La Dimora Degli Incontri Proibiti – Madelynne Ellis

Oggi sono un po’ spenta. Colpa della cervicale? Colpa dei pensieri negativi? Colpa del sesso? Chi lo sa. Non è certamente colpa di questo libro, che mi ha intrigata e avviluppata nella sua ragnatela di passioni.

Ve lo dico subito, qui si parla di amore M/M + M/F + M/M/F. Quindi se siete tra quelli che si scandalizzano alla sola idea di vedere due uomini che si baciano, questo libro non fa per voi, ma non fa per voi nel senso che poi mi tocca leggere recensioni cattivissime e pregiudizievoli su un libro che è più romantico della maggior parte dei libri che voi, persone che si scandalizzano, considerate romantici.

Si, oggi sono anche piuttosto confusa.

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La Trama: Nel regno della passione non esistono gentiluomini Lord Robert Darleston è così bello, di una bellezza animale, che piegherebbe con il suo irresistibile fascino la resistenza di qualunque donna. E non solo… Imprigionato in un matrimonio di convenienza con una donna acida e meschina, in realtà Robert è l’ex amante di Lyle Langley, e ora, rifugiatosi nella campagna inglese per sfuggire alle angherie della moglie, può finalmente ricongiungersi con il suo amore. Solo un ostacolo si frappone alla loro felicità: Emma, la giovane sposa di Lyle, di cui Robert subisce il fascino e che non vorrebbe ferire per alcuna ragione al mondo. Quando però Lyle gli rivela che la donna aborre il contatto fisico, tanto da non essere mai riusciti a consumare il matrimonio, Robert ha un’idea: far conoscere a Emma il piacere e instaurare una bollente relazione a tre.

Ed ora la parola alla giurata

Recriminazione uno: sabato sono stata accusata velatamente da un membro della mia famiglia (anzi, una membra) di scrivere cose imbarazzanti. Si riferiva alla medicina “vergate nella vagina”. Poi indagando ho scoperto che nemmeno aveva letto il post, ma solo il termine vergate era sufficiente ad imbarazzarla. Se non fossi una signora mi verrebbe da dire che avrebbe bisogno di una dose massiccia della suddetta medicina. Non vedo infatti perchè imbarazzarsi alla veneranda età di quasi quarant’anni per una prtica che si pratica abbondantemente, o quantomeno si spera (il gioco di parole è involontario ma efficace). E poi basta, oggi sono stufa e cattiva. Il sesso è bello, fa bene, migliora l’umore, la grana della pelle, rilassa e libera la mente. Fatevene una ragione.

Finite le recriminazioni inutili ma necessarie, passiamo a noi.

Il matrimonio tra Emma e Lyle nasce dal bisogno. Lui deve trovare una moglie per coprire la sua natura omosessuale, lei devo trovare un marito che non abbia alcun interesse sessuale nei suoi confronti in quanto detesta essere toccata, da chiunque in qualunque contesto. Tutto funziona a meraviglia fino a quando, una sera, nelle loro vite non irrompe Robert Darleston.

Per la prima volta nella sua vita, Emma desidera un uomo. E dal modo in cui la guarda, è evidente che anche lui la desideri. C’è un solo, piccolo problema. Quando Lyle e Robert si incontrano, è chiaro che tra di loro c’è qualcosa e quel qualcosa è un amore contrastato e tormentato, finito anni prima per volere delle rispettive famiglie e come tutto ciò che viene negato, frustrato e procrastinato, ora non vede l’ora di fiorire, di esplodere, di sfogarsi.

Quello che Emma non sa è che se Lyle è omosessuale, Robert è bisessuale ed è ferocemente attratto da lei, dalla sua capacità di escludersi dal mondo e dal contatto umano, è attratto dalla sua femminilità, dal suo rifiuto fisico che è in netto contrasto con i segni che il suo corpo manda ogni volta che le si avvicina.

Comincia un gioco della seduzione lento, suadente, tenero e passionale. Emma si scopre attratta dal rapporto che i due uomini intrattengono, vuole guardare, godere come loro, partecipare, anche solo passivamente, alla loro passione e al loro amore. Ma questo a Robert non basta, lui vuole possederla, amarla, farla godere. Vuole scoprire cosa la blocca, perchè rifiuta ogni contatto fisico, vuole liberarla da se stessa per poterla amare completamente.

Non vi racconto i dettagli perchè vi togliere il gusto della lettura. E sarebbe un delitto perchè il libro è scritto bene, non è mai banale, non è mai stupido.

La passione trascende il genere, se ne fotte delle convenzioni sociali, è libera.

