Dieci cose da seguire per non farselo sfuggire – Sarah MacLean

Secondo me il libro fa cagare per colpa di coloro che hanno tradotto il titolo, ai quali auguro con serenità un attacco di diarrea fulminante.
Un titolo come “Ten ways to be adored when landing a lord” è diventato l’obbrobrio sopra citato. Santo dio, siamo nel 2014 possibile che non riusciate ad essere originali, divertenti o anche solo letterali nelle traduzioni?

Bando alle recriminazioni linguistiche, passiamo a quelle letterarie.

Ladies & Gentlemen: L’ Epic Fail del 2014

lord

La Trama: Da quando è stato nominato lo scapolo più affascinante di Londra da una popolarissima rivista, Nicholas St. John non ha avuto pace. Perseguitato senza tregua da ogni zitella in cerca di marito, non vede l’ora di fuggire dalle trappole della mondanità. Ma finisce tra le braccia di una delle donne più determinate e deliziose che abbia mai incontrato…
Di famiglia nobile, Lady Isabel Townsend ha troppi segreti e poco denaro. È abituata a cavarsela da sola, ma dopo la morte del padre si ritrova disorientata e bisognosa di aiuto, con un fratello minore da proteggere e a cui badare. Lord Nicholas, così peccaminosamente bello e pronto da sposare, si presenta come la sua unica salvezza. Ma neanche il migliore dei piani può prevedere le conseguenze che potrebbe avere il più ingestibile degli imprevisti: l’amore!

Ed ora la parola alla giurata

Ammetto senza vergogna che mi sono annoiata anche solo leggendo la trama. Io, che ho amato con tutta me stessa il primo libro della serie e che ancora oggi sospiro al solo pensiero del Marchese di Ralston. Io, che ho comprato addirittura la versione cartacea del primo libro e mi sono premurata di apporvi il timbro che ne certifica la proprietà. Io, che ho creduto di aver trovato una nuova scrittrice da idolatrare sono rimasta delusa in modo imbarazzante da questo libro. Una roba indecente.

Per farvi capire il dramma che ho vissuto comincio dicendovi che il personaggio che più ha attirato la mia attenzione è stato il conte bambino, e con questo potrei chiudere la recensione, perchè se arrivo a trovare interessante il personaggio di un bambino state certi che intorno a lui può esserci solo il vuoto cosmico. E infatti….

Il protagonista maschile, Nicholas St. John, sulla carta è il mio uomo ideale. Moro, occhi chiari, colto, appassionato di arte, alto, fisicato, con una cicatrice che scorre dal sopracciglio allo zigomo, ricco e bravo a scopare. Essendo il gemello di Gabriel non poteva che essere identicamente bellerrimo.
Peccato.
Peccato che invece di farmi venir voglia di strappargli le mutande a morsi, leggendo la sua caratterizzazione, mi sia venuta voglia di un Twix, che sto mangiando in questo momento e che mi sta dando porche soddisfazioni.

Lady Isabel è la figlia di un conte dissoluto e a causa della classica “storia triste” si è dovuta occupare da sola della casa e via dicendo. Sì, mi annoio persino a scriverlo. Ospita nella sua magione donne di vario genere bisognose di aiuto candidandosi per il ruolo di “Santa Maria Goretti 2014”; disperata a causa della mancanza di denaro, decide di vendere le preziose statue antiche della mamma deficiente. Per puro caso (noi sappiamo però che non è così) incontra sulla sua strada il bellissimo Nicholas, il quale la salva da morte certa e lei cosa fa? La figa di legno.

Ora…… Stai per essere investita da un treno di cavalli. Un uomo bello, sexy e ben dotato si lancia su di te per proteggerti, tu appena ti riprendi dalla botta cosa fai? Come minimo lo ringrazi. Non dico di arrivare a sventolargliela in faccia per cercare di farti dare una leccatina, ma un grazie mi sembra il minimo. No. Lei si indispone, lo tratta male, poi una volta capito chi è cerca di irretirlo con la scusa delle statue finendo per mollarlo come un perfetto coglione in mezzo alla strada. Il tutto mentre io sbadigliavo copiosamente.

Non voglio spoilerare perchè magari qualcuna di voi è così temeraria dal volerlo leggere ma il motivo per il quale Nicholas decide di andare alla magione per valutare le statue è il BM di tutta la storia. Peraltro uno dei peggiori BM letti negli ultimi tempi, ma pazienza.

