratellastro quando muore pur di starle vicino (ovviamente anche il titolo, i soldi e le terre hanno un peso, ma principalmente lei). Quindi parte alla volta dell’Inghilterra per conoscere la donna che ama.

Ma che cazzo di disadattato sei? Ma io sarei fuggita da uno così!!!!!! Roba da Criminal Minds. Uno stalker chiaramente fuori controllo. Un pericolo pubblico e anche, lasciatemelo dire, uno sfigato cosmico.

Ma il bello deve ancora venire….
La mamma di Hunter compare giusto in tempo per spiegare alla nostra minchionissima Lara che Iddu è il fratellastro di Hunter, figlio del Vecchio Conte e dell’amante; da picculerrimo era stato sbattuto in India con una coppia di missionari e insinua che non ci sarebbe niente di male se tutti facessero finta di niente, Larissa e i suoi multiorgasmi, i fittavoli con la loro gioia, il personale della magione con un padrone decente.

E quindi?

Quindi finisce a tarallucci e vino.
Tutti felici, tutti contenti…. Tranne me.
Tranne me, tranne me, tranne me (da canticchiare)
Oltretutto, durante un amplesso, lei urla “Ti prego basta, non posso venire ancora”. Ma vai a cagare va!!!!!!
Ovviamente viene ancora la zoccola, inutile sottolinearlo.

In poche parole

E’ lui o non è lui? *cit.

Poschina

p.s. in mezzo troviamo il tempo per parlare della sorella di Lara maltrattata dal marito.
Ma anche no.

El Triplete

Capita raramente, ma capita.
Avete presente quando imbroccate un libro più bello dell’altro al punto da chiedervi se sia il caso di fingersi malati e passare la giornata a letto a leggere?
Bello vero?
Non è questo il caso.
Ho appena centrato El Triplete de la Mierda.

Spoiler come non se ne vedevano da anni.

Prima mi sono imbattuta in questo:

che ho scelto perchè lei gli sta per fare un pompino ed ho pensato, erroneamente, che promettesse bene ed invece mi sono ritrovata per le mani un libro banale e noioso nel quale lui passa nel giro di mezza riga (nemmeno mezza pagina) da “Che due coglioni mi devo sposare a forza con sta rincoglionita vergine di ferro” a “Sera, sei la donna della mia vita andiamo avanti a scopare in eterno perchè dio solo sa quanto ti amo”.

Il tutto senza pathos, senza brividi, senza che a me sia venuta voglia di sostituirmi alla donzella di turno.

Donzella che ha una sad story….. il di lei promesso sposo viscido e con pancia prominente la costringeva a subire i suoi bisogni a base di vergate nella vagina e lei, giustamente, ne è rimasta traumatizzata.

Talmente traumatizzata che dopo 20 minuti che conosce il nuovo promesso sposo è già pronta a tirarglielo fuori dai pantaloni e a succhiarlo per ore, ore ed ore, se non fosse che lui preferisce sbatterglielo dentro e quindi, caro  il mio vecchio pompino con ingoio, ti tocca aspettare.
Seraphina quindi si gode il sesso ma continua a ripetere che lei vuole andare a vivere da sola perchè non vuole dipendere da un uomo e bla….bla…bla……

Gatta morta che non sei altro, lo sappiamo tutti che alla fin della fiera resterai con il bel Duca che ti scopa benissimo e sfornerai una nidiata di bambini che non dormiranno mai la notte, ma a te non fregherà un cazzo perchè avrai 8 bambinaie e 9 cameriere personali.

Vaffanculovà.

Voto? 3
non l’ho nemmeno finito e lo dico con orgoglio.

Poi, temeraria, ho provato con questo:

e qui, onestamente mi è andata piuttosto bene perchè il libro non fa cagare ma mi ha ricordato in modo imbarazzante “L’ultimo Libertino” della Chase con meno passione, meno brio e meno interesse da parte della sottoscritta.