I rapporti tra Lyle e Robert sono descritti senza lasciare troppo all’immaginazione, questo però non riduce l’atto in sè ad una descrizione anatomica priva di ogni significato, tutt’altro. Leggere dei loro amplessi è coinvolgente ed eccitante. Baci appassionati, sospiri, membri turgidi, pnetrazioni anali, fellatio. C’è tutto. E ce n’è anche tanto.
Intorno alle passioni, alla purezza del sentimento e perchè no, alla pruriginosità di spiare dal buco della serratura un menage a trois, pur particolare e tenero che sia, c’è la Società. Ci sono le convenzioni, c’è la violenza di chi pensa di esssere schierato dalla parte giusta.

E mentre scrivo mi chiedo se tutta questa dietrologia a sfondo “critica sociale” l’ho vista solo io. Perchè è così che ho vissuto la lettura, come un metodo per intrattenere, certamente, ma anche per porci di fronte ad una storia d’amore, di passione e di accettazione di sè, che ci porta inevitabilmente a riflettere sul diritto inviolabile di vivere secondo la propria natura, che sia questa etero, omosessuale, bisessuale, o quant’altro.

Siamo tutti vittime di continue e inesorabili schematizzazioni. A partire dal classicone “Puttana/Suora” al più moderno “Etero/Gay” e questo solo per parlare della sessualità e anche banalizzando pesantemente. In questi giorni non posso fare a meno di riflettere sul rapporto tra società e sesso e su come l’opinione comune tenti ancora oggi di etichettarci in base a come ci poniamo nei confronti della sessualità.

Sono una donna a cui piace fare sesso, tanto sesso, in modo variegato e divertente. Mi piace anche farlo in modo rude, di tanto in tanto. Leggo volentieri libri erotici dai quali traggo spunto per la ginnastica da camera, sono affascinata dal mondo BDSM anche se non lo pratico [legarsi o legarsi al letto non conta, lo facciamo tutti, parlo di quello serio], se capito su un porno lo guardo. A volte mi eccito, altre no. Se leggo libri in cui c’è sesso omosessuale trovo le scene descritte conivolgenti tanto quanto quelle etero, non trovo il corpo maschile nudo scandaloso,  prendo il sole in topless e considero la prostituzione morale alla stregua di quella fisica.

Questo cosa fa di me?

Tutte queste riflessioni vengono fuori perchè i personaggi di questo libro si pongono una serie di quesiti morali di un certo peso, inducendo il lettore a interiorizzare le domande per darsi delle risposte. L’amore che lega i 3 protagonisti è complesso, difficile, scandaloso, coinvolgente, romantico.
Estremamente romantico.
Quando Lyle e Robert si incontrano dopo anni di lontananza, c’è tutta l’insicurezza del tempo passato, le ferite ancora aperte, i muri eretti per difenderi e per sopravvivere. E che dire di Emma e dei suoi meccanismi di difesa? Chi di noi non ne ha? Io ne ho talmente tanti che a stento mi ricordo com’ero prima di costruirli. E che dire di come Robert riesce ad aprirli tutti fino ad arrivare all’essenza di questa donna?

C’è un lieto fine?
Sì.
Romantico, erotico, originale.
Un lieto fine che non mi ha fatto storcere il naso, sbuffare, alzare gli occhi al cielo, digrignare i denti.
Praticamente un miracolo.

Mentre ero persa nella lettura pensavo che tutti noi avremmo bisogno di un Robert nella nostra vita. E non solo perchè è un manzo da accoppiamento di notevole interesse. Avremmo bisogno di qualcuno che sappia capire al volo di cosa abbiamo bisogno e si danni l’anima per permetterci di averlo. Qualcuno che si prenda l’onere di scardinare la gabbia nella quale ci hanno infilato a forza o nella quali ci siamo infilati per sopravvivere. Qualcuno che ci insegni ad essere liberi.

Non sessualmente, non fisicamente ma mentalmente.

E dio solo sa quanto è difficile liberarsi della gabbia, spiegare le ali e volare via.

In poche parole

Se i confini imposti dalle definizioni vi stanno stretti, questo è il libro che fa per voi.

Poschina

14 pensieri su “La Dimora Degli Incontri Proibiti – Madelynne Ellis

  1. ce l’ho in lista di attesa da un po’, a questo punto ha scalato la classifica e lo leggerò al più presto.
    Mi sto dando una botta di vita rileggendo All’improvviso tu e poi pensavo di leggere Mathias di Robin C., l’hai letto?

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    • Che bello “All’improvviso tu” 😀 Lo adoro…..

      No, non so nemmeno cosa sia Mathias, la mia ignoranza è immensa. Vado subito ad informarmi.