Come diceva mia nonna “la paglia vicino al fuoco brucia” e i due noiosi piccioncini oltre ad innamorarsi nel giro di un’ora cominciano a sperimentare le gioie della conoscenza reciproca. Prima lui la bacia e lei rimane scombussolata. Poi la fa orgasmare come non ci fosse un domani a suon di toccatine maliziose, successivamente arriva l’immancabile “best cunnilingus ever” e a quel punto, proprio mentre lei è sul punto di venire le butta con nonchalance la domanda da un miliardo di euro. Voi sposarmi? Ovvio che sì.

Parliamone. Lo sanno tutti che portare una persona ai limiti dell’orgasmo e in quel momento chiedere qualcosa che fino a 10 minuti prima era impossibile è una tecnica infallibile per ottenere qualcosa. Se stai facendo un pompino ad un uomo, senti che sta per venire, ti sollevi un secondo e sussurri con voce da porca “oggi mi sono fatta prendere la mano e ho speso 250 € in Mondadori”, lui 100 volte su 100 non si lamenterà per la spesa eccessiva ma pur di arrivare al traguardo ti allungherà la carta di credito per soddisfare anche i tuoi pruriti da Sephora. Funziona così, altrimenti come vi spiegate il mio credito illimitato su Amazon?

Cmq.
Semplifichiamo e arriviamo al dunque: finirà bene. E non ci verrà risparmiato nemmeno il solito, noioso, banale, prevedibile, mieloso epilogo del quale, sinceramente, non sento l’esigenza. A me, di cosa succede dopo 3 mesi non frega un beneamato cazzo, anche perchè lo riesco ad immaginare da sola, anzi; il fattore immaginazione mi permetterebbe di inventarmi epiloghi variegati e personalizzati invece di subire le solite frasi trite e ritrite che temo vengano acquistate dalle autrici con i buoni spesa al LIDL.

Per me è no!

A questo libro mancano il brio e la freschezza che mi avevano conquistata nel primo volume della serie e ho anche notato che alcune scene sono l’esatta fotocopia di quelle contenute nel precedente tomo. Non si fa. Almeno fagliela leccare in una posizione diversa rispetto a quando descritto la volta precedente.
Manu mi assicura di non farmi scoraggiare da questa delusione e di dedicarmi con passione al prossimo libro della serie, che lei ha letto in inglese e apprezzato moltissimo.

L’unica parte che vale la pena leggere è quella nella quale Isabel tiene testa al Duca di Leighton o come diavolo si scrive. L’unica che ha una certa forza nella scrittura e che fa apprezzare un personaggio femminile irritante e noioso. Fossi stata Nicholas l’avrei corcata di botte e lasciata a morire in un angolo buio della proprietà.

Non sono una bigottona che si scandalizza se la dama in questione prende l’iniziativa, ma qui si esagera. Parliamo di una che passa la prima noiosissima parte del libro a pontificare roba tipo “oddio gli uomini no… sono tutti brutti, cattivi e puzzolenti” che nel giro di due scene grida “sbatti il tuo uccello caldo e turgido dentro alla mia guaina. SUBITO!” e, come dire, mi sembra un po’ esagerato e mi ha dato fastidio.

Invece ho trovato tenererrimi il Turco e Lara e, come già detto, James e il suo interagire con Nicholas. Tra l’altro la cara Sarah prima ci prensenta il piccolo conte, ci fa affezionare alla sua triste solitudine e poi se ne dimentica.

Mavaffanculova….

I casi sono due:
o il libro è effettivamente talmente piatto a livello di caratterizzazione dei personaggi da indurmi per forza di cose ad apprezzare caratteri che di solito mi sono indifferenti, oppure la Woodiwiss ha irrimediabilmente resuscitato parti di me che tenevo sotto chiave per non permettere alle sdolcinatezze di prendere il sopravvento.
Opto per la prima ipotesi.

Sarah, hai toppato.
Mi dispiace ma questo libro è una decina di gradini sotto a “Nine rules to break…..”, hai vergognosamente appiattito il personaggio di Nicholas, che avevo adorato a suo tempo e hai involontariamente sottolineato la superiorità caratteriale/sensuale/amorale di Gabriel nella scena iniziale al pub. Due frasi, un sorriso, un’alzata di sopracciglio e Ralston si è fagocitato St. John in un boccone. Lo ritroveremo alla fine del libro, capace come al solito di restituire un po’ di pace alla mia psiche turbata dal piattume imperante.

Se nel primo libro ero talmente presa dalla storia da sorvolare con gioia su tutte gli anacronismi storici, in questo capitolo li ho notati tutti e li ho trovati irritanti a livello viscerale.
Ho avuto la tentazione di abbandonare il libro più di una volta… roba che mi capita assai di rado.

In poche parole

Ora so cosa prova un professore quando dice ad un alunno “Da te questo non me l’aspettavo”. Sarah, mi hai diluso.

Poschina