La storia è questa, ma noi la scopriremo solo ben oltre la metà del libro:

La giovanissima Antonia, rampolla di famiglia molto perbene, anzi…..perbenissima, si concede al bello di turno e fugge con lui che le promette il matrimonio. Viene fuori che invece è già sposato e il di lei padre si incazza, la disereda, la sbatte fuori di casa e la molla da sola come una cozza in Italia.
Quando la conosciamo fa da chaperon alla cugina fighissima e si veste di merda sperando di sembrare vecchia e brutta.

Nicholas è armato da sete di vendetta e avvicina la cessona solo per riuscire ad arrivare alla sua protetta, ma dopo un nanosecondo che la guarda nota che in realtà non è vecchia e non è cessa e il suo membro gli va in tiro che non ti dico e alla fine dopo una corte spietata se la scopa manco fossero 20 anni che non vede una donna e lei invece di scandalizzarsi se la gode alla grande.

E da questo apprendiamo due cose:
primo….lei sa godersi davvero la vita;
secondo… finirà a confetti e gravidanze.

Però….però….però….niente GI.
Non mancano di farci sapere che lei avrà un figlio, ma non così, per un amplesso veloce nel gazebo  ma dopo innumerevoli notti a base di vergate e spargimenti di sperma in vagine orgasmanti. Quindi, pur non vedendo l’esigenza di dovercelo a tutti costi far sapere, ci stà.

Ora, non è che sia un brutto libro ma piuttosto un po’ raffazzonato.
Un vorrei ma non posso che comunque si prende una quasi sufficienza perchè si lascia leggere senza troppi smadonnamenti ma gli mancano quell’Appeal  e quel brio nei dialoghi che caratterizzavano il libro della Chase. Però il sei pieno NO, perchè io pretendo la fotta di leggere, pretendo di smaniare per tutte le ore di lavoro in attesa del viaggio di ritorno nel quale mi spiattellerò in treno a leggere e qui, questa attesa spasmodica, non c’è stata.

Voto: 5,5

Ma veniamo a LUI.

Due palle.
E con questa dichiarazione potrei chiudere tutto e andare a casa.
Ma anche no, prima voglio sparlarne un pochino.

Non ho nulla contro la fantasia ma qui, qui c’è troppo di tutto e questo tutto è pure gestito male.
Charis è riccherrima, bellerrima e pestata a sangue.
Gideon la trova nella stalla di una locanda e la raccatta per proteggerla.
Ma lui ha davvero una Sad Story con i fiocchi e il suo disturbo post traumatico da stress lo porta a non sopportare il contatto fisico con altri esseri umani.

Povero cristo, non sa ancora che si è trascinato in casa una con la Sindrome da Crocerossina a Mille che si è innamorata di lui a prima vista e che se lo vuole fare a tutti i costi.
Ed infatti.

Lui la vuole, lei lo vuole ma lui non sopporta il contatto fisico e allora, che si fa? La nostra novella psicoterapeuta escogita un metodo infallibile:
Mi piazzo nuda davanti a lui, poi mi piego a 90, poi mi titillo i capezzoli, mi sgrilletto, mi penetro con l’attizzatoio finchè lui perde letteralmente il controllo e mi monta come fossi una Real Doll dimenticandosi il disgusto per il contatto fisico.

Funziona.

Poi lui si pente ogni cazzo di volta, ma intanto la monta come non ci fosse un domani e lei, pur non godendo per niente, è contenta perchè almeno il loro non è un matrimonio di facciata.
State tranquilli che poi l’orgasmo arriva anche per lei, perchè siamo sempre e comunque in un Romance e nei romance la donna viene sempre e comunque.

E questo non è il peggio, perchè ancora devono arrivare i fratelli di Charis (che l’avevano quasi ammazzata per rubarle l’eredità) e deve avvenire un rocambolesco quanto irreale quanto insopportabile quanto noioso rapimento con liberazione finale e dichiarazione d’amore tra verghe turgide e vagine grondanti.

Orribile.
Uno dei libri più brutti che abbia mai letto.

p.s. dopo aver letto cosa ha provocato a Gideon l’avversione per il contatto fisico la sua guarigione a suon di vergate suona ancora più fastidiosa e assurda.

Voto: 2

Vabbè….andrà meglio la prossima volta, si spera.

In poche parole

Dei tre, non mi sarei fatta infiocinare da nessuno e questo la dice lunga.

Poschina