Le virtù di un Libertino – Anna Campbell

Santa Madonna finalmente!
Ero ormai terrorizzata dall’idea che non avrei mai più trovato un libro degno del mio interesse. Nell’ultimo mese ho aperto e chiuso una quarantina di e-book senza superare la pagina 10. Terrificante. Pensavo di avere un problema, invece il problema ce l’avevano loro: facevano proprio cagare.
Per fortuna l’altro ieri mi decido ed acquisto un libro che ho nella Wishlist da tempo immemorabile, sperando sia la volta buona.
Sarà la volta buona?

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La Trama: Jonas Merrick sa di avere una pessima reputazione. Ricchissimo ma con il marchio dell’illegittimità che gli pesa addosso, è temuto e bandito dall’alta società che lo reputa una canaglia. Ma neanche il più insensibile dei villani potrebbe approfittarsi di una creatura innocente e coraggiosa come Sidonie Forsythe. Lei, per salvare l’amata sorella che ha contratto un debito di gioco con Jonas, si offre infatti di compiacerlo, nei modi e nei tempi che lui riterrà più opportuni. Nonostante sia colpito dalla celestiale bellezza di Sidonie, Jonas non può accettare e le propone un accordo differente: sarà lui a tentare di sedurla, per sette giorni e sette notti. Se lei capitolerà, il debito potrà considerarsi saldato. Così inizia tra i due una danza sensuale e ipnotica, che porterà entrambi a scoprire verità inaspettate. E segreti inquietanti.

Ed ora la parola alla giurata – spoiler a manetta

Prima di tutto vorrei un applauso perchè, per la prima volta in vita mia e del tutto casualmente, ho accalappiato il primo libro di una serie; in questo caso “Sons of Sin” il quale, per dovere di cronaca, in inglese si intitola “Seven night in a rogue’s bed” che, manco a dirlo, ha molto più senso rispetto al titolo in italiano…

Secondo: il libro parte di merda.

Sì, le prime 3 pagine mi hanno fatta quasi smadonnare in turcomanno. Ero tentatissima dall’idea di fanculizzarlo poi mi sono detta: “Poschina, sei una combattente, vai avanti ancora un po’ prima di arrenderti” e così, dopo una manciata di pagine vagamente meno noiose, mi ritrovo con una vergine completamente nuda stesa su un lettone al centro di una grande camera piena di specchi, mentre un libertino bellerrimo, sfregiato, moro con occhi di ghiaccio, le palpa eroticamente una tetta eccitandola al punto di farle buttare al vento anni ed anni di bigottismo/antimaschismo/verginismo.

Se la scopa?
Purtroppo no. Altrimenti cosa farebbero per il restante 92% di libro? Appunto.
Però se la slingua alla grandissima.
Se la slingua con slinguazzate che durano interi paragrafi, quelle che noi donnine del 2014 aneliamo disperatamente. Abbracci incandescenti, pali arroventati che premono inesorabilmente, attimi di tenerezza mascherati con insensibile cinismo, mani fatte per stuzzicare capezzoli e clitoridi…
Sì !!!!!
Nel primo 30% del libro c’è tutto questo e ancora di più. Molto di più.
E se una parte di me, quella razionale, saggia, fatta di millemila pagine di esperienza teme con orrore che questo romanzo si trasformi nel “coito interrotto” per eccellenza, l’altra parte di me, quella sognatrice, romantica e soprattutto porca, ci crede. Crede che quest’accozzaglia di parole potrà dare lussuriose soddisfazioni.

Postilla.
Non è che sia scritto proprio bene, ma ha avuto la fortuna di capitarmi tra le mani dopo “lammerda” dell’ultimo mese, quindi l’efetto è quello dell’acqua di fonte dopo 4 ore di cammino in montagna il 15 d’agosto.

Jonas è lo stereotipo del mio uomo ideale: ricco sfondato, sfregiato, moro, occhi chiari, grandissimo scopatore con alle spalle una vita tormentata e complessa. Poi ecco, se magari gli facessero anche mettere in pratica le arti amatorie con descrizioni particolareggiate, io sarei ancora più felice.

