Ed eccoci qui, in una fredda sera di fine maggio, mentre i miei figli fanno i compiti e la lavastoviglie gentilmente mi lava i piatti.
Questa è una recensione che non avrei mai voluto scrivere, se non altro perchè a me non piace parlar male di un’autrice della quale ho parlato molto bene. Non mi fa sentire a mio agio perchè già mi vedevo con tutta la collezione dei libri della Dunmore nella mia caotica libreria ed invece dopo questo libro sono perplessa e delusa, stanca e frustrata e mi chiedo perchè. Perchè lo hanno pubblicato intendo.
Editore….dimmi, perchè?
La Trama: Lady Lucinda rappresenta tutto ciò che una giovane di buona famiglia non dovrebbe essere, poiché è orgogliosa, brillante e impegnata politicamente. Non a caso è tra le maggiori attiviste del movimento che si batte contro la legge che sancisce che nel matrimonio la moglie e tutti i suoi beni diventino proprietà del marito. Anche Lord Tristan non è proprio un modello di virtù. Arruolato a forza dal padre, esasperato dalle sue intemperanze, è appena tornato dalla guerra ed è nuovamente sotto minaccia: o si sposa, oppure dovrà assistere all’internamento della madre in manicomio. Complice un’occasione mondana, Lucie e Tristan si ritrovano dopo tanti anni. Non si sono mai piaciuti, eppure adesso qualcosa è cambiato. Da anime ribelli ad anime gemelle il passo è breve…
Ed ora la parola alla giurata – SPOILERISSIMI
Capita a volte quando si scrive di avere una folgorazione. Non so…sei al mercato, vedi una pesca e immediatamente dentro il tuo cervello parte un fluire di idee meravigliose che si incastrano perfettamente l’una con l’altra al punto di arrivare a casa di corsa, trascriverle e capire di aver fatto inequivocabilmente centro. Partiamo dal presupposto che già sono rari questi momenti di illuminazione cosmica, se poi ci aggiungete che un romanzo o un racconto devono avere un inizio, uno sviluppo ed una fine, capirete che la suddetta illuminazione è solo una piccolissima parte di questo immenso lavoro.
L’impressione che ho avuto mentre leggevo questo libro è esattamente quella sopra descritta, ossia che la Dunmore sia stata illuminata da un’idea improvvisa e brillante per poi trovarsi a dover costruire un’intero romanzo partendo da essa. Il risultato è a dir poco altalenante o meglio, se dobbiamo essere davvero oneste almeno tra di noi, deludente.
In effetti le idee ci sono ma sono sparse nel libro come nei sulla pelle, senza alcuna logica apparente e senza che ci sia tra di loro una vera unione.
Per non parlare del fatto che alcuni argomenti che sono presentati come parte fondamentale del libro, vengono buttati lì senza poi dargli seguito e tu resti a fine libro con un pugno di mosche in mano (che schifo) a chiederti “ma quindi?” – come per esempio il socio/bastardo/ricattatore con cui fa affari Tristan.
Ma andiamo ad aggiungere perplessità su perplessità.
Esempio. La madre di Tristan, che fine fa? Fino ad un attimo prima lui se la voleva portare in India per salvarla dal padre, poi viene fuori che un’amica d’infanzia la fa espatriare e non se ne parla più. La tanto adorata madre. Bah!
E se fosse solo questo saremmo comunque a cavallo perchè fossero questi i problemi di un libro……ma no, la cara Evie invece ci mette il caricone da novanta creando due personaggi che alla fine della fiera non sono nemmeno riuscita ad inquadrare.
Partiamo dalle prime pagine, che poi dovrebbero essere il fulcro di tutto, ossia quando Pel di carota Tristan si innamora della bella e glaciale Lucinda.
Due coglioni!
Sembrano scritte da una quindicenne alle prime esperienze di scrittura. Lui la vede e se ne innamora, così, immediatamente ma sfiga vuole che fosse lì a sistemarsi la patta dei pantaloni e lei lo vede con tutto aperto e gli tira un ceffone.
…..
….
Ma DIOBONO, non ti viene in mente niente di meglio?
Evidentemente no.
E questo schiaffone è il motore di tutta la storia perchè lui, da quel momento, penserà sempre e solo a lei.
Ma lasciando stare la bassezza di questo espediente, lui avrebbe potuto essere la Caramella Rossana del 2022 perchè sia nel libro precedente, che nei primi capitoli di questo, ci viene descritto come un libertino senza cuore, scopatore seriale e cinico Maschio Alpha, fisicamente dotatissimo e maestro delle arti amatorie. Lui che da pel di carota si è trasformato in un maschio di prima categoria, capelli con riflessi ramati (sono da sempre la mia passione), spalle larghe e fianchi stretti, muscoli e tatuaggi, eroe di guerra…
…. in pratica avevo già indossato le ginocchiere, ma giusto un attimo prima di chinarmi di fronte a tanta statuaria beltade, ecco la verità.
E’ tutto finto.
Lui non è un libertino, ha finto tutto per far incazzare il padre.
Ma porca di quella puttanazza!
Perchè mi rovini il maschio così?
E da quel momento in poi è una discesa agli inferi a partire dalla mortagigne di figa che lo attanaglia alle molteplici sad stories che caratterizzano la vita di quest’uomo. Che poi va bene, povero piccolo malmenato dal padre padrone, malcagato perchè secondogenito e bla….bla….bla…bla…. innamorato della fiera Lucie che manco lo caga, amante dei gattini. CRISTO!!!! Amante dei gattini.
Già mi immagino un suo profilo Facebook pieno di “Buongiornissimo caffè con i gatti”.
No Maria, io esco.
Uno che per poco si rifiuta di sverginare la donna che ama da 12 anni perchè lui è un uomo d’onore.
Mi viene da piangere.
Lei invece è una convintona che ha vissuto esperienze traumatizzanti da giovane, ha visto sua madre perennemente cornuta e frustrata ed ha giurato che lei così non ci vuole finire. Ed è sempre un personaggio interessante la nostra Lucinda, nonostante resti comunque meno approfondito di quello che avrebbe potuto essere perchè l’autrice è chiaramente confusa, non sa bene che strada prendere, non vuole essere eccessivamente moderna per l’epoca ma nemmeno troppo reazionaria. Quindi sì alla relazione clandestina ma no al matrimonio.
Spoiler, si sposeranno.
E questa fatica a prendere posizione si sente tutta. Come si sente tutta l’ossessione per la paura di non dedicarsi completamente alla causa, una paura che tutto sommato, nonostante le esagerazioni, è lecita e devo dire che forse una delle poche occasioni in cui Tristan si dimostra un personaggio interessante e sfaccettato è proprio nel momento in cui capisce cosa prova Lucy all’idea di quello che potrebbe perdere sposandosi.
In questo frangente ci troviamo di fronte ad un uomo maturo e consapevole di quello che vuole per se stesso e per la donna che ama, un uomo che non esita ad appoggiarla e a sostenerla nella sua difficile battaglia.
Si…va bene, molto bello ma anche che due palle.
Infatti i momenti migliori del libro se li prende sempre Lucy.
Quando lo schiaffeggia al primo incontro.
Quando si fa trovare nuda, coperta solo dalla vestaglia in casa sua e lo implora di sverginarla.
Quando in una scena di Dirtydancinghiana memoria piomba nella stanza dove stanno accusando Tristan di aver compromesso la cugina e dice “Non è possibile che fosse a letto con Cecily, perchè ha passato tutta la notte con me”*
Però resta comunque l’amaro in bocca perchè avrebbe potuto essere una bellissima storia ed invece ci sono momenti molto ben riusciti ed altri decisamente sotto tono. O sono lenti da morire, o sono confusi al punto che alcune frasi non hanno nè capo nè coda, oppure sono talmente banali da chiedersi se sia la stessa scrittrice del primo libro della serie.
Io capisco che una volta che trovi il filone d’oro devi insistere a scavare per trarne il maggior profitto, però cazzo un editore dovrebbe comunque metterci mano e farti rifare il lavoro finchè non ne esce qualcosa di buono.
Qui le cose non funzionano.
Non è nemmeno un brutto libro ma è mediocre e la sensazione è quella di un’occasione buttata nel cesso. E io di occasioni buttate nel cesso ne ho anche un po’ piene le balle.
Quindi io potrei consigliarvi di non leggerlo perchè a mio parere non vi perdete assolutamente nulla. Non c’è negli incontri tra i due “ribelli” nulla di particolarmente conturbante, forse solo in un paio di occasioni si avverte una certa scintilla.
Tutto il resto, come direbbe Califano, è noia.
Persino il tema del femminismo che è stato trattato molto bene nel libro precedente qui risulta confuso e in alcuni momenti, purtroppo, assolutamente superfluo.
Tra l’altro se è vero che si scopa spesso, è anche vero che perchè i due si bacino e si struscino, ci vuole una vita. Vita che già in questo periodo trovo particolarmente faticosa, se poi mi fai sudare anche le slinguazzate allora mi vuoi male; Evie….dillo che vuoi vedermi morta.
Inutile dire anche che si parte con la leccata di gnagna. Era un po’ che questa pratica restava un po’ in sospeso, pensavo fosse passata di moda ma no, è ancora lì in prima fila per avvicinare gradualmente le pulzelle alle gioie del sesso. Sei vergine? Te la lecco e te la mangio, d’altronde il detto dice “Se l’è secca, lecca” mica a caso.
Che poi è sempre tutto un grondare manco fossimo sotto un monsone…..
E stavo per dimenticare l’orgoglio di entrambi, i quali si amano appassionatamente ma non fanno altro che fingersi indifferenti, anzi in alcuni momenti proprio stronzi, ma non con quel sottile gioco al massacro che mi da sempre tante soddisfazioni, piuttosto come due bambini di due anni che non vogliono ammettere per primi con se stessi che hanno bisogno l’uno dell’altro.
Ed io che ormai sono vecchia già trovavo irritanti i Big Misunderstanding di Zia Judith, che bisogna riconoscere essere sempre ben costruiti ed inseriti in contesti di un certo calibro, figuratevi quanto mi possano piacere le incomprensioni buttate lì in un libro che alterna 3 pagine meravigliose a 50 appena decenti. In pratica ho passato il tempo cristando per poi ricredermi e riprendere a cristare poco dopo.
Così non va….non ho più l’età.
Poschina
Tagline – Verga turgida o non verga turgida, il buongiornissimo caffè con i gattini e poesia ve lo cedo volentieri.
*cit. Famosissima scena nella quale Babe va dai genitori e confessa di essersi fatta sbattere da Johnny per tutta la notte per salvarlo dalle accuse di aver rubato allo Sheldrake. Finirà con lei disperata che urla “E’ stato quindi tutto inutile? Mi sono umiliata davanti ai miei genitori per niente?” e poco dopo lui se ne va, con in sottofondo la straziante “She’s like the wind”.
Quante lacrime.
Che adolescenza meravigliosa.