      Mi sono informata e sono dubbiosa, colpa della verginità della pulzella.
      50 sfumature di grigio mi ha indelebilmente segnata.

      Però ti prego…. fammi sapere cosa ne pensi, sono sempre pronta a rimangiarmi i pregiudizi 😉

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  2. Sono contenta che questo romanzo ti sia piaciuto.
    E, tenendo presente che è “soltanto” un romanzo rosa, sono emozionata dal fatto che ti abbia smosso certe riflessioni così profonde.
    Continuo a stupirmi nel vedere come molte donne etero (e non mi riferisco alle frociarole che si portano a spasso le loro checche personali come se fossero degli Yorkshire) si dimostrino più aperte rispetto a tante donne omosessuali.
    Il che conferma che l’apertura mentale è una questione di Cultura e non di orientamento sessuale.

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    • E’ stata una scoperta perchè all’inizio parte come il classico romance storico. Lui intrigante, lei attratta… lo scambio di sguardi e via dicendo.
      Subito dopo però prende tutt’altra piega e comincia a scavare nell’anima dei protagonisti, nelle paure, nelle emozioni, nelle perversioni.
      E riesce, nonostante le scene di sesso siano decisamente esplicite, a non essere nè banale nè volgare, impresa assai difficile.
      Usa l’espediente sesso per parlare di tutti quei preconcetti con i quali cresciamo e maturiamo, che sono difficilissimi da scardinare perchè ci marchiano a fuoco. Ammettiamolo. Quante volte ci siamo sentite/i in colpa perchè le nostre inclinazioni non corrispondevano all’immagine che gli altri (e a volte anche noi stessi) si erano fatti di noi?
      Schemi, gabbie, limiti.
      E non solo a livello sessuale, penso alla discussione con mio padre a pasqua il cui perno era “perchè non battezzerò i miei figli”, vedere il suo sguardo attonito mentre gli spiegavo che sono atea, che lo sono da anni e che quindi il battesimo per me non significa nulla, mi ha fatto male. So che per lui è importante e deluderlo non mi fa piacere ma la religione è stato uno dei primi limiti a cui sono andata incontro e ho elaborato il mio pensiero in merito che non ho alcuna intenzione di ritrattare per il quieto vivere.
      Idem il concetto “matrimonio” che ancora ogni tanto salta fuori.

      Questo libro è un romance con tutti i clichè, ma non è una lettura banale.
      Se letto attentamente e non preso solo come intrattenimento filo-erotico, ti sprona a ragionare, a chiederti quante volte ti sei trattenuta per non fare la figura della zoccola, della sfacciata, della dissoluta.

      Per tornare in tema, mi sono fatta prendere la mano ed ho sconfinato, credo che l’apertura mentale sia principalmente culturale, ma credo soprattutto che ci si debba lavorare molto. Bisogna porsi domande, mettersi nei panni altrui, cercare di non farsi condizionare a prescindere da quello che ci è stato ripetuto fino alla nausea. Quello che conosco è la mia esperienza di donna etero, ma crescendo e venendo a contatto con realtà diverse dalla mia, ho sempre cercato di andare oltre le etichette, anche se spesso il background cerca di imporre le sue regole.
      E’ principalmente una questione di intelligenza, c’è tanta gente che si professa democratica, di mentalità aperta, moderna, poi mi chiede “Ma davvero leggi racconti erotici gay? Ma non è che anche tu…..?” con quei tre puntini di sospensione che mi mandano in bestia.

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      • Si, in effetti la cultura non basta.
        Perchè c’è cultura e cultura.
        Negli ultimi tempi, spinta da eventi più CUL-turali che culturali, sono stata costretta a cambiare punto di vista su molte questioni.
        E, un punto di vista qua, un punto di vista là, sono arrivata a comprendere cose che non avevo mai compreso.
        Hai presente le Linee di Nazca? Quei colossali geoglifi che si possono vedere soltanto dal cielo sorvolando il Deserto di Nazca, in Perù?
        Quando qualcosa ti porta a ragionare sui massimi sistemi, è come se salissi su un aereo e vedessi per la prima volta le Linee di Nazca in mezzo alle quali hai vissuto e camminato per una vita senza mai accorgerti che c’erano.
        Così magari scopri che la cultura terra-terra che per anni ha limitato il tuo orizzonte è percorsa e innervata da un’altra cultura più antica e primordiale.
        E così magari ti rendi conto che il piccolo e brutto mondo nel quale la cultura patriarcale ti ha rinchiusa, come se fosse la tua prigione, è soltanto una costruzione recente e abusiva con la quale la cultura patriarcale è venuta a deturpare un mondo ben più antico e più vasto …

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  3. Le vie della crescita sono infinite se la mente è aperta, basta saper andare al di là delle apparenze e lasciare che il nostro universo emotivo affiori. I “pretesti” per far sì che succeda sono tanti, se vogliamo possiamo trovare agganci ovunque: nei libri, nella musica, nei films o in una serie televisiva…
    Come è successo a me parecchio tempo fa con dr. House…..La mia dipendenza è partita dalla terza stagione e ha coinciso con un particolare e brutto periodo della mia vita. Ero in un momento in cui molto di quello che avevo costruito si stava sgretolando e stavo anche cominciando a prepararmi emotivamente, in qualche modo, alla perdita incombente dei miei genitori. Ero totalmente immersa in una sensazione perenne di dolore che ha riguardato diverse aree della mia vita e quella sensazione minacciava seriamente di compromettere la mia identità, o meglio, la caratteristica che per me è essenziale nella definizione della mia (qualsiasi) identità: la capacità di “sentire”, di provare emozioni, ridere, piangere, fidarsi degli altri, relazionarsi, lasciarmi andare. Il dolore che stavo cercando di nascondere a chi mi amava, e ancora mi ama, per evitare di danneggiarli rischiava di anestetizzarmi emotivamente.
    House a quel tempo è diventato un’ancora, una scialuppa di salvataggio, una benedizione, un grande dono perché era un “momento privato” che mi ha permesso di tornare in contatto con le mie emozioni e di esprimerle: lacrime e risate, tenerezza e malinconia, domande e risposte, la sofferenza e la speranza, l’amicizia e il risentimento, la rabbia, l’amore, la follia, la condivisione, la rappresentazione del male della vita. Tutto questo è ciò che ci porta a stabilire dei legami e il rispecchiamento in House, in quel periodo, ha notevolmente contribuito alla mia rinascita emotiva.
    Ed è ciò che non hanno mai smesso di fare i libri.
    Quando ero bambina avevo un gioco che mi incantava (e ancora mi affascina): un caleidoscopio. Potevo stare per lungo tempo a guardare quei colori che, grazie ad un piccolo movimento della mia mano, si accendevano formando continuamente nuove figure. Era un gioco magico.
    La lettura per me è uguale a un caleidoscopio e non mi stanco mai di cercare i colori nascosti in un libro, perché solo attraverso un piccolo movimento (in questo caso la scelta di una chiave di lettura o di una prospettiva diversa) possiamo essere in grado di trovare significati sempre nuovi e sorprendenti.

    p.s. sono andata fuori tema 😦

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    • Ma che fuori tema…. quoto tutto.
      Spesso i migliori spunti di riflessione, come le ispirazioni per tirarsi fuori dai momenti bui, arrivano nel modo più inaspettato.
      Il caleidoscopio… quanti ricordi.
      Lo adoravo anch’io!!!!!!

      Sono sicura che tra 15 anni, quando ripenserò a questo periodo per certi versi straziante, sarò grata ai libri che sto leggendo perchè mi stanno salvando l’anima. Una parte di me si è inevitabilmente chiusa, inaridita, cristallizzata, mentre un’altra parte viene tenuta viva dalle emozioni che i libri riescono a farmi provare.

      Non importa se lo spunto per la riflessione viene da un filo d’erba, da un piatto di noodle o da un telefilm, l’importante è seguire il pensiero e svilupparlo. Affrontare quello che ci fa paura e cercare di comprendere come influisce sulla nostra vita e come affrontarlo.

      Questo vale per tutto.
      Una volta che si è capito che il pregiudizio parte da un presupposto sbagliato, o quantomeno contestabile, diventa semplice farsi una propria opinione, non universalmente giusta, ma che si adatta al nostro modo di vedere e sentire.

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  4. @Luce
    conosco la sensazione.
    Inizi ad allargare l’orizzonte del pensiero e più lo espandi, più ti accorgi che in realtà non hai mai visto nulla, se non una minima parte di quello che c’è. Allora cominci ad informarti, a rivedere convinzioni, principi, abitudini mentali. E cresci, capisci quante volte sei partita da un presupposto sbagliato, ti rimetti in gioco e riparti per allargare ancora un po’ l’orizzonte.

    Alcune volte è facile, altre doloroso, altre ancora ostico.
    Alla fine quello che conta è non fossilizzarsi sull’immagine che ci siamo fatti, ma cercare di vedere il disegno più grande. Tra l’altro uscire dagli schemi mentali è liberatorio .

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  5. Pingback: Il Listone – Ottobre 2014 | La Leggivora

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