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Ed eccomi di nuovo qui, solo per raccontarvi le straordinarie capacità amatorie del nostro Jonas.
Premetto che un po’ sono rimasta delusa dal passaggio repentino da libertino/cinico/spietato e senza cuore a uomo con un’anima candida, al punto che lei lo DEVE sedurre chiudendolo in uno sgabuzzino, mettendogli 9 metri di lingua in bocca e strusciandogli la patata sull’uccello. Beh, ecco.  A me piace l’uomo che mi prende e mi sbatte, poi se si pente dopo è un discorso ma tutte queste remore non mi fanno impazzire.

Tuttavia, qui di sesso ce n’è in abbondanza. Più o meno in ogni salsa, però è sesso con tormento. Lui si crede brutterrimo e malcagato anche se non ci crede nessuno perchè lo sappiamo benissimo TUTTI che ha passato la vita scopazzando come un riccio nonostante lo sfregio, che poi parliamone….. metà delle donne che conosco subisce il fascino dell’uomo fisicamente massacrato, quindi Jonas, piantala e tira fuori il manganello.

Lei passa da Vergine di Ferro ad esperta succhiatrice di cazzi in poche pagine, è un personaggio quasi completamente insignificante ma mi rendo conto che una donna ci volesse per permetterci di assistere a scopazzamenti come se piovesse. Nota di merito. Lei è un po’ riluttante nel farsela leccare. Sì, ovviamente lui oltre ad essere uno slinguazzatore degno di interesse è anche un cunnilinguatore di pregio. La nota di merito se la prende perchè per la prima volta una donna inesperta dimostra qualche piccola perplessità di fronte ad un gesto che, ammettiamolo, per una che fino a 5 minuti prima non aveva mai baciato con la lingua è effettivamente un filino estremo.
Non preoccupatevi, tempo due pagine e comincerà ad apprezzare il tutto.

Non è un libro Coito Interrotto, ma è uno di quei libri nei quali i buoni sentimenti la fanno da padrone e vabbè… a Natale siamo tutti più buoni ed eviterò di lamentarmi eccessivamente. Però io quella deficiente di Roberta (la sorella di Sidonie) l’avrei presa a calci nei denti ogni volta che compare in scena.
Sotto le braci cova anche una storia di illegittimità, vendetta, bastarditudine, eredità e chi più ne ha più ne metta. Una roba un po’ raffazzonata e del tutto priva di interesse per il lettore, anche perchè è presa e messa lì di sottofondo da usare solo nei momenti di vuoto sessuale.

Ripeto che la scrittura non mi fa impazzire, ci sono autrici di tutt’altro spessore ma diamo alla Campbell quello che è della Campbell e ammettiamo che le pagine scorrono veloci una via l’altra senza lasciare troppo l’amaro in bocca.

Poi c’è stato anche il brivido estremo. Sì, perchè alla fine della fiera, quando lui scopre che lei gli ha mentito praticamente tutto il tempo e proprio sulle uniche due cose a cui teneva più della vita, quando lei gli si getta al collo lui la respinge. E che cazzo !!!!!!!!
Ero già tutta eccitata dall’idea di aver trovato un romance senza pietoso lieto fine ma anzi, con un bel finale bastardo e invece……
Invece ciccia.
Lei gli mette 19 metri di lingua in bocca, gli ripete un miliardo di volte che (strano a dirsi) porta in grembo il suo pargolo [che si rivelerà essere una pargola] e lui si scioglie come una palla Lindt appena messa in bocca.
Che delusione…..
Non ci viene risparmiato nemmeno lo stucchevolerrimo epilogo del quale NESSUNO sentiva l’esigenza.

Peccato, io al finale bastardo con lui cinico e disilluso e lei sola, gravida, triste e disperata, ci avevo creduto assai e avevo assaporato il mio personalissimo e crudelissimo momento di gloria.
Secondo me i tempi sono maturi e qualche coraggiosa autrice sdoganerà il finale bastardo. Me lo sento.

In poche parole

Porche soddisfazioni ne ho avute, il brivido di un probabile finale bastardissimo mi ha titillato il cervello, poi beh…. mi sono dovuta accontentare dell’Ammmmmmooooore. Sarà per la prossima volta.

Poschina

p.s. Auguro a tutti/e un Natale ricco di verghe turgide e guaine incandescenti 